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Fabbraio-Marzo/2009 - Articoli e Inchieste
Torino
I disagi del cavallo poliziotto
di Segreteria Gen. Coisp - Torino

La Segreteria provinciale del Coisp
denuncia le gravi problematiche
legate alla nuova sede
della Squadra a cavallo. La struttura
non è adeguata alle esigenze
lavorative degli animali
e del personale che vi opera


Questa organizzazione sindacale vuole porre attenzione sulle gravi problematiche che affliggono la nuova sede della Squadra a cavallo della Polizia di Stato, operante presso la struttura sita in viale Virgilio 40, a Torino, in quanto, a nostro parere, è stata realizzata senza tener minimamente conto delle esigenze dei quadrupedi che, quotidianamente, il personale della Polizia di Stato con specifica specialità, utilizza per svolgere il proprio compito di prevenzione del crimine.
Di seguito vengono elencate le maggiori problematiche riscontrate nella struttura predetta.
- Non esiste un campo regolamentare (20X40 mt.) ove poter svolgere il “lavoro quadrupedi”, l’unico spazio disponibile presente nell’attuale sede della Squadra a cavallo, consiste in un pezzo di terreno trapezoidale all’interno del quale non è possibile, vista anche la presenza di due grossi alberi, effettuare un efficace lavoro cavalli. A tutto ciò si aggiunge la presenza, all’interno del predetto terreno, di un tombino metallico sporgente che crea un grave pericolo per l’incolumità del cavallo e, di riflesso, del personale. Inoltre l’area diventa inutilizzabile dopo pochi giorni di pioggia in quanto completamente melmosa.
Si evidenzia che i cavalli hanno necessità di essere lavorati (ovvero di essere montati in maneggio per essere addestrati, allenati e per stabilire un corretto binomio lavorativo) almeno due volte a settimana. Questo lavoro è estremamente importante in quanto il cavallo, se non costantemente lavorato, tende a “dimenticare” la reazione corretta da effettuare a seguito di un impulso dato dal cavaliere (fermarsi, partire al galoppo, effettuare una girata, ecc.); allo stesso tempo il cavaliere deve mantenersi in allenamento per essere sempre in grado di gestire un animale di circa 600 Kg. E’ palese che, venendo i quadrupedi utilizzati in ambienti pubblici (parchi cittadini o manifestazioni pubbliche), in caso di scarso lavoro possono diventare fonte di pericolo per il cavaliere, per se stessi e per i comuni cittadini.
- Il paddock è sprovvisto di telecamere tanto che, quando vi si pone un cavallo all’interno, un operatore di Polizia è costretto a sostare permanentemente nei pressi per controllare la situazione. Il recinto infatti è tangente viale Virgilio ed è protetto solo da uno steccato attraverso il quale possono passare persone o animali (in particolare cani). Essendo la zona del parco molto frequentata, queste situazioni capitano pressoché quotidianamente.
Da evidenziare il fatto che, appena un operatore si assenta per andare in bagno o per un’altra momentanea situazione, la gente può dare agli animali cibo non idoneo o, peggio, rapportarsi in maniera inidonea, far innervosire gli equini o essere da loro morsi o scalciati. All’uopo si riporta l’esempio del bambino che ha dato al cavallo della gomma da masticare, poi fortunatamente espulsa dallo stesso, e di un uomo, che stava dando dei colpi di giornale al cavallo per farlo girare nella sua direzione. E’ frequente inoltre trovare all’interno del paddock bottiglie di birra vuote, lattine vuote, cocci di vetro, spazzatura e quant’altro i frequentatori notturni del parco (soprattutto nei fine settimana) gettano senza riguardo all’interno dell’area.
- Il corridoio che porta dai box al tondino ed al paddock è costellato di tombini. Su una superficie di circa 3,5 mt x 40 mt si contano ben 94 tombini pericolosi in quanto i cavalli ferrati scivolano sulle coperture metalliche degli stessi.
- Il tratto finale che conduce al paddock è estremamente pericoloso in quanto costringe il cavaliere che porta un cavallo alla mano, a transitare in un punto molto angusto, stretto meno di due metri, in cui cavaliere e cavallo si trovano stretti tra lo steccato del tondino ed un albero. Sarebbe sufficiente un minimo scarto del cavallo (spostamento laterale) per procurare seri danni fisici al personale operante.
