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Novembre/2009 - Contributi
La lezione di Napoli
di Ennio Di Francesco

Il settimo Paese industriale ha rischiato di affondare parte di sé nei rifiuti. Non improvvisamente come uno tsunami, ma con l’annunciata agonia di quattordici anni di incapacità di politici, amministratori, imprenditori, che ancora oggi, nei salotti televisivi, giocano il pilatesco ping-pong delle responsabilità.
Le telecamere hanno mostrato agli italiani attoniti e al mondo i cumuli di immondizia con sopra la bandiera “destra e sinistra”.
“Tragedia” ha detto il Capo dello Stato; “Vergogna” il Presidente del Consiglio.
Tali sentimenti con in più la rabbia grondano dalle persone che da anni respirano i miasmi di discariche inadeguate, se non clandestine, spesso gestite dalla criminalità, dove sono stati nascosti rifiuti d’ogni genere, talora tossici. “Italian monnezza” titolavano i mass media giapponesi, arabi e statunitensi.
Un groviglio di inefficienze politiche e amministrative, di speculazioni, complicità, corruzioni, che si è trasformato in un problema di “ordine pubblico” che riecheggia i tempi delle cariche alla cieca a Milano di Bava Beccaris sui dimostranti contro la tassa sul grano; di Polizia e Carabinieri ad Avola e Battipaglia contro i braccianti in piazza per lo sfruttamento sul lavoro; a Genova contro i manifestanti per le sperequazioni tra i sempre più ricchi e chi muore di fame nel mondo.
Questa volta confidiamo che i responsabili della sicurezza agiscano con fermezza e saggezza per la neutralizzazione degli infiltrati per provocare disordini e non contro chi manifesta per la salute loro e dei figli. Il Paese, oltre all’incommensurabile danno già consumato per l’immagine Italia, oltre ai soldi che paga agli inceneritori tedeschi e a quelli che versa suo malgrado alla criminalità, rischia ora pesanti sanzioni dell’Unione Europea che ricadranno ancora su tutti.
Il governo ha preso importanti, seppur tardive, misure. Esse datanno frutti solo se ci sarà un “ravvedimento attivo” della classe politica che partendo dalle assunzioni di responsabilità voglia e sappia recuperare la credibilità di un sistema-paese oggi al minimo tra la gente e purtroppo nel mondo. Ciò attraverso un piano strategico di “smaltimento rifiuti” moderno e strutturale, con appalti trasparenti, tempi precisi e controlli veri, senza compiacenti società e consorzi che sono serviti solo a spartizioni partitiche di mercantile livello; attraverso una più efficace intesa tra magistratura e Forze di polizia per prevenire e stroncare ogni collusione camorrista.
Qualche esortazione: le popolazioni di Pianura e le altre interessate stringano i denti: l’incapacità politica ha reso forse inevitabile qualche sacrificio loro ancora chiesto. Chiediano però impegni pubblici di scadenze, di monitoraggio igienico dei miasmi secondo gli standard previsti dagli organismi sanitari nazionali, europei e dell’Oms, scritti in patti funzionali tra sindaci, comitati dei cittadini e Istituzioni regionali e centrali. Chiedano che le tasse per la Tarsu siano per loro sospese per non aggiungere danno allo sfregio, magari trasformandole in assicurazioni per “rischio alla salute”. I cittadini onesti, cioè la maggioranza, cerchino, seppure arrabbiati, di isolare i facinorosi che mirano a provocare disordini, perché nulla cambi per gli interessi miliardari dei boss.
A dirigenti e agenti delle Forze di polizia la raccomandazione di operare distinguendo i provocatori dalle persone esasperate, come essi sarebbero al loro posto. Riflettiamo prima di eseguire acriticamente direttive, meglio se ottenute per iscritto, di asettica, indifferenziata, spesso cinica “tolleranza zero”.
Chissà che questa “monnezza” non abbia avviato finalmente l’auspicata catarsi del popolo campano che, tradito dalle Istituzione vuole recuperare il senso del “bene comune” e battersi per esso esaltando le sue potenzialità, per tornare centro di sano convivere sociale.
A ogni linea dura noi preferiamo quella, per la quale ci mettiamo a disposizione, della ribellione civile delle coscienze: per la legalità, la cultura contro ogni approssimazione politica, ogni collusione criminale.

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