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Ottobre-Novembre/2008 - Interviste
Videosorveglianza
Un sistema di protezione innovativo
di Intervista a cura Paolo Pozzesi

Già attivo o in fase di realizzazione in alcuni
Comuni, il progetto A9.Città Sicura vuole
rappresentare un deterrente ad atti
criminali, e insieme razionalizzare
gli interventi repressivi


Qual è la differenza essenziale tra A9.Città Sicura e i sistemi tradizionali di videosorveglianza?
Il progetto A9.Città Sicura è un sistema di sicurezza cittadina efficace ed innovativo, realizzato a beneficio delle Pubbliche amministrazioni locali.
Il progetto, sviluppato dopo uno studio e un’analisi approfonditi delle esigenze in ambito di sicurezza, sviluppa ed incrementa un deciso recupero del livello di prevenzione dei tradizionali sistemi anticrimine permettendo l’intervento delle Forze dell’ordine in tempo reale.
A9.Città Sicura soddisfa anche le esigenze di protezione dei privati cittadini e delle aziende del territorio che possono inserire i propri impianti di sicurezza all’interno di questo sistema. Il sistema A9.Città Sicura risponde, inoltre, al principio di sussidiarietà, entrato in vigore nel nuovo ordinamento legislativo, che impone ai Comuni di assumere un ruolo attivo e propositivo anche in ambito di sicurezza pubblica. A9.Città Sicura offre:
a) elevato valore di prevenzione anticrimine;
b) supporto concreto ed in tempo reale, e maggior tempo di intervento alle Forze dell’ordine;
c) sostegno efficace in tutte le attività di post evento;
d) massimo livello di comunicazione interforze;
e) replica in modo scalabile in base alle esigenze;
f) controllo e proprietà delle Pubbliche amministrazioni;
g) integrazione con sistemi di controllo già presenti sul territorio;
h) rapidità di realizzazione.

In che cosa consistono le tecnologie avanzate di analisi che consentono una migliore gestione delle emergenze e degli allarmi?
A9.Città Sicura impiega: sistemi di controllo territoriali; sistemi locali di acquisizione ed analisi delle immagini altamente performanti, che registrano alla massima risoluzione i flussi video 24h su 24h; rete Internet (sistemi di Adsl tradizionale o wireless - collegamento Internet senza fili); piattaforma software centralizzata che segnala automaticamente tipologie di allarmi differenti in base alle esigenze; coordina in tempo reale le Forze di polizia coinvolte con report/messaggistiche e con la navigazione di cartografie tridimensionali georeferenziate del territorio; sistema di intercomunicazione evoluta per mettere in contatto contemporaneamente più soggetti che utilizzano differenti strumenti di comunicazione (cellulare, radio Vhf, telefono fisso, ip, fax, ecc.).
Il sistema garantisce, inoltre, le registrazioni delle conversazioni e la creazione di report di traffico per il supporto alle attività di post-evento; accessoristica (sensori acustici, luminosi, termici, di movimento, di spostamento, radiofari elettromagnetici, rilevatori biometrici, totem cittadini, sistemi manuali di allarme wireless e gprs, ecc.).
A9.Città Sicura è espandibile e integrabile con sistemi di controllo già presenti sul territorio.

Il progetto A9.Città Sicura è basato su due livelli applicativi. Questi si differenziano anche per le tecnologie impiegate o riguardano solo le situazioni controllate?
I due livelli applicativi di A9.Città Sicura sono: livello base: furti; rapine; atti vandalici; aggressioni. Livello avanzato: sicurezza aeroportuale, ferroviaria e metropolitana; antiterrorismo; rischio idrogeologico; rischio sismico; incendi; situazioni specifiche.
I livelli si differenziano per le tecnologie impiegate.
I Comuni individuano i punti sensibili del territorio (piazze, scuole, parchi, stadi, edifici pubblici, ecc.) e le vie d’entrata e d’uscita della città. Attraverso la rete Internet, i sistemi di controllo sono collegati ad una centrale locale di proprietà comunale.
Le centrali di controllo locali sono collegate alla centrale operativa, presieduta da operatori di sicurezza privata, che verificano gli allarmi e li trasmettono alle Forze dell’ordine in tempo reale. A9.Città Sicura garantisce l’intervento delle Forze dell’ordine entro 20 minuti dall’accadimento del fatto.
Il progetto raggiunge la massima efficacia se realizzato contemporaneamente su più Comuni limitrofi: si riducono i tempi di intervento delle Forze dell’ordine e si accresce il senso di sicurezza dei cittadini su un territorio più esteso.

Quali sono finora le applicazioni e i risultati più significativi raggiunti dal progetto?
Il progetto A9.Città Sicura è già attivo nei Comuni di Chiaravalle e Camerata Picena. E’ in fase di realizzazione nei Comuni di Filottrano, Ostra Vetere, Santa Maria Nuova, Polverigi, Agugliano, Monte San Vito e Castelfidardo (fine realizzazione prevista entro la fine dell’anno 2008).
A seguire partirà la replica del progetto su tutti gli altri Enti che ne hanno già fatto richiesta: attualmente sono 43 quelli nelle Marche e 67 extraregionali, tra i quali anche alcune realtà estere come Mosca, Banjaluka in Bosnia e Nizza in Francia.

Non pensa che il diffondersi della videosorveglianza possa creare una sensazione di imbarazzo tra i cittadini sul piano della privacy, problema sempre dibattuto e mai del tutto chiarito?
Il playoff di lancio della recente Conferenza internazionale che abbiamo organizzato a giugno per il progetto A9.Città Sicura recitava: “Sicurezza è libertà di essere”. Questo è l’obiettivo del progetto sulla sicurezza da noi realizzato, questo è quello che deve garantire: la libertà di ciascuno di uscire a qualsiasi ora del giorno senza timori, di viaggiare, di controllare la propria abitazione, ecc.
A9.Città Sicura è in grado di offrire un fondamentale apporto alla tutela e all’incolumità dei cittadini. Il progetto rappresenta un concreto deterrente per chi ha intenzione di compiere atti vandalici o criminosi in genere; inoltre, razionalizza l’intervento delle Forze di sicurezza quantificando immediatamente entità e tipo di pericolo. Inoltre il sistema non prevede la presenza di soggetti che controllano “24 ore su 24” quello che sta accadendo: la visione delle immagini avviene esclusivamente