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Ottobre-Novembre/2008 - L'angolo del 'giallo'
Il bancario perde l’identità
di Simona Mammano

Nell’ultimo romanzo di Paolo Roversi
il protagonista, dopo una sbronza, non ricorda
più il suo nome


Taccuino di una sbronza (Kowalski, 2008, pag 192, E 11) è l'ultimo romanzo di Paolo Roversi dopo Blue tango – noir metropolitano, La mano sinistra del diavolo e Niente baci alla francese che, nel 2007, è stato finalista al Premio Franco Fedeli.
Nei precedenti il protagonista era il giovane giornalista free lance Enrico Radeschi, invece con Taccuino di una sbronza Roversi ha creato una trama per ricordare il celebre scrittore americano Charles Bukowski.
Siamo nel 1994 e l'impiegato di banca trentenne Carlo Boschi, personaggio principale dell'ultimo romanzo di Roversi, dieci giorni prima di sposarsi, viene portato dal suo migliore amico Romeo, che è anche l'io narrante, a passare un week-end alcolico a Dublino. La notte del 9 marzo, giorno in cui è morto Bukowski, Boschi si sente male, viene portato al pronto soccorso e i medici parlano di coma etilico. La mattina Boschi si risveglia e accanto a lui c'è Romeo preoccupato per la salute dell'amico che, in realtà, fisicamente si riprende benissimo ma asserisce di chiamarsi Charles Bukowski e di essere il famoso scrittore. Romeo cerca di portarlo alla realtà e i medici pensano soffra di amnesia temporanea. Ritornano immediatamente a casa, ma Boschi continua a dichiarare di essere Bukowski e si arrabbia violentemente con chi lo smentisce. Inizia quindi una nuova vita, irregolare come quella dello scrittore e, non riconoscendo la fidanzata, non si sposa. Gli episodi che accadono, sempre descritti da Romeo, sono tragicomici, metafora dei principali difetti della società. Godibile, dunque, questo romanzo, nuova e originale prova di Roversi.
Però ha già pubblicamente dichiarato che il giornalista Enrico Radeschi sarà di nuovo in libreria con l'uscita del prossimo romanzo.
L'autore, oltre a scrivere, ha fondato il sito Internet www.milanonera.com che, grazie all'editore Kowalski, è diventato una rivista che è distribuita gratuitamente nelle librerie Feltrinelli, ma anche in tutte quelle che la richiedono. Roversi, inoltre, oganizza a Suzzara il sempre più importante festival Nebbia gialla.
____________________________________________________
“Il mio maestro Bukowski”

Questo libro è dedicato, o forse meglio in onore, del tuo grande mito: Charles Bukowski. Cosa ti affascina della sua prosa o della sua vita?
Bukowski per me ha rappresentato lo Scrittore. I suoi libri mi hanno fatto desiderare di scrivere a mia volta.
Certo di ogni maestro bisogna recepire la lezione, farla propria e rielaborarla.
Io non scrivo come lui, non tratto gli argomenti a lui così cari (donne, alcol e corse di cavalli) – e mi riferisco chiaramente ai gialli – ma ho cercato di fare tesoro di quello che poteva darmi come autore, di trovare la mia voce narrativa.
La cosa più importante che ho imparato da lui? La costanza: devi credere in te stesso. Non scoraggiarti dopo i primi rifiuti, tenere duro nonostante spesso la vita si metta di traverso.
Lui è diventato uno scrittore affermato a cinquantanni suonati. Diciamo che è anche il mio obiettivo: ho ancora 17 anni di buono...

Ti senti più a tuo agio nella metropolitana di Milano, dove in un romanzo hai fatto uccidere il sindaco, o nella Bassa Padana?
Oggi mi sento perfettamente a mio agio in entrambe le situazioni; se questa domanda però tu me l'avessi fatta otto anni fa quando sono sbarcato sotto alla madonnina ti avrei risposto diversamente.
Milano è una città che all'inizio respinge, difficile da digerire per uno abituato alla provincia dove tutto “è campagna”. Poi se, ti ci abitui, se sopravvivi, inizi ad apprezzarla. Ora sono in questa fase.

Rivedremo Radeschi, Sebastiani o Bukowski?
Li rivedremo tutti e tre. E anche il fedele aiutante di Radeschi, Diego Fuster!
Il quarto romanzo della serie, che è ancora in fase di gestazione, riproporrà atmosfere milanesi e della Bassa.

Come è nato e procede il progetto di Milano Nera?
L'idea nasce dalla volontà di parlare di libri gialli e polizieschi a trecentosessanta gradi, liberamente, senza “padroni”.
Tutto comincia nell'agosto del 2006 quando, coinvolgendo nell’impresa amici scrittori, critici letterari e giornalisti, ho fondato il blognoir MilanoNera.
Da allora di strada ne abbiamo fatta parecchia: in due anni di attività abbiamo recensito quasi centinaia di libri, intervistato moltissimi scrittori e il blog, che nel frattempo si è trasformato in portale, si è guadagnato la fiducia di diverse migliaia di lettori ogni mese.
Risultati che hanno convinto l'editore Kowalski,a puntare su di noi per intraprendere, dal maggio scorso, la strada della carta stampata creando MilanoNera web press, un giornale che nasce dalla rete e arriva in libreria, gratuitamente. Viene distribuito, con cadenza bimestrale, in tutte le librerie d'Italia con una forte presenza nei punti vendita Feltrinelli di cui il marchio Kowalski fa parte.
Ognuno dei numeri pubblicati sino ad ora, distribuiti in 30mila copie, è andato quasi subito esaurito segno che c'è un'attenzione sempre crescente verso il giornale il cui prossimo numero uscirà in libreria a metà novembre.
Nel frattempo, ogni giorno, trovate una recensione o un'intervista inedita su www.milanonera.com.
(Intervista a cura di Simona Mammano)

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