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Dicembre/2008 - SOLO ON LINE SU POLIZIA E DEMOCRAZIA
Amori multipli
di Eleonora Fedeli

Non chiamateli scambisti, tantomeno poligami.
Sono i polylovers, persone che intrattengono
più relazioni contemporaneamente e alla luce del sole.
Convinte che la monogamia abbia i giorni contati.


Amare più di una persona nello stesso momento? Non solo è possibile, ma è anche naturale. Così come desiderare rapporti sessuali con persone diverse o cercare esperienze nuove e stimolanti. Ne sono convinti coloro che praticano il poliamore, termine che indica la consuetudine di avere più di una relazione con la consapevolezza e il pieno consenso di tutte le persone coinvolte. Secondo i polyamorists, infatti, la monogamia sarebbe una costrizione imposta dalla morale comune e dalle leggi, non la reale espressione delle più profonde esigenze dell’uomo e della donna contemporanei. Colui che ha formulato l’ipotesi di questo nuovo e controverso modo di amare è stato il filosofo e sociologo parigino Jaques Attali, convinto che, nel mondo contemporaneo, la famiglia monogamica debba essere sostituita da una pluralità di rapporti sessuali e sentimentali. Il nucleo tradizionale, infatti, sarebbe destinato alla scomparsa a causa del cambiamento della società e della conseguente evoluzione dei costumi. Secondo Attali, nel mondo contemporaneo sono due i fattori che modificheranno profondamente i rapporti tra uomo e donna: una mobilità sociale molto elevata e la consapevolezza, maturata a partire dagli anni Sessanta, che uno degli obiettivi più importanti nella vita di ognuno sia il raggiungimento della felicità. Se fino ad oggi, però, questa coincideva con la realizzazione di una vita accanto ad una sola persona, ora si fa spazio l’idea che la vita sia un susseguirsi di più rapporti d’amore che, seppure vissuti nello stesso momento, mantengono la stessa intensità e autenticità. Il futuro prevede la sconfitta dell’amore eterno in favore di numerose passioni e di tanti momenti di trasporto con più persone. In tal modo, ognuno di noi avrebbe la possibilità di esplorare diverse parti di sé e di condurre tante esistenze nell’unica che abbiamo a disposizione. E la gelosia? Secondo i polyamanti, è sufficiente impedire che questa prenda il sopravvento nella propria vita, come facciamo con le paure e le altre emozioni indesiderate. E’ qualcosa che va superato, come i condizionamenti sociali e i pregiudizi degli altri, nella strenua convinzione che la monogamia sia un falso mito, perché le persone non sono una proprietà e non possono essere possedute da nessuno. Del resto, le statistiche sul divorzio e sull’adulterio sembrerebbero dar ragione ai polyamorists, mostrando che la monogamia raccoglie più fallimenti che successi. Meglio essere onesti con sé stessi e assecondare i propri istinti, disintegrando il nucleo familiare borghese e facendo spazio a un nuovo modello di famiglia allargata, persino preferibile nel caso in cui si abbiano dei bambini, ai quali, in tal modo, si offre una vasta gamma di modelli di riferimento, invece di una sola coppia sposata. Ma il poliamore soddisfa davvero tutte le parti in causa? E’ veramente possibile amare tante persone senza fare del male a nessuno? Catherine Millet, raffinata critica d’arte e direttrice della rivista Art Press, ne era convinta. Qualche anno fa, nel suo scandaloso libro Vita sessuale di Catherine M., aveva raccontato le passioni e le avventure consumate con il benestare del marito, gli incontri con uomini senza nome e senza volto, alla ricerca del piacere puro, offrendosi completamente e usando il proprio corpo senza inibizioni né moralismi. A distanza di poco tempo, però, la Millet è tornata sui suoi passi: nel libro Jour de souffrance ha dichiarato con estrema franchezza che il suo passato promiscuo e trasgressivo non l’ha risparmiata dalla vulnerabilità emotiva e dal tarlo della gelosia. Le convinzioni della sua vita da libertina, il rifiuto del romanticismo e la presa di distanza dall’ideale dell’amore eterno si sbriciolarono nell’istante in cui, aprendo una lettera indirizzata a suo marito, trovò al suo interno le foto di una giovane donna. Probabilmente i tempi non sono ancora maturi per questa “avanguardia” dei sentimenti. Forse in questa società, dove tutto scorre veloce e cambia ogni istante, c’è ancora la necessità di credere in qualcosa che sia per sempre.





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