- Il tondino (struttura che servirebbe a far lavorare il cavallo senza cavaliere) è sottomisura (12 metri di diametro invece di 16/18metri) ed il fondo dello stesso è ricoperto da uno strato di sabbia che, oltre ad essere inidonea, è eccessivo. Questo lo rende inutilizzabile in quanto il diametro ridotto costringe il cavallo (soprattutto a freddo) a lavorare troppo sulla spalla interna con potenziale rischio di lesioni alla spalla stessa.
Il fondo inadatto provoca la sferratura dello zoccolo dell’animale ogni qual volta si tenta di utilizzare il tondino. Inoltre non è stata costruita una copertura dello stesso con conseguente inutilizzabilità (anche se fosse a norma) in caso di maltempo e pioggia.
- Le vasche per lo stoccaggio dello stallatico non rispettano le norme igieniche né tanto meno quelle legate alla legge 626 in materia di sicurezza sul posto di lavoro.
Le vasche (che dovrebbero essere interrate) sono invece a giorno e consistono in contenitori metallici arrugginiti e usurati, non ermetici, che vengono riempiti con le deiezioni dei cavalli mediante il difficile lavoro manuale con l’ausilio di una carriola, e svuotate da una ditta preposta una volta alla settimana. Le vasche per lo stallatico sono appoggiate sopra le botole di quelle che dovrebbero essere le vasche regolamentari interrate, tutt’oggi inutilizzate in quanto realizzate senza il rispetto delle misure standard.
Il buttero che si occupa della pulizia dei box è costretto ad operare in una situazione di estremo disagio dovendo, con l’ausilio di mattoni e scivoli improvvisati, svuotare la carriola in condizioni di sicurezza per la salute davvero precarie. Tale inconveniente igienico sanitario d’estate è particolarmente preoccupante per la ingente presenza di mosche e per l’odore forte che proviene dalle vasche, percepibile anche da cittadini transitanti nel marciapiede adiacente.
- Lo stesso buttero, in caso di maltempo, è costretto a lavorare sotto la pioggia in quanto la tettoia che copre i box è a sbalzo solamente per un metro circa (ovvero a misura di uomo ma non di cavallo!). Questo comporta che, oltre al personale operante, anche il cavallo è esposto alle intemperie quando viene legato all’esterno per le quotidiane operazioni di governo quadrupedi (pulizia e cura del cavallo) che quindi vengono inficiate.
- La porta di accesso ai box è divisa in una sezione inferiore ed una superiore che può rimanere aperta mentre l’altra è chiusa. Questo consente al cavallo di guardare fuori (i cavalli sono animali estremamente imbrancati e che patiscono molto il fatto di sentirsi chiusi in un ambiente ed isolati dagli altri) senza pericolo che possa uscire dal box.
La parte superiore, per una carenza progettuale, non si può aprire di 90° ma solo di circa 75°. Questo rappresenta un pericolo quando il cavallo viene legato alla campanella, all’esterno del box, per le quotidiane operazioni di governo dell’animale. Se il cavallo si spaventa e scarta di lato, rischia di ferirsi andando a battere proprio contro gli spigoli dello sportello semiaperto. Tale rischio si presenta quotidianamente anche agli operatori di Polizia e ai butteri civili che hanno a che fare con i quadrupedi.
- La recinzione che separa la struttura da viale Virgilio è alta poco più di 2 mt. quindi inadatta ad una struttura di Polizia in quanto consente il lancio di un qualsiasi oggetto contundente all’interno della struttura.
Inutile dire che gli animali, quando chiusi nel box, sono esposti a questo pericolo a meno di non chiudere completamente lo sportello superiore del box il che, ovviamente, costringerebbe l'animale “in galera” durante la sua permanenza nel box. Per ovviare momentaneamente a ciò gli stessi componenti della Squadra hanno posizionato la rete verde.
