Dall’aprile scorso è cominciata nel nord dell’Australia una sistematica campagna di caccia per eliminare i rospi della canna (Bufo Marinus), la cui presenza è considerata distruttiva per le coltivazioni.
Questi anfibi erano stati importati negli anni ’30 dal Sudamerica, per contrastare i parassiti della canna da zucchero, ma da allora il loro numero è enormemente aumentato, raggiungendo, secondo le stime ufficiali, i 200 milioni. Questa popolazione non autoctona con la sua presenza eccessiva ha inoltre turbato l’equilibrio dell’ecosistema uccidendo altri animali nativi, e fornendo un eccesso di cibo ad altri, come serpenti e piccoli coccodrilli.
Alla caccia partecipano centinaia di volontari, tra i quali intere famiglie, e vengono assegnati dei premi a seconda del numero dei rospi catturati e delle loro dimensioni. Una volta presi, i rospi vengono soppressi “in modo indolore” congelandoli e o chiudendoli in sacchetti di plastica pieni di anidride carbonica. Alcuni esemplari sono destinati ai laboratori di ricerca, altri imbalsamati come souvenir, ma la maggior parte viene trasformata in concime.
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