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Dicembre/2008 - Osservatorio
Nelle mani della ’ndrangheta la Roma della Dolce Vita
di Viscardo Allegri



Da tempo la ’ndrangheta, ramificata in tutto il territorio nazionale, aveva piazzato delle solide basi nella zona del litorale romano, ma ora si apprende che negli ultimi anni la mafia calabrese ha portato i suoi affari nel centro storico della città, da via Veneto a Piazza di Spagna, e dintorni. “Continua senza freno la pervasività della ’ndrangheta nella Capitale – riferisce un rapporto della Guardia di Finanza alla Procura della Repubblica romana – La presenza delle ‘ndrine’ e di affiliati delle cosche calabresi della provincia di Reggio Calabria viene segnalata in diversi punti del centro storico di Roma”. Si tratta di investimenti per decine di milioni di euro nel settore immobiliare, nella ristorazione, nella grande distribuzione alimentare. “Infatti – precisa il rapporto – sono ormai consolidate sul territorio romano alcune presenze che costituiscono il terminale delle attività economico-finanziarie delle ‘ndrine’ della Locride e della Piana di Gioia Tauro. Le potenti ‘ndrine’ calabresi guardano con sempre più attenzione alla Capitale, ai suoi interessi economici, riversando fiumi di denaro di provenienza illecita in acquisto di ristoranti, pizzerie e caffè all’interno del centro storico”.
Tra i locali indagati nell’inchiesta sulle attività della ’drangheta a Roma spicca il Café de Paris di via Veneto, reso celebre da “La Dolce Vita” di Fellini.. “Dal recente sopralluogo effettuato all’interno del locale – dice il rapporto della GdF – è stato evidenziato che il bar è stato completamente ristrutturato e rinnovato. All’ingresso è facile percepire, vicino alla cassa, posta sul lato sinistro dell’ingresso, un uomo con chiaro accento calabrese, occuparsi del flusso dei clienti verso il bancone, e di tanto in tanto uscire all’esterno del bar per controllare il giardino posto di fronte al marciapiede ove sorge il locale. L’uomo è attento a ogni piccolo movimento che avviene all’interno del locale, è ipotizzabile che sia qualche affiliato alla cosca degli Alavaro, titolare del Café de Paris.

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