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Giugno - Luglio/2009 - SOLO ON LINE SU POLIZIA E DEMOCRAZIA
L’universo Hiroshige
di Lorenzo Baldarelli

Il suo successo - oltre i cinquantamila visitatori - ha permesso che la mostra fosse prolungata fino al 13 settembre. Hiroshige e le sue stampe hanno conquistato Roma. Ogni hanno la Fondazione Roma investe cinque milioni di euro in cultura, aprendo scenari poco noti dell’arte ai cittadini romani. Il Museo del Corso, grazie anche all’Honolulu Academy of Arts e al curatore della mostra Gian Carlo Calza, dal 17 marzo è immerso nell’armonia della natura e dei paesaggi delle 200 opere di uno dei più grandi (e in Italia meno noti) artisti giapponesi di ogni tempo.
Utagawa Hiroshige (1797-1858) nato in una famiglia di samurai di basso rango tredicenne inizia la sua lenta formazione di artista sotto la guida di Utagawa Toyohiro.
Nel corso della sua vita la sua produzione artistica annovera diversi generi, tra cui stampe di attori, guerrieri, cortigiane, ma l'oggetto principale della sua arte fu la natura. La cosa più difficile per un pittore giapponese di quel periodo era appunto trovare un editore che stampasse i suoi disegni: un processo molto lento e minuzioso che viene illustrato all’interno della mostra in modo efficace. I suoi Ukiyo-e ("immagini del mondo fluttuante", genere di stampa artistica giapponese su blocchi di legno, prodotti tra il XVII e il XX secolo, che raffigurano in genere paesaggi, soggetti teatrali e quartieri di piacere) oltre che influenzare ancora oggi i manga e gli anime giapponesi hanno permesso che il suo nome fosse dato ad un cratere sulla superficie di Mercurio.
Fino agli trenta del XVII secolo Hiroshige e le sue vedute di “Luoghi celebri” della capitale (Edo, l’attuale Tokyo) vengono ancora influenzati dall’opera di Hokusai. Appena, però, riesce a liberarsi del ruolo di funzionario dello Shogun la sua arte riesce a trovare una sua via originale. Tra il 1933 e il 1934, infatti, le stampe riguardanti le “Cinquantatré stazioni di Tokaido” ebbero un notevole successo.
Oggi Hiroshige è riconosciuto come uno dei più grandi artisti giapponesi del mondo, per la sua capacità di cogliere frammenti di vita di città costruite sull’acqua viene accostato al nome del Canaletto, la sua arte ha avuto un ruolo fondamentale nel fenomeno del giapponismo, soprattutto per quanto riguarda i modelli iconografici. Hiroshige ebbe straordinaria influenza sulla pittura europea di fine '800. Principalmente tale influenza si manifestò sull'impressionismo e post-impressionismo, venendo imitato da diversi artisti, tra cui Vincent Van Gogh. Nella mostra sono infatti presenti due riproduzioni di capolavori dell’artista, ispirati direttamente ai quadri di Hiroshige, conservate al Van Gogh Museum di Amsterdam. Le opere sono state riprodotte in altissima risoluzione dalla Rai, nell’ambito del progetto “le mostre impossibili” secondo una speciale tecnica di elaborazione digitale.
La mostra, che richiede al visitatore un grado di concentrazione molto alta, un’attenzione particolare per ogni opera e per ogni dettaglio, comprende varie sezioni, tappe di un viaggio nell’immaginario dell’artista. Il mondo della natura, dove sono raggruppate stampe che rappresentano elementi della natura. Piante e fiori, uccelli, pesci e altri animali, elementi della vita cosmica con cui l’uomo deve mantenersi in armonia. Cartoline dalle province, dove vengono rappresentate le più significative località del Sol Levante. La via per Kyoto, terza sezione della mostra, è dedicata alle due grandi vie che collegavano la capitale imperiale di Kyoto a quella amministrativa di Edo. In questa sezione è contenuta l’opera “Cinquantatré stazioni di posta del Tokaido”, universalmente considerato il capolavoro di Hiroshige. Nella quarta, nel cuore di Tokyo, sono messe in mostra un centinaio di luoghi che gli abitanti e i visitatori frequentavano abitualmente.
La pittura di Hiroshige è moderna, è pittura cinematografica. La natura viene riproposta, ripensata, rielaborata secondo un proprio codice culturale ed estetico che trascende l’opera stessa. Maestro della natura, caratteristica che lo distingue dagli altri pittori-incisori del suo tempo, riesce a creare una dialettica tra il finito e l'infinito. “Ogni singolo corpo, che sia pieno oppure vuoto, in attività o a riposo, è in costante rapporto con l’universo ed in perpetua comunicazione con tutti gli altri esseri e le altre cose”. Le parole di Laozi sembrano trovare una raffigurazione concreta nell’opera di Hiroshige e sembrano un monito per i nostri giorni. Osservare e rispettare la natura che ci circonda è un modo per rispettare noi stessi.

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