Improvvisa ed intensa sudorazione, batticuore, un repentino nodo alla gola, una nausea istantanea e forti dolori al petto insieme ad una impensata paura di morire, di impazzire,di perdere il controllo su se stessi e il mondo circostante, un senso d’estraneita’ rispetto a se stessi, al proprio corpo e all’ambiente: ecco come si presenta il Disturbo da Attacco di Panico(DAP). Una crisi d’ansia acuta della durata variabile da poche decine di secondi a 10 minuti e che colpisce in Italia una persona su 75 circa. Di solito appare durante l’adolescenza o la prima eta’ adulta e, anche se le cause precise non sono chiare, sembra essere collegata con le piu’ importanti fasi di transizione della vita che portano inevitabilmente una certa quantita’ di stress e di ansia. Ci sono anche prove di una predisposizione genetica: se un familiare ha sofferto di attacchi di panico, c’e’ una maggiore probabilita’ di soffrire dello stesso disturbo, soprattutto in un momento della vita particolarmente stressante.
Molte persone ( in Italia circa una su tre) sperimentano attacchi di panico occasionali; se si sono verificati uno o due, probabilmente non vi e’ alcun bisogno di preoccuparsene. Il sintomo chiave e’ la paura continua di avere altri attacchi in futuro: paura della paura.
Nella casistica clinica, di solito, ci si trova davanti a persone che hanno genitori divorziati, lutti in famiglia, padri troppo autoritari o madri troppo ansiose, oppure che hanno subito un incidente, passato periodi difficili in qualche momento della loro vita.
Il disturbo da attacchi di panico, se non curato, puo’ danneggiare seriamente le persone colpite. In alcuni casi esse possono essere piu’ inclini all’alcol e ad uso di droghe e tendono ad essere finanziariamente ed emotivamente dipendenti da altri. Spesso hanno paura di guidare o di camminare da sole anche per brevi distanze da casa. Quest’ultimo caso e’ il peggiore perche’ le persone sviluppano una vera e propria fobia per gli spazi aperti (agorafobia) , poiche’ pensano che stando in casa possono evitare tutte le situazioni che possono provocare un attacco di panico mentre fuori non potrebbero trovare aiuto. Per questi soggetti la “paura della paura” e’ cosi’ debilitante che preferiscono passare la vita chiuse in casa, senza lavoro, dovendo contare sull’assistenza pubblica o sui familiari.
Gli attacchi di panico, insieme allo stress, sembrano essere diventati il male del secolo e a soffrirne sono soprattutto le donne, piu’ predisposte e geneticamente piu’ deboli degli uomini, ma che in realta’ si dimostrano piu’ forti poiche’ si rivolgono subito a qualcuno nel momento in cui si rendono conto di avere un problema. Anche gli uomini ne soffrono ma chiedono molto meno aiuto al medico perche’ per loro e’ molto piu’ difficile ammettere d’aver paura e lo fanno solo quando la situazione non gli permette piu’ di fingere o di nascondersi.
Il disturbo da attacco di panico si sta diffondendo a ritmi vertiginosi e si sta estendendo trasversalmente a tutte le fasce professionali, sociali, economiche e culturali.
Il problema è che chi appartiene alle fasce socioculturali meno protette ha meno difese nell’affrontare gli attacchi di panico, perché non dispone di strumenti e occasioni per individuarli come specifica patologia invalidante. Perciò in genere arriva dall’esperto molto più tardi rispetto a chi è più culturalmente avvertito. Ci arriva dopo parecchi anni di terribile convivenza con questo male per lui oscuro, quando il DAP ormai si è cronicizzato ed è più difficile da trattare e da sconfiggere.
