Il Ministro dell’Interno, nel quadro di uno spostamento di questori, ha trasferito anche il dottor Antonino Puglisi, insediatosi solo pochi mesi fa.
Del citato questore forse non conserveremo nemmeno il ricordo, come diversi suoi predecessori; è venuto, ha visto, ha lasciato le cose un poco peggio di come le aveva trovate ed era pronto per un altro incarico, magari di maggiore prestigio.
Sia chiaro: niente di personale abbiamo nei confronti del questore Puglisi, anzi ci è sembrato anche un brav’uomo. Quello che invece ci lascia perplessi è la strategia del livello centrale, ammesso e non concesso che si possa parlare di strategie e non piuttosto di “improvvisazioni” offerte all’opinione pubblica come grandi cambiamenti.
La questura di Napoli avrebbe bisogno di un programma di media scadenza che faccia il punto sulle questioni logistiche, uomini e mezzi e strumenti; viceversa, a quanto pare, il Viminale utilizza la questura come se fosse un trampolino di lancio verso altre destinazioni, oppure un semplice luogo di transito per dirigenti in attesa di promozioni.
E’ necessario che la Polizia di Stato censisca le sue professionalità disponibili allontanando da Napoli diversi dirigenti dimostratisi incapaci e -al contempo - vengano premiati quelli che hanno consentito dei risultati, cosa che può avvenire solo se si assicura per un congruo periodo di tempo una direzione capace, durevole e con risorse disponibili.
Per questo speriamo che il nuovo capo della Polizia napoletana (al quale va il nostro saluto ed un augurio di buon lavoro), che presenta un curriculum di tutto rispetto, non sia di passaggio e possa segnare un periodo di vero e profondo cambiamento per la funzionalità e l’efficienza della Polizia napoletana, con un occhio attento anche alle esigenze degli operatori, costretti a vivere ed operare in una realtà difficile e drammaticamente complessa.
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