L’effetto della campagna elettorale, per l’elezione del sindaco della Capitale, è entrata prepotentemente nelle case degli italiani e particolarmente dei romani. Lo scontro sulla sicurezza è ritornato come leit motiv trainante delle rispettive campagne elettorali. Nessuno dei due protagonisti ha voluto opporsi alla necessità di rassicurare i cittadini, proponendo modelli di sicurezza che, a nostro avviso, per determinati punti possono essere anche condivisibili, ma abbiamo registrato purtroppo alcune proposte che, francamente, ci disorientano.
E’ innegabile che la cosiddetta percezione di insicurezza è qualcosa in più di una semplice percezione, ma si tratta di un vero allarme nella Capitale che sembra ormai incancrenito da anni. Si ricercano modelli più incisivi ed efficaci per fronteggiare l’aumento della criminalità, proponendo figure diverse da quelle contemplate dalla legge 121/81.
Sentiamo proposte di arruolamento di supercommissari o di team di superpoliziotti, pagati per svolgere compiti istituzionalmente devoluti al questore e al Prefetto. E come organizzazione sindacale è da qui che vorremmo ripartire.
La nostra azione sindacale, in questi anni, ha individuato nel massimo esponente della questura l’attore principale della politica della sicurezza, o meglio dell’insicurezza a Roma. Abbiamo scritto e denunciato il declino dell’Istituzione Polizia, avvenuto attraverso il metodico depauperamento delle varie articolazioni che un tempo, nemmeno troppo lontano, costituivano l’ossatura stessa dell’impianto protettivo della città e dei suoi abitanti.
Abbiamo segnalato l’inadeguatezza di questa classe dirigente autoreferenziale e chiusa che ha sempre imposto scelte autoritarie, spesso errate, lasciando il conto da pagare ai cittadini ed ai poliziotti.
Abbiamo sempre sostenuto, anche attraverso denunce pubbliche, che una città così complessa non poteva essere vigilata da solo otto Volanti. Città europee di identiche proporzioni ne mettono in campo 10 volte di più
Abbiamo sbandierato la nostra posizione di salvaguardia dei commissariati periferici, ma la nostra testardaggine è stata soffocata dal continuo saccheggio di uomini e mezzi da parte degli organismi centrali, al fine di assicurare servizi che spesso ci sono apparsi, per usare un eufemismo, “esagerati”. Basti ricordare le risorse messe in campo per fronteggiare le pericolosissime ultrasessantenni che l’8 marzo scorso hanno sfilato nella Capitale, per non parlare delle manifestazioni indette dagli insidiosissimi pensionati.
Il Silp per la Cgil ritiene fallimentare la gestione della sicurezza a Roma e chiede alle forze politiche di assumersi la responsabilità di rivedere le politiche che hanno portato questa città alla ribalta, in negativo, delle cronache internazionali.
Ci auspichiamo che la classe politica mostri ad una città impaurita una capacità di reazione e di decisioni forti ed immediate, che non possono non coincidere con una nuova classe dirigente della Polizia romana.
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