Disegnare significa accumulare segni per trasformarli in immagine, almeno così la vede John Berger (scrittore, giornalista, critico d’arte e disegnatore).
“Se si è fortunati, a un certo punto l’accumulazione diventa un’immagine. Smette, cioè, di essere un cumulo di segni e si trasforma in presenza. Grossolana, ma presenza. È lì che il tuo modo di osservare cambia. Comincia a interrogare la presenza quanto il modello. Adesso disegnare comporta un sottrarre oltre che un aggiungere. Implica il foglio di carta tanto quanto le forme che vi sono disegnate. Uso lametta, matita, pastello giallo, saliva. Non posso fare in fretta. Il disegno accumula le risposte. Naturalmente, via via che metti in discussione le prime risposte, accumula anche le correzioni. Disegnare è correggere”.
Ma disegnare, disegnare fumetti significa anche fare dei viaggi o almeno farli fare ai lettori. A Roma, al Palazzo delle Esposizioni, dal 24 settembre al 25 ottobre si è svolta una mostra che si è concentrata proprio su questo tema.
Il disegno del mondo, a cura di Ugo G. Caruso, Alessandra Mauro e Antonio Politano, si presentava come un piccolo - ma molto carino - viaggio a fumetti con tavole e fotografie dei luoghi legati ad autori e personaggi della “letteratura disegnata”, realizzato in collaborazione con Rizzoli Lizard e le agenzie fotografiche Contrasto e Magnum Photos. Si partiva dalla Malesia di Hugo Pratt, si passava per la Praga di Vittorio Giardino e l'Iran di Marjane Satrapi per poi arrivare al martoriato Libano di David Polonsky.
I quattro celebri fumettisti, posti l'uno affianco all'altro per raccontare con le loro opere quattro paesi differenti, erano coadiuvati dalle immagini di sei fotografi: L'Iran di Abbas ad accompagnare i disegni di Marjane Satrapi, il Libano di Paolo Pellegrin accanto al lungo viaggio nella memoria di David Polonsky, la Praga degli anni '50 di René Burri e della Primavera del '68 di Ian Berry per Vittorio Giardino, la natura della Malesia di Stuart Franklin e Jean Gaumy per Hugo Pratt.
E poi, come se non bastasse perdersi nelle tavole e nelle foto, era possibile leggere testi estratti da reportage (dalla Malaysia di oggi), interviste (a Hugo Pratt, Vittorio Giardino, Ernesto Ferrero, David Polonsky, Marjane Satrapi) e interventi (di Alessandra Mauro e Stefano Malatesta).
Sui muri della mostra le fotografie erano disposte in sequenze ragionate, esattamente come per le tavole illustrate. Nel racconto visivo trovavamo alternanza di formati, foto singole che occupavano ampi spazi e gruppi di foto affastellate tra loro.
Un vero e proprio racconto per immagini e parole, vera e propria letteratura disegnata. I singoli autori ci hanno regalato il loro personale modo di vedere e rappresentare il mondo.
Un vero e proprio stimolo per invogliarci a scoprire il tema comune di questi due articoli: i Graphic novel.
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