La spending review - come alcuni preferiscono chiamarla in italiano, la revisione della spesa pubblica - va a toccare inevitabilmente settori delicati dell’Amministrazione dello Stato, settori che erogano servizi fondamentali, ma che sono anche fonte primaria di spesa e su cui è quindi indispensabile intervenire.
Uno di questi è senz’altro la Sanità, ma un altro settore su cui si dovrebbe, anzi si dovrà, intervenire è quello della Sicurezza, ovvero della gestione delle Forze dell’ordine. In questo settore però si potrebbe risparmiare molto senza indebolire i servizi, anzi rendendo migliore e più efficace l’azione delle varie Forze di polizia.
Da sempre infatti in Italia uno dei principali problemi in questo campo è stata la scarsa collaborazione e il coordinamento tra le varie Forze, Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, fino ad arrivare spesso addirittura a forme di competizione o contrasto degli uni con gli altri. Le competenze, i comandi e l’organizzazione logistica delle varie Forze infatti sono state volutamente tenute molto separate per motivi politici, per una sorta di lottizzazione tra partiti dei vari Corpi. Eppure un effettivo coordinamento unico di queste forze ne garantirebbe una distribuzione più adeguata sul territorio, un miglior funzionamento, un miglior uso del personale e pure risparmi economici notevoli.
Faccio un piccolo esempio che riguarda la mia città approfittando di una proposta portata avanti dal Partito liberale italiano di Cesena unitamente al Partito repubblicano italiano. A Cesena, città di poco più di 90mila abitanti, esiste un grande e moderno complesso di proprietà dello Stato praticamente inutilizzato da molti anni, la caserma del Centro di addestramento della Polizia di Stato (C.A.P.S.).
Da un decennio almeno non si tengono più i corsi per agenti, scopo per il quale era nato il centro, e la struttura, fatta di due enormi fabbricati, palazzine varie, autorimesse, parcheggi e piazzali, ospita solo saltuari corsi d’aggiornamento che non necessitano affatto di una così imponente struttura. Nel contempo però lo Stato a Cesena paga, solo per le sedi di Commissariato di Ps e Carabinieri, affitti a privati per circa 300mila euro l’anno per strutture spesso, come nel caso del Commissariato, assolutamente inadeguate.
La proposta di Pli e Pri è di spostare le sedi di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza nella grande caserma del Caps, tra l’altro situata in una zona logisticamente migliore delle altre strutture, creando qui un centro di coordinamento interforze che potrebbe anche comprendere quella centrale operativa unica di cui si parla tanto da anni a livello nazionale, ma che mai è stata realizzata, se non in pochissimi esperimenti estemporanei.
Il risparmio economico sarebbe evidente, ma anche il vantaggio di avere un comando unificato, con possibilità assai maggiori di coordinamento ed una possibilità di utilizzo del personale di tutte e tre le Forze molto più razionale. Anche per l’utenza ci sarebbero dei vantaggi immediati, per esempio dalla centrale operativa unica. Basterebbe un unico numero d’emergenza, come il 911 in America, anziché dover trovare quello giusto di volta in volta magari perché in città bisogna chiamare il 113, mentre in periferia il 112, o viceversa, poi di giorno c’è la Polizia, mentre la notte ci sono solo i Carabinieri, ecc…
A chi non è mai capitato di sentirsi dire, chiamando il 113, che si doveva richiamare il 112 perché la zona, o l’orario, erano competenza dei Carabinieri anziché della Polizia?
Spending review quindi anche per le Forze dell’ordine, senza timori, nel segno di una semplificazione, una maggiore integrazione ed una maggiore efficacia del sistema sicurezza. Non ultimo, anche qui sarebbe meglio avviare un cammino che preveda meno generali e più truppa; in questo modo si potrebbero trovare anche quelle economie che consentirebbero ai nostri agenti di Polizia e Carabinieri di non restare senza benzina per i servizi sul territorio.
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