Tra i professionisti sono maggiormente a rischio quelli piu’ esposti a situazioni ansiogene o a ritmi di lavoro stressanti: manager, giornalisti, attori, scrittori, artisti del mondo dello spettacolo. In un intervista sulla “Repubblica” (9/6/2004) il giornalista Gino Castaldo si rivolge ad Adriano Celentano chiedendogli “paura di volare?”. Risponde il cantante “Totale. In Francia e in Germania ci sono andato perché potevo arrivarci in macchina. Ma in America è diverso, mi arrivano ancora oggi offerte addirittura sconvolgenti, per quanto riguarda le cifre, ma non sono mai andato per paura di volare”. Adriano Celentano non è il solo personaggio famoso afflitto dalla paura di volare. A proposito di successo e di Stati Uniti, tutti gli esperti di musica leggera sono concordi nel dire che il sassofonista Fausto Papetti (morto nel 2001) avrebbe sfondato negli USA, dove le sue musiche e i suoi arrangiamenti sono famosi e diffusissimi in molti siti web, se non l’avesse sempre bloccato la paura di volare. Vittima di questa particolare forma di panico è anche il giocatore olandese di calcio Dennis Bergkamp, noto anche in Italia per aver militato nell’Inter, che si è sempre sottoposto a faticosi trasferimenti in auto o in treno per arrivare a destinazione nel caso di partite da disputare in città e Paesi lontani e spesso ha rinunciato completamente alla trasferta.
Sorte perfino più grama per il tennista svedese Mats Wilander. Il 21 dicembre del 1988 Wilander, al vertice del tennis mondiale dopo aver scalzato Ivan Lendl dal primo posto della classifica ATP, rimane imbottigliato nel traffico e perde l’aereo, che di lì a poco esploderà sui cieli di Lockerbie. Da allora la paura di volare e il panico giocano un ruolo importante nel declino della sua carriera.
Niki Lauda scese dalla macchina a Suzuka, in Giappone, mentre si stava giocando il campionato del mondo, e non corse più.
Il direttore d’orchestra Franco Ferrara sveniva quando saliva sul podio e smise di fare concerti dedicandosi all’insegnamento. Kim Basinger diede segni di probabile agorafobia, barricandosi in casa per quattro mesi per paura dei luoghi affollati e del pubblico. Era attacco di panico vero quello che prendeva la cantante Barbara Streisand nel bel mezzo dei suoi recital davanti al numeroso pubblico, costringendo l’artista a interrompere la performance.
Di crisi di panico hanno sofferto grandi attori come Laurence Olivier e grandi concertisti come il pianista Arthur Rubinstein e il violoncellista Pablo Casals.
Un altro grande pianista, Vladimir Horowitz, fu costretto a interrompere le sue esibizioni in pubblico per quindici anni.
Altre vittime del panico sono la popstar Michael Jackson e l’attrice Sissy Spacek. Sorprendentemente, sotto l’esuberanza gioiosa della cantante jazz Aretha Franklin e la rude virilità dell’attore cinematografico Burt Reynolds si nasconde il panico.
Alle radici dell’albero genealogico del panico nel mondo contemporaneo possiamo mettere uno che di genealogie se ne intendeva davvero, lo scienziato Charles Darwin, che sembra fosse frequentemente colto da crisi, anche mentre scriveva le pagine sulle “origini delle specie”.
Non e’ facile stare accanto a queste persone: come prima cosa bisogna credere ai sintomi che queste accusano senza prenderle in giro se non riescono a salire in macchina, a fare un viaggio, entrare in un negozio,ecc..,convincerle a fare una visita da uno psichiatra e a seguire la cura prescritta anche se non da’ risultati immediati. Inoltre bisogna imparare a riconoscere i piccoli miglioramenti e condividerli, senza mai farsi mettere fretta e soprattutto senza mai farsi prendere dalle paure del proprio caro.
L’attacco di panico, essendo una manifestezione d’ansia, si puo’ attenuare grazie al rilassamento cosi’ come tutti i disturbi d’ansia, per cui, con una cura, il paziente ritrova temporaneamente la propria serenita’. Cio’ da solo non basta,
perche’ significherebbe mettere temporaneamente da parte il problema, mentre grazie alla psicoterapia, non solo i sintomi scompaiono,ma le persone cambiano, rielaborando e risolvendo tutta una serie di pensieri errati e comportamenti indesiderati ai quali non pensavano di potersi opporre.
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