Praticamente appartatosi dallo scenario politico mondiale a causa della sua malattia, dopo esserne stato per decenni uno dei protagonisti più originali, amati, contestati, e altro ancora, Fidel Castro appare nell’ultimo libro dedicato alla sua figura in una veste inusitata, quella del seduttore. L’autrice del libro in questione è la giornalista americana Ann Louise Bardack, che nel 1993 aveva intervistato Fidel per la rivista Vanity Fair, e in quell’occasione aveva chiesto al leader cubano quanti figli avesse avuto: “Una tribù”, aveva risposto lui. Questa frase era rimasta impressa nella mente della Bardaci, nel frattempo diventata membro autorevole del Cuba Study Group del Brookings Institution, ed è diventato il fulcro del suo libro “Without Fidel” (Senza Fidel), nel quale numera i rapporti avuti da Castro con donne diverse, e i figli nati da alcune di queste relazioni. Il conto, non si sa quanto preciso, sarebbe di undici figli nati da sette madri. Va detto che secondo la giornalista Fidel non ha mai fatto distinzioni di maggiore o minore “legittimità” fra i suoi figli, e che non si è in alcun modo propenso a crearsi una sorta di discendenza. Fidelito, il primogenito nato nel 1949 dal matrimonio con Myrta Diaz-Balart, ebbe una carica direttiva nel settore energetica, ma poco dopo venne licenziato per incompetenza su ordine diretto del padre, che dichiarò: “Qui a Cuba non abbiamo una monarchia”. Sarebbe certamente eccessivo prenderla come una manifestazione di spirito democratico, ma almeno questo gli va riconosciuto.
|