Se nel Comparto Sicurezza esistono
delle magagne, delle zone oscure, lo si scopra
subito e senza esitazione, altrimenti senza
mezzi, senza benzina, senza straordinari, senza
luce, e senza gas, l’ultima cosa
da fare, anche per i poliziotti, sarà proprio
di ficcare la testa nella sabbia per non vedere
tutto quello che succede intorno
Accadono, di recente, fatti strani ed increbili presso il Dipartimento della Pubblica sicurezza: fatti che la mente umana non riesce ancora a spiegare, se non ricorrendo ad ipotesi estreme ma non per questo improbabili.
Appare oramai assodato che da qualche anno tutti i governi che si sono succeduti nella guida del nostro Paese hanno ridotto le spese per la Pubblica amministrazione. Ivi compreso il Dipartimento della Pubblica sicurezza che, come appare oramai indiscutibile, è incorporato nel ministero dell’Interno.
La fonte segretissima di queste informazioni non è che la legge Finanziaria: pertanto, chi ne ha tempo e voglia, può procurarsela e leggere gli articoli che prevedono le misure di contenimento della spesa pubblica.
Fin qua nulla di straordinario.
La cosa inspiegabile è che quando il Siulp, o altri sindacati di Polizia, o i Cocer dei Carabinieri o della Guardia di Finanza, o qualche giornalista, o lo stesso Presidente della Repubblica, fa presente che continuando a tagliare sulla Sicurezza si mette a repentaglio la possibilità di tutela dell’incolumità dei cittadini, autorevoli esponenti del governo e della maggioranza negano senza la minima esitazione che i tagli vi siano stati.
Negano i senatori della Lega, negano gli onorevoli della destra, nega l’affascinante ministro Carfagna delle pari opportunità, nega l’altrettanto affascinante ministro La Russa della Difesa, nega soprattutto il sempre più indecifrabile ministro Maroni dell’Interno.
Negano, e anzi aggiungono: altro che tagli! Sotto la nostra guida illuminata le Forze di polizia hanno ricevuto ben 100, dicesi cento milioni da spendere come meglio ritengono per incrementare il livello di sicurezza.
Sarà: tutto può essere, anche che la matematica diventi un’opinione.
Ma per chi, come noi sa far di conto, il gioco è presto fatto: se io taglio il bilancio 2009 di un miliardo e 31 milioni di euro, e poi investo 100 milioni sulla sicurezza, alla fine dei conti ho tolto alla pubblica sicurezza 931 milioni di euro.
Il che dimostra, qualora ve ne fosse necessità, che in quanto a matematica siamo talmente ferrati da poter dare lezioni private persino ai ministri della Repubblica.
Ma teniamo comunque per buono il loro ragionamento.
Ecco, anche così facendo, il discorso non regge: perché se i tagli ci sono, le macchine si fermano, gli organici si riducono, le strutture diventano fatiscenti, e a quel punto, volenti o nolenti, anche i poliziotti si vedono costretti ad adottare la politica degli struzzi: fa finta cioè che il pericolo non esiste.
D’altra parte, non mancano clamorosi segnali di smobilitazione che provengono, guarda caso, non da sindacati di Polizia che si sà, sono disfattisti; non da qualche giornale dissidente che, si sà, è finanziato dall’opposizione. Ma che provengono proprio dai dirigenti degli Uffici centrali del ministero dell’Interno che, si sà, dovrebbero essere imparziali e lontani dalle nobili logiche della politica.
Ne è esempio la circolare del 9 gennaio 2009 della Direzione centrale per i Servizi di ragioneria la quale, in considerazione “degli ulteriori tagli agli stanziamenti di bilancio per il 2009”, invita gli Uffici territoriali a “compiere ogni sforzo possibile” per stare dentro le spese: in particolare si dovranno usare lampade a basso consumo, temporizzatori per la luce e per le docce, accensione dei condizionatori solo in caso di reale necessità.
Soprattutto, divieto assoluto di utilizzo di stufe elettriche.
Per chi usufruisce di alloggio di servizio, ogni usufruttuario paga la sua quota di luce di gas. Se però non è possibile conteggiare la quota, la Prefettura non paga comunque.
Se la Ragioneria suona le trombe, le Risorse umane fanno rullare i propri tamburi: con circolare del 19 febbraio il servizio ministeriale dispone ulteriori tagli sulle missioni ordinarie. E osa affermare che necessitano “disposizioni urgenti per il contenimento della spesa”, invitando tutte le questure d’Italia a ridurre al massimo le missioni, e disponendo che comunque i dipendenti di qualsiasi qualifica utilizzino in via prioritaria strutture dell’Amministrazione sia per consumare i pasti che per alloggiare.
Le centinaia di colleghi che sono in missione per arrestare terroristi, mafiosi e latitanti sono belli e avvisati: finiti l’appostamento o il pedinamento, tutti in caserma per la consumazione del secondo ordinario e poi in camerata a dormire.
E’ ora di finirla con questa mania del monolocale in affitto o della stanza d’albergo.
Pazienza se poi i ricercati capiranno che quei tizi venuti da fuori dormono in caserma e sono peertanto poliziotti: il contenimento della spesa è la priorità assoluta, tutto il resto è un optional.
Se la Ragioneria suona le trombe, se le Risorse umane fanno rullare i tamburi, a qualche questore non rimane che suonare il piffero: “poiché le già esigue risorse del 2008 sono state ulteriormente ridotte del 60% (sessanta per cento) si renderà assolutamente indispensabile, con decorrenza immediata, contrarre gli invii in missione del personale, e assicurare in pari tempo l’economicità della loro esecuzione”.
Così scrive, a cuor leggero, il 10 marzo il questore di Catania, il quale è talmente indaffarato ad osservare le direttive ministeriali che non ha avuto modo e tempo di seguire le tranquillizzanti affermazioni rese alla stampa da ministri e ministre di questa Repubblica: ma che tagli e tagli, il governo ha potenziato gli investimenti in materia di sicurezza. E chi dice il contrario è un disfattista.
Accettiamo pertanto con sommesso coraggio l’evidenza dei fatti: siamo tutti disfattisti e loro invece, con la politica dello struzzo, perseguono fini più nobili: l’interesse generale del Paese.
E se invece le cose non stessero così? E se invece avessero ragione loro?
Se cioè davvero i tagli non ci fossero, e ci fossero invece i potenziamenti, perché burocrati, prefetti e questori scrivono e dicono queste cose?
L’ipotesi che ci accingiamo a fare è senz’altro suggestiva, ma potrebbe spiegare il tutto: la poniamo pertanto come spunto di riflessione per il ministro Maroni e per tutti gli esponenti del governo che, a torto o a ragione, sostengono che questo Esecutivo ha migliorato la sicurezza con investimenti ulteriori di risorse.
C’è qualcuno che fa la cresta sulla spesa, qualcuno che intasca tutti gli incrementi e poi ordina ai suoi di scrivere e dire quelle cose sconce. C’è una specie di grande vecchio, nel Comparto Sicurezza, che come le massaie di una volta fa risultare più elevati i costi della spesa per intascare la differenza.
Lo si scopra allora, subito e senza esitazione: perché se le cose continuano così, tra un po’ la politica degli struzzi la faranno i poliziotti: senza mezzi, senza benzina, senza straordinari, senza luce e senza gas, forse l’unica cosa da fare, o meglio l’ultima cosa da fare, consiste proprio nel ficcare a forza la testa nella sabbia per non vedere tutto quello che succede attorno.
Autoconvincendosi, e convincendo tutti gli altri, che le cose vanno bene così, che tutto il possibile è stato fatto, e che altro alla fine non si può fare.
Fermate la Polizia, voglio scendere.
[Tratto da: Collegamento Siulp-Flash - n. 6 18/3/2009 - www.siulp.it]
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