Militari nelle città, costituzione
di “ronde”, “permessi a punti”
e “medici spioni” per combattere la criminalità e l’immigrazione
clandestina. Ma per le Forze
di polizia questo provvedimento
non rappresenta uno strumento
utile, ma un ulteriore
appesantimento
per lo svolgimento della loro
attività quotidiana
“Il perno centrale di questo pacchetto è la convinzione che la sicurezza non sia il risultato di un’attività che richiede grandi doti di equilibrio, di preparazione, di professionalità. Bensì una cosa che tutti bene o male riescono a fare, per cui se lo Stato non ce la fa, ogni cittadino può tranquillamente farvi fronte con un po’ di buona volontà, e magari con uno spray al peperoncino in tasca”.
“La prima scelta da fare è una maggiore e visibile unità e coordinamento fra le molteplici Forze di polizia militare e civile. Va prevista la fine del costoso uso dei militari in funzioni improprie di sicurezza interna, funzioni a cui, secondo dichiarazioni pubbliche di generali di CdA in servizio effettivo, non sono assolutamente addestrati, e pertanto sono costretti a servizi inutili di check point sul territorio nazionale”.
Quelli sopra riportati sono due passaggi dei documenti rispettivamente del Collegamento Siulp (Sindacato unitario dei lavoratori di polizia) e dell’Ufficio Sicurezza e Legalità della Cgil. Si tratta di giudizi e valutazioni espressi da “addetti ai lavori”basati su dati di fatto, e sull’esperienza di anni di attività e di studio nel campo dell’ordine pubblico e della difesa della legalità.
Entrambi i documenti, esaminando i singoli punti, esprimono opinioni analoghe. Prevalentemente critiche. Li pubblichiamo non con l’intento di presentare un atto di accusa, o di alimentare vuote polemiche, ma come elementi di discussione, e di riflessione. Di discussione soprattutto tra le forze politiche di ogni tendenza (la sicurezza non è né di destra, né di centro, né di sinistra), condotta con serietà, tenendo conto di tutti gli aspetti del problema. E di riflessione per tutti i cittadini, al di là del ricorso – forse comprensibile, ma certamente sterile, e in definitiva foriero di ulteriori pericoli – a reazioni emotive che non conducono ad alcuna soluzione concreta e durevole.
Perché la sicurezza, quella autentica, è un diritto che si difende efficacemente solo basandosi sulla serietà, sulla professionalità, sul rispetto a 360 gradi della legalità.
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