La Fondazione e’ nata nel marzo 2006 per ricordare la tragica scomparsa del calciatore dilettante Giorgio Castelli, morto sul campo da gioco per un arresto cardiaco la sera del 24/02/06, mentre si allenava con i suoi compagni di squadra, gli juniores del Real Tor Sapienza . Non e’stato, purtroppo, l’unico giocatore a morire in questo modo assurdo ed e’ proprio per evitare il ripetersi di questi episodi che e’ nata la Fondazione “Giorgio Castelli” O.N.L.U.S., per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della prevenzione delle malattie cardiovascolari, per iniziare a sviluppare progetti di ricerca sulle patologie cardiache e per affiancare l’opera dei medici nella quotidiana battaglia contro quella che e’ la prima causa di morte nel Mondo Occidentale: l’infarto.
Il primo progetto riguarda l’addestramento alla rianimazione cardiorespiratoria di base e l’utilizzo del defibrillatore semiautomatico (BLS-D) da parte degli operatori che assistono i giovani nella pratica dell’attivita’ sportiva.
Alle societa’ di appartenenza che aderiscono all’iniziativa viene fornito un kit per la rianimazione cardiorespiratoria e un defibrillatore semiautomatico. Inoltre vengono svolti dei corsi da personale esperto ed abilitato, fornito dall’ARES 118-Lazio, della durata di 5 ore al termine dei quali viene rilasciata una certificazione attestante, nei termini della legge, la “qualifica di soccorritore non sanitario abilitato alla pratica della BLS-D”. Dopo un anno saranno nuovamente tenuti dei brevi corsi di riaddestramento.
I risultati ottenuti dalla Fondazione dall’Aprile del 2006 sono molti ma non abbastanza per riuscire a cambiare in modo significativo le cose. Ecco le cifre:
-106 societa’ sportive hanno partecipato ai corsi tenuti dalla Fondazione.
-1306 operatori sportivi son stati formati per la rianimazione cardio-polmonare BLS-D.
-110 defibrillatori sono stati donati ad altrettante societa’ sportive.
Obiettivo principale della Fondazione e’ quello di rendere consapevoli tutti del fatto che la prontezza e la rapidita’, in casi di arresto cardiaco, possono essere fondamentali , per cui, sapere come comportarsi e’ determinate in quanto si hanno 4-5 minuti per poter agire (tempo insufficiente a far arrivare l’ambulanza). E’ dunque necessario che ad effettuare semplici manovre di soccorso siano coloro che assistono al fatto.
Ognuno di noi dovrebbe pretendere che nel campo, nella palestra o nel luogo dove svolge attivita’ sportiva, ci siano i mezzi per far fronte ad arresti cardiaci o qualsiasi altro infortunio. Lo sport e’ un mezzo per stare bene ma ci devono essere le garanzie affinche’sia svolto nella totale sicurezza. Giorgio Castelli , di cui accenavamo all’inizio, poco prima di accasciarsi a terra aveva stoppato il pallone con il petto: non si puo’ morire a 16 anni cosi’, soprattutto sapendo che un defibrillatore costa 1.400 euro e che societa’ con bilanci di migliaia di euro non ne abbiano uno o che societa’ piu’ povere si indebitino per cose di minore importanza invecedi pensare alla salute dei propri tesserati. Sono tanti, troppi, i ragazzi morti negli ultimi anni sui campi di calcio: Alessandro Testardi, Diego Visca, Terry Bartoli, Francesco Varsalona, Andrea Pizzichemi, Italo Bagaglini, Federico Santolini, Giulio Gallo, Simone Abate, Alessandro Bini, il giovane arbitro Lorenzo Modena. I loro nomi non devono essere dimenticati.
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