Materiali sintetici e naturali, cementi
speciali e pannelli solari. La bioedilizia
ci insegna come salvaguardare l’ambiente e i nostri risparmi
Dare un taglio netto alle bollette di gas, luce e acqua? Non è un’utopia, ma il vantaggio di vivere in una casa “passiva”, un edificio che, grazie ai materiali con cui viene realizzato, permette una sensibilissima riduzione dei consumi energetici. Fondamentale, anche per il risanamento dei vecchi edifici, è eliminate i ponti termici e ridurre lo spreco di calore. Con il metodo della “facciata sospesa”, che consiste nel raddoppiare la parete esterna applicando un rivestimento in legno, si isolano le villette, mentre negli appartamenti si applica un materiale composito termoisolante sulle pareti e sopra l’intonaco. Per azzerare le dispersioni sul tetto si isola il solaio con materiali sintetici o con fibre naturali come il sughero. Il legno è il materiale che assicura le prestazioni migliori anche d’estate, perché resiste al calore di giorno e trattiene il fresco la notte. Per evitare condense e muffe, i materiali edilizi ecocompatibili sono in grado di degradare i componenti organici di vapori e fumo. Per isolare completamente la casa, inoltre, non bastano doppi o tripli vetri. Rover Plastik ha inventato un blocco termoacustico per porte e finestre, che permette di chiudere ermeticamente l’edificio. Per quanto riguarda gli impianti di riscaldamento, basterebbe sfruttare l’acqua riscaldata a 30° dai pannelli solari e diffonderla tramite pannelli radianti inseriti in doppie pareti di cartongesso. Per i più questi sembreranno termini mutuati dalla fantascienza, ma non è così. La bioedilizia, infatti, si fa sempre più spazio, cercando di vincere le iniziali diffidenze di chi la considera proibitiva e difficilmente realizzabile. Nata come reazione alla grave crisi ambientale di cui l’attività del costruire è in parte responsabile, incidendo per circa un terzo sul consumo mondiale di energia, l’edilizia ecologica ha dovuto subito fronteggiare diverse difficoltà, prima fra tutti la radicata forma mentis di molti committenti che non sono abituati a pensare alle conseguenze ambientali delle proprie azioni. Tuttavia, una maggiore informazione sui rischi che corre il nostro pianeta e il timore per la propria salute, promettono una maggiore sensibilità verso i problemi ambientali. L’abbassamento del fabbisogno energetico per il riscaldamento sembra essere una soluzione efficace per il problema dell’inquinamento atmosferico ed appare come una delle misure fondamentali per poter evitare la scomparsa delle foreste e la catastrofe climatica.
Le esperienze positive dei paesi del nord Europa dimostrano chiaramente che un’abitazione ben progettata e realizzata correttamente è la via più pratica e al tempo stesso più economica per la salvaguardia del nostro ambiente dai gas di scarico dei sistemi di riscaldamento a combustione.
La scelta dei materiali isolanti e da costruzione appare di fondamentale importanza, in quanto influisce non solo sull'ambiente, ma anche sulla salute degli abitanti. I materiali comunemente usati oggi richiedono grandi consumi d'energia, esauriscono le risorse naturali e nella loro composizione spesso c’è traccia di sostanze nocive. Materiali tradizionali quali argilla, calce, pietra, fibre vegetali, sono tuttora abbondanti e le scorte di legname possono essere garantite o migliorate con la gestione equilibrata dello sfruttamento dei boschi. Questi materiali isolanti, inoltre, sono facilmente riciclabili, producono poco o nessun inquinamento e, una volta terminata la loro funzione edile, vengono riassorbiti nei cicli naturali dell'ambiente.
Del resto, se consideriamo che, solo in Lombardia, il fabbisogno delle abitazioni va da 125 a 250 kilowattora l’anno per metro quadro e che una casa ecocompatibile consuma meno di 10 Kwh l’anno, oltre l’ambiente potremmo salvaguardare anche il portafoglio.
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