Comunicato congiunto
Aseguito delle pressanti sollecitazioni delle organizzazioni sindacali, si è finalmente svolta, presso il Dipartimento di Ps, una riunione per avviare la discussione sulla definizione dei nuovi criteri da adottare per stabilire le sedi disagiate da inserire nel decreto ministeriale per l’anno 2009.
La delegazione ministeriale ha sostanzialmente espresso la necessità dell’Amministrazione di intervenire sulla materia per aggiornare ed adeguare i nuovi criteri che dovranno definire le sedi disagiate ed invertire la tendenza degli ultimi anni, ad oggi non più sostenibile, di continuare ad ampliarne il numero. E’ stato ricordato come i criteri adottati abbiano prodotto, anche nel recente passato, una serie di errori, di sperequazioni e di lamentele, spesso oggettivamente motivate, all’atto della predisposizione del decreto che aggiorna annualmente l’elenco delle sedi disagiate.
Proprio per la complessità della materia e per la necessità condivisa di approfondire l’attuale situazione, si è convenuto di costituire un tavolo di lavoro tra Amministrazione ed organizzazioni sindacali per definire e fissare nuovi criteri più dettagliati, circoscritti e maggiormente qualificanti per valorizzare realmente il disagio, rispondere in modo più preciso e puntuale alle aspettative del personale, con riguardo alle concrete e reali condizioni di servizio presso sedi considerate disagiate.
Si è trattato di una proposta di lavoro che, attraverso una discussione preventiva con l’Amministrazione, dovrà portare ad una revisione sostanziale degli attuali criteri che presiedono all’individuazione delle sedi disagiate, in modo tale da tradurre nel concreto lo spirito vero della normativa vigente in materia, e consentire al personale interessato, che presta servizio in talune sedi concretamente disagiate, di ottenere il riconoscimento reale, e non solo virtuale, dei benefici previsti dalla normativa vigente per chi opera in determinate condizioni lavorative.
Premesso ciò, nei prossimi giorni inizieranno i lavori del tavolo tecnico che dovrà portare alla elaborazione di una nuova proposta articolata sui futuri criteri che verranno adottati per definire una sede disagiata.
Siulp - Silp per la Cgil - Siap/Anfp - Consap Italia Sicura
Sap - Ugl/Polizia - Coisp/Up/Fps/Adp/Pnfi/Mps - Uilps
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Siulp
Il Segretario generale Felice Romano dichiara: “Forse ha ragione il sottosegretario all’Interno Mantovano, al quale fa eco lo stesso ministro Maroni, nel dire che iniziative come le ‘ronde nere’ di Milano saranno impossibili una volta approvato il disegno di legge sulla sicurezza.
Ma, a parere del Siulp, se qualcuno a Milano ha pensato di mettere le classiche divise fasciste addosso a qualche centinaio di ben piazzati bamboccioni, e di partire per la crociata al grido di domine dirige nos, questo è senz’altro addebitabile al clima ‘possibilista’ creato e fortemente voluto da questo governo. Il ministro Maroni, tra l’altro, è stato molto chiaro quando ha detto a Pontida: ‘Le chiamano ronde? Ebbene sì, noi vogliamo le ronde’.
Ebbene no: il Siulp le ronde non le vuole, e comincia ad avere qualche serio dubbio sul fatto che un ministro dell’Interno, sia pure in escursione da weekend, possa fomentare, con parole e con fatti, un clima ‘possibilista’ sulle ronde.
Anche noi poliziotti, come il ministro dell’Interno e come i militanti della Lega, siamo persone che privilegiano i fatti alle chiacchiere: noi le ronde non le vogliamo, e non vogliamo neanche un ministro dell’Interno che le vuole. Deus lo vult”.
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Silp-Cgil
La Segreteria di Roma, con una lettera al Questore, denuncia: “Commissariati di Polizia nella Capitale in una situazione ormai grave e personale allo stremo. Chiediamo dignità professionale, il riconoscimeno dei diritti previsti, strumenti lavorativi che permettano agli agenti di assolvere la funzione istituzionale e di dare risposte alla crescente insicurezza dei cittadini.
Il blocco del turn over e i continui tagli in materia di sicurezza hanno portato ad una carenza degli organici che sfiora il 30%. Roma si è trasformata nella capitale delle emergenze, la normale attività di sicurezza ha assunto carattere di emergenzialità; in nome di presunte esigenze di servizio sono stati compressi diritti e peggiorato la qualità del lavoro dei poliziotti in servizio nei commissariati.
Alle carenze di organico non si è riusciti a rispondere con la modernizzazione organizzativa del modello sicurezza, anzi, il personale è stato spesso sacrificato per soddisfare priorità indicate dalla politica e non rispondenti alle richieste dei cittadini. Le ordinanze emesse dal sindaco hanno condizionato, e tuttora condizionano, le politiche della sicurezza e la distribuzione degli uomini sul territorio”.
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Siap
La Segreteria provinciale di Varese denuncia il grave problema che esiste nel commissariato di Busto Arsizio, per gli spazi insufficienti, protestando con un presidio davanti al commissariato.
Francesco Cianci, del Siap ha dichiarato: “E’ un’emergenza logistica ed un’urgenza non più rinviabile: trovare una sede più adeguata e dignitosa dell’attuale. La vicenda è cronica, posto che da anni si parla di trasferire uomini e donne altrove. Ultimamente si è ipotizzata anche di una inedita sede unica con i Carabinieri nell’edificio a suo tempo costruito per l’Arma, e mai utilizzato per problemi burocratici ed economici.
Le chiacchiere stanno a zero. Con il nostro presidio vogliamo attirare l’attenzione di tutti, e soprattutto di chi ha il dovere e la possibilità di intervenire, per la ricerca di una soluzione decorosa, che faccia finalmente onore non solo all’Amministrazione della Polizia di Stato, ma anche alla comunità di Busto Arzisio.
E’ una situazione così grave che segna tutto il distacco che separa chi tutti i giorni parla di sicurezza, da chi tutti i giorni è chiamato a garantirla in concreto. Di sicurezza tutti si riempiono la bocca, e il nostro servizio viene strumentalizzato di qua e di là dalle varie politiche, poi chi va nelle stanze dei bottoni facilmente si dimentica delle nostre condizioni”.
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Usp
La Segreteria generale nazionale comunica: “La triste conta dei morti che ogni giorno si registra sulle strade, altro non è che il risultato di una politica inetta che tuttora insiste nel sostituire i poliziotti con gli autovelox.
L’Usp, negli ultimi anni, ha ripetutamente invitato i governi che si sono succeduti a ripristinare la piena funzionalità della Polizia Stradale, unica in grado di assicurare con le proprie pattuglie una presenza tale da costituire reale deterrente per gli automobilisti indisciplinati, abbassando notevolmente il numero degli incidenti.
Una richiesta che è stata finora colpevolmente ignorata, tanto che i conducenti spericolati sanno oggi di poter godere di una sorta di impunità, derivante da una palese assenza di controllo che evidenzia il chiaro fallimento di quella tanto sbandierata politica della sicurezza stradale.
Infatti, è ormai di tutta evidenza che la rete viaria nazionale risulta scarsamente o per nulla vigilata e, quindi, non possono stupire le oltre seimila persone decedute e i trecentomila feriti all’anno per incidenti stradali.
E’ inoltre illusorio parlare di prevenzione quando si chiudono molte Sezioni e Distaccamenti della Polstrada o le si lasciano prive di auto, di materiali e addirittura di prontuari del nuovo Codice della Strada. Parimenti assurdo che il personale in servizio attivo sia ormai in gran parte anziano e che non si intendano ancora sanare i gravissimi deficit di organico della Polizia Stradale, superiori alle 10.000 unità in ambito nazionale.
A riguardo, l’Unione sindacale di Polizia giudica quindi del tutto inconcludente il comportamento del governo, il quale finora ha saputo solo incrementare il numero degli autovelox nell’errata convinzione che ciò possa limitare quei comportamenti sconsiderati alla guida che sono fonte di pericolo per l’incolumità altrui”.
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Coisp
Il Segretario generale Franco Maccari ha dichiarato: “A Verona, il Procuratore capo Mario Giulio Schinaia viene aggredito vigliaccamente. La politica sulla sicurezza di facciata fa sentire ancora più forti i delinquenti.
Non serve andare a cercare spiegazioni nei trattati di sociologia, i delinquenti e le loro azioni vigliacche proliferano quando si lascia loro spazio sul territorio. Le politiche delle ronde, delle pattuglie militari, sono solo iniziative pensate per la propaganda e per i sondaggi e, purtroppo, per le persone perbene; non impauriscono di certo i delinquenti da strada né tantomeno i criminali incalliti.
Le indagini, che vengono invocate da ogni parte per assicurare alla Giustizia gli autori di questo vile attacco al Procuratore, saranno certamente svolte con la massima attenzione e solerzia, ma con altrettanta certezza possiamo prevedere che le ore di lavoro straordinario necessario a questo scopo, allorquando vengano pagate, ciò avverrà con un ritardo di mesi. Sappiamo sin da adesso che i mezzi a disposizione dei colleghi scaligeri sono vetusti, usurati e che questa situazione si replica in ogni questura italiana.
Il Coisp esprime una vera e reale solidarietà al Procuratore Schinaia, che si tradurrà in silenziosi sacrifici personali da parte degli investigatori.
Speriamo che questo incredibile episodio rimanga isolato e che al più presto si torni a garantire alle Forze dell’ordine le risorse necessarie per poter svolgere adeguatamente e professionalmente il proprio lavoro”.
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Sappe
Il Segretario generale Donato Capere preannuncia una lettera con la quale chiederà l’intervento del ministro Alfano per risolvere il problema del sovraffollamento carcerario, e dichiara: “In questo momento di piena emergenza sovraffollamento delle carceri, dopo aver superato ogni record di numero di persone detenute nella Repubblica italiana, il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ha ‘oscurato’ ogni accesso alle statistiche e informazioni sulle presenze negli istituti penitenziari.
Non bastava che i dati ufficiali venissero pubblicati una volta ogni sei mesi nel sito web del ministero della Giustizia; non bastava far trapelare statistiche non aggiornate ad associazioni private e non ai sindacati di Polizia Penitenziaria. Ora anche nella rete Intranet del Dap è stato chiuso l’accesso alle statistiche che venivano aggiornate ogni giorno. Si tratta di un fatto gravissimo in deroga ad ogni principio di trasparenza e correttezza, sia nei confronti dell’opinione pubblica, che non ha modo di rendersi conto dell’effettivo stato in cui versa il sistema penitenziario italiano, sia nei confronti delle organizzazioni sindacali del Corpo di Polizia Penitenziaria, che denunciano da mesi che il sovraffollamento sta causando il collaso dell’intero sistema penitenziario. Il Dap conta sul fatto che a pagarne le conseguenze non saranno i dirigenti penitenziari arroccati ormai nelle stanze ministeriali, ma le migliaia di poliziotti penitenziari che ogni giorno, in prima linea, stanno arginando un’emergenza di sicurezza e sanità pubblica. Mentre si ‘scaricano’ alle Asl le competenze sanitarie delle carceri, si fa finta di non vedere che a contatto con malati di Aids, tubercolosi ed epatite C, ci sono le migliaia di donne e uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria.
Nei giorni scorsi è stato presentato il piano di edilizia penitenziaria per aumentare la capacità di ‘accoglienza’ delle carceri che prevede un incremento di circa 17.000 posti. Un piano per lo più solo sulla carta perché non ha la copertura finanziaria ed è un piano che forse andrà a regime nel 2012. Intanto, l’Amministrazione Penitenziaria decide di adottare la ‘tecnica dello struzzo’: per risolvere il problema sovraffollamento si nascondono le informazioni, una tecnica degna dei peggiori sistemi totalitari”.
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Sap
Il Segretario del Sap Nicola Tanzi risponde così al ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta: “I poliziotti e i carabinieri italiani non sono né dei panzoni né dei passacarte, ma svolgono indagini. E’ opportuno però, una volta per tutte, dire con forza che la questione dei poliziotti negli uffici è un falso problema: la maggior parte delle attività cosiddette burocratiche, infatti, è in realtà legata a compiti di Polizia, come i controlli per il rilascio del passaporto e del porto d’armi. Non si tratta dunque di compiti da far svolgere ad un impiegato civile, visto che ci sono verifiche ed indagini da compiere.
Va invece valutata con molta attenzione la posizione del ministro Maroni, che ha proposto di razionalizzare le Forze dell’ordine. Da sempre il Sap si pone l’obiettivo di istituire un unico Corpo di Polizia nazionale, ovviamente coi dovuti e necessari accorgimenti, che rispettino la storia e la struttura delle Forze dell’ordine esistenti”.
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Consap
La Segreteria nazionale comunica: “La Consap, unitamente alla stragrande maggioranza delle organizzazioni sindacali della Polizia di Stato, ha chiesto al Presidente del Consiglio un autorevole intervento affinché trovino riscontro, con appositi urgenti ed idonei provvedimenti, le istanze prioritarie della categoria, sulle quali, tra l’altro, il suo governo ha, in qualche caso, formalmente assunto precisi impegni. Tali istanze possono essere sintetizzate in quattro punti principali: il riordino delle carriere e delle funzioni, avvertito come strumento essenziale e concreto per ridisegnare un nuovo ed efficace sistema della sicurezza in linea con le istanze dei cittadini; lo stanziamento di congrue risorse per il contratto, imprescindibile per rendere concreto il riconoscimento della specificità professionale; l’attuazione dell’impegno riguardante la posizione degli operatori di Polizia rispetto all’articolo 71 del cosiddetto decreto Brunetta; la separazione del Comparto Sicurezza dal Comparto Difesa.
In assenza di risposte, la Consap e tutte le altre organizzazioni sindacali non esiteranno ulteriormente ad attuare ogni forma di protesta consentita.
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