Mai prima d’oggi si era verificato che gli apparati deputati alla sicurezza del Paese lamentassero così coralmente le pessime condizioni in cui versano, sia sotto il profilo del trattamento economico dei suoi appartenenti, sia sotto l’aspetto delle carenze di risorse in termini di uomini e mezzi.
Tutti: Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria e Forestale, persino Vigili del Fuoco ma anche il Comparto militare, soffrono dello stesso male anche se non tutti, purtroppo, possono esprimerlo liberamente.
Malgrado questo clima certo non incoraggiante le Forze dell’ordine, dando prova di grande affidamento, efficienza e professionalità, continuano a cogliere importanti risultati nel contrasto e repressione delle più pericolose organizzazioni criminali oltre che nei confronti di tutte le altre variegate forme d’illegalità.
Beninteso nessuna autoreferenzialità. Anzi siamo abituati a considerare tutto ciò fisiologico e non ci aspettiamo particolari riconoscimenti. Dopotutto è il nostro lavoro e cerchiamo di svolgerlo nel migliore dei modi anche se non possiamo nascondere che ci è di grande aiuto l’apprezzamento che ci giunge dalla collettività.
Ciò che invece dispiace molto, e credo di interpretare il sentimento di migliaia di colleghi, è la scarsa considerazione che percepiamo dall’attuale compagine governativa. E non perché hanno disatteso le mirabolanti promesse elettorali. E nemmeno perché ci hanno tolto qualche diritto di cui godevamo.
Ciò che più ci ha deluso e ancor di più ci preoccupa è l’inganno che si sta tentando, più o meno consapevolmente, ai danni del Paese in materia di sicurezza pubblica. E’ oramai evidente, infatti, la determinazione con la quale si procede verso il graduale ridimensionamento della sicurezza statuale e centrale a favore di quelle locali.
Con un governo forte come quello attuale sarebbero state possibili riforme epocali. Come ad esempio l’accorpamento in un unico Ministero delle principali Forze di polizia con il conseguente recupeero di risorse e slancio per un reale processo di coordinamento ed una migliore territorializzazione.
Invece non sarà così. Dietro l’angolo s’affaccia la concreta possibilità che venga creata un’ulteriore Forza di polizia. Anzi forse due: quella regionale, tanto cara al ministro dell’Interno Maroni, e quella militare che sta a cuore al ministro della Difesa La Russa. Spetterà ancora una volta a noi del Siulp, così come in passato, contrastare e respingere questo genere di pulsioni che si pongono in aperto contrasto con la Carta Costituzionale e lo spirito della legge di riforma 121/81 che incarna il modello civile e statuale della sicurezza pubblica.
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