- Va inoltre menzionata e biasimata la scelta della ferratura in metallo, non comprensiva della parte in gomma antiscivolo, usata senza distinzione sia per le pattuglie ippomontate nei vari parchi, sia sul lastricato della zona centrale. La ferratura semplice infatti è consona per terreni non scivolosi, ma durante i servizi di rappresentanza servirebbero ferri con la porzione antiscivolo di gomma (come quelli usati da tutte le altre Forze dell’ordine ippomontate e usate dalla Polizia di Stato in occasione della sfilata a cavallo del 2 giugno a Roma) o i plantari mobili in gomma, onde evitare scivolamenti dei cavalli sul fondo stradale lastricato, già peraltro accadute più volte con gravi ripercussioni, sia sulla salute degli equini sia sulla incolumità dei cavalieri, nonchè sull’immagine sconveniente data al pubblico in queste occasioni. (Ultimo e recente esempio ne è quanto accaduto durante il servizio di rappresentanza svoltosi a Piacenza il 9 ottobre 2008, in occasione dei festeggiamenti per il rientro degli atleti paraolimpionici da Pechino, ove a causa dell’impossibilità pregressa di eseguire il sopra menzionato lavoro cavalli, uno dei due equini impiegati era particolarmente nervoso e, a causa della ferratura non idonea, perdeva aderenza sul lastricato rovinando a terra e poi fuggendo per le strade, creando panico e scompiglio tra la folla cittadina. Nell’occasione il cavaliere fortunatamente non ha riportato traumi in quanto atterrato sul corpo dell’animale e solo grazie alla fortuna, non rimanendo schiacciato dallo stesso.
- Da ultimo si fa presente che la sicurezza è carente anche per quanto riguarda il corpo di guardia di questa struttura in quanto non è provvisto di vetri blindati (si rammenta che stiamo parlando di un corpo di guardia di un posto di Polizia) e che è l’unico ambiente i cui serramenti non sono provvisti di barre anti intrusione.
Inoltre si segnala che all’interno del locale del corpo di guardia è presente un’arma lunga (pistola mitragliatrice Beretta modello M12) e che la stessa non viene custodita in un armadio blindato ma è semplicemente adagiata sul piano di uno scaffale lì presente.
Alla luce di quanto sopra denunciato spiace far rilevare che le fasi di progettazione e costruzione della struttura di cui si relaziona, peraltro estremamente dispendiose, non sono state seguite da personale tecnico ma da ditte costruttrici di abitazioni ad uso umano, quindi completamenti carenti delle più basilari nozioni fondamentali al caso specifico e, cosa ancora più grave, è stata completamente ignorata la relazione tecnica presentata dal professore universitario della Clinica di Veterinaria di Torino.
Si chiede pertanto a chi di dovere di analizzare le problematiche sopra esposte e cercare delle soluzioni rapide e concrete tenendo presente che la struttura precedentemente utilizzata nella Cascina Vittoria presso La Mandria, perfetta per i cavalli, è ancora una soluzione gratuita adottabile; inoltre ci sarebbe la gentile disponibilità del Centro Internazionale del Cavallo di Venaria avente uffici, box e strutture idonee ed utilizzabili in tempo reale.
Qualora si voglia invece optare per il miglioramento della struttura attuale si potrebbe per esempio:
- ampliare il paddock usando la porzione antistante il tondino, che andrebbe smantellato, e trasformandolo in campo da lavoro grazie all’integrazione del terreno demaniale adiacente allo stesso.
- eliminare la sabbia in eccesso nel tondino e creare una copertura;
- predisporre telecamere nella zona di sgambamento dei cavalli;
- prevedere la ferratura in metallo e gomma per i servizi di rappresentanza da effettuarsi nei centri cittadini.
_____________________________________________
Il parere di un esperto

Le richieste fatte rientrano in una logica condivisibile da chi si intende di cavalli. Il tondino troppo stretto, il maneggio con dimensioni e fondo inadeguato, i tombini in cui i cavalli possono inciampare o scivolare, la tettoia che non protegge dalla pioggia...
Tutto condivisibile... ma ho il sospetto che i poliziotti torinesi sperino di andare a La Mandria!
Non si può dar loro torto visto che La Mandria è una struttura bellissima (una delle più belle d’Europa!) recentemente restaurata, dove si sono svolti anche i Campionati europei di Dressage. Da qui anche certe esigenze eccessive (le telecamere) e certe larvate minacce, come il pericolo che intervengano associazioni animaliste.
Hanno comunque ragione se nella struttura dove sono adesso pagano un affitto al Comune, mentre a La Mandria sarebbero ospitati gratis...
Comunque, a parte la “dietrologia”, approvo le loro richieste di trasferimento!
Mario Palumbo
Direttore di “Cavallo Magazine”

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