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Aprile-Maggio/2009 - Laboratorio
Lassù “nessuno ci ama”
di Giovanni Sammito - Segr. gen. Siulp - Gorizia

L’esclusione delle Forze di polizia dalle penalizzazioni previste dal decreto Brunetta segna senza dubbio un grande risultato da ascrivere alle organizzazioni sindacali di Polizia. Perché, sia chiaro, non si è trattato di generosità politica nei nostri confronti.
Anzi l’occasione ha rivelato una volta di più che, come ebbe a dire qualche anno fa il presidente Oronzo Cosi, “lassù nessuno ci ama”.
Altro che riconoscimento delle nostre specificità! Senza le numerose e continue iniziative di protesta e di mobilitazione, il famigerato decreto avrebbe finito per contemplare anche noi tra i “fannulloni” da scovare e punire. Senza dimenticare che proprio noi, addirittura, avremmo pagato il prezzo più alto malgrado nella nostra categoria si registra il tasso più basso di assenteismo tra il Pubblico impiego: meno di un quarto di quel tanto enfatizzato 20% su base nazionale!
Dobbiamo avere piena e consapevole coscienza, allora, che abbiamo impedito che si perpetrasse una grave, quanto ingiustificabile, ingiustizia ai danni degli operatori della sicurezza. Per capirsi, il ministro Brunetta non ci ha dato nulla.
Questa vicenda semmai ci richiama alla cruda realtà. Finito il tempo delle mirabolanti promesse elettorali, infatti, sono imminenti altre dure ed impegnative vertenze che potrebbero preludere ad ulteriori iniziative di lotta laddove, ad esempio, venissero confermati gli attuali appostamenti di risorse economiche per il rinnovo del contratto di lavoro.
Il precedente biennio, come si ricorderà, fu definito una “elemosina” da parte di un sindacato che poi, tuttavia, si affrettò a sottoscriverlo. Ebbene ora le cose, almeno ad oggi, stanno molto peggio: il finanziamento attuale, seppur in presenza di una maggiore inflazione rispetto al precedente biennio, pare si attesti attorno ad una riduzione di oltre un terzo. Senza contare che con questi “chiari di luna” saremo chiamati ad affrontare altre questioni importanti, a partire da quella inerente il riordino delle carriere.
Purtroppo, altri fatti recenti - vedi l’impiego dell’Esercito, la devoluzione ai sindaci di poteri di Polizia, il continuo fiorire di Polizie locali ed altri surrogati di questo genere - ci inducono a ritenere che il nostro ruolo andrà speso sia sul versante contrattuale, sia rispetto a quello di salvaguardia del modello civile e statale della sicurezza nel nostro Paese.
La sensazione è quella di essere al cospetto di una delle sfide più insidiose tra quelle vissute dal dopo riforma. Se così fosse, siamo certi di saperla affrontare, perché ci conforta sapere che il nostro sindacato continua a riscuotere un ampio consenso. Non solo tra i numerosissimi colleghi, ma anche tra le Istituzioni e la collettività più in generale.

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