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Giugno - Luglio/2009 - SOLO ON LINE SU POLIZIA E DEMOCRAZIA
venerdì 26 giugno 2009
Muore il Peter Pan del pop
di Lorenzo Baldarelli

“Apprendere una notizia come questa è sempre doloroso, ascoltarla poco prima di addormentarsi, quando la tv resta accesa solo per guidarci tra le braccia di Morfeo è ancora peggio. Ieri notte La7 alle 00,30 ha dato questa notizia come “non ancora sicura” ma già si capiva che ormai non c'era più nulla da fare. Così dopo un pò ho cercato di addormentarmi ripercorrendo mentalmente le canzoni e i ricordi che Mike mi aveva regalato. Alla fine, anche se fuori dal palcoscenico sarà stato anche un farabutto, devo ringraziarlo. A lui devo memorie di una adolescenza ormai sfumata e di una stagione indimenticabile. Addio Michael... eterno Peter Pan”.
Queste le parole scritte, come commento alla notizia apparsa su un quotidiano online, da un fan italiano, il lettore 718801.
Michael Jackson, il bambino prodigio diventato Re del Pop senza mai diventare veramente adulto, è morto giovedì a Los Angeles per un arresto cardiaco. Aveva 50 anni. Il genio musicale che sognava di imitare Peter Pan è morto così come era vissuto: in modo drammatico.
The Huffington post, il più noto raccoglitore di notizie del web 2.0., ha dedicato quasi esclusivamente il suo spazio a questa notizia, l’annuncio della morte di Jackson, infatti, ha prodotto un forte eco in tutti gli Stati Uniti. Le televisioni hanno interrotto la programmazione regolare per trasmettere lunghi tributi sulla sua vita confezionati a tempo di record. “Per gli Stati Uniti è una notizia molto triste, che lascia tutti scioccati” ha dichiarato lo storico conduttore della Cnn, Wolf Blitzer. Anche internet, con “Twitter” (servizio di social network e microblogging che fornisce agli utenti una pagina personale aggiornabile tramite messaggi di testo lunghi al massimo 140 caratteri) e “Facebook” hanno fatto fatica a resistere all’ondata che li ha colpiti. In poche ore sono stati inondati di messaggi e commenti che hanno fatto traballare i loro server. In quelle ore di confusione mediatica “Twitter” ha ceduto. I suoi aggiornamenti erano in ritardo di venti minuti, un’eternità per internet. I media erano confusi, coma o morte? In Italia, la mattina dopo, le cose apparivano però già più chiare. Una squadra medica chiamata d’emergenza nella sua abitazione a Bel Air ha trovato il medico personale di Jackson intento a rianimarlo, senza successo. I paramedici hanno portato il cantante, che appariva in condizioni disperate, all’Ucla Medical Center dove per oltre un’ora un team di medici ha cercato di far ripartire il suo cuore. Alle 14.26 locali si sono arresi: Michael Jackson è stato dichiarato morto.
Alla clinica sono immediatamente giunti anche la madre del cantante, uno dei fratelli, il legale di famiglia e altri parenti. Il fratello di Jackson, Ransy, ha riferito che Jackson è collassato all’improvviso in casa. Oltre ai familiari all’ospedale erano giunti anche i media e i fans, che si accampavano all’esterno del centro medico in attesa di notizie. Rimarranno a lungo nella memoria anche le foto di decine di ammiratori, molti in lacrime, radunati davanti alla modesta casa a Gary (Indiana) dove nacque o raggruppati a New York, ad Harlem, davanti all’Apollo Theater cantando in coro le canzoni più famose del leggendario artista della mano guantata e del MoonWalking.
Persino gli scandali giudiziari e le accuse di pedofilia (da cui alla fine venne scagionato) non hanno fatto che accrescerne il mito. Decine di americani intervistati a caldo da una costa all’altra del Paese l’hanno salutato come «un genio», «un’icona della pop music».
Michael Joseph Jackson, infatti, verrà ricordato soprattutto per essere stato un cantante, cantautore, ballerino, compositore, musicista, arrangiatore e produttore discografico. Dopo aver iniziato la propria carriera a soli cinque anni nel gruppo di famiglia Jackson Five - a quei tempi, il giovane Jackson aveva un aspetto decisamente diverso rispetto a quello degli ultimi tempi, dopo una serie di operazioni plastiche che ne hanno definitivamente modificato il viso, oltre a schiarire il suo colore della pelle -, iniziò la propria attività da solista nel 1971, con il singolo Got to be there. Nel 1979 esordì definitivamente da solista, e divenne l'artista pop di maggior successo di sempre; ciò fu dovuto principalmente a Thriller (1982), ancora oggi il più venduto di tutti i tempi. Complessivamente i dischi venduti dal re del pop sono oltre 750 milioni, più dei Beatles secondo il Guinness dei record.
La sua carriera cominciò a tramontare nel 2005, quando si celebrò un processo per pedofilia. Il cantante era stato ripetutamente accusato di avere abusato di minorenni, talvolta addirittura con la complicità delle madri, nel suo ranch californiano di Neverland, una sorta di costosissima Disneyland in miniatura, che ha dovuto vendere l’anno scorso. Jackson è stato assolto dalle accuse, ma l’esito del lungo processo ha lasciato molti dubbi. Pieno di debiti, praticamente rovinato nonostante possedesse il catalogo delle canzoni dei Beatles, il cantante lascia gli Stati Uniti nell’estate del 2005 insieme ai tre figli e si installa per un certo periodo a Bahrein, sul Golfo Persico. Era tornato recentemente, tra Las Vegas e Los Angeles, per le prove di questo concerto di addio che non si terranno mai. Aveva infatti promesso che sarebbe tornato sul palcoscenico a metà luglio a Londra. Aveva organizzato un addio alla grande Jackson, nell’arena della capitale britannica, seducendo centinaia di migliaia di fans, che si erano precipitati per acquistare i biglietti appena sono stati disponibili. I concerti, una cinquantina in tutto, avrebbero dovuto svolgersi in due tornate: una prima tra la metà di luglio e i primi di agosto; una seconda all’inizio dell’anno prossimo. Le prenotazioni erano andate alla grande, ma il cantante non aveva più la forma degli anni precedenti. Le prove, a Los Angeles, si erano infatti svolte tra mille difficoltà, con un Jackson non più all’altezza della sua reputazione: erano queste le voci che giravano con insistenza nella metropoli sud-californiana.
La conferma della morte per un attacco cardiaco ha provocato reazioni immediate nel mondo dello spettacolo. “Sono sconvolta”, ha detto la ex moglie Lisa Marie Presley. “Sono devastata”, ha reagito la sua grande amica Liz Taylor. “La sua musica vivrà per sempre”, ha commentato Madonna. Io per conto mio vorrei citare un giovane sconosciuto.\ Michael Harris, New York, che magari esagerando ma cogliendo bene le analogie ha dichiarato: “It's like when Kennedy was assassinated. I will always remember being in Times Square when Michael Jackson died”. (È come quando è stato assassinato Kennedy. Ricorderò per sempre che quando Michael Jackson è morto io ero a Times Square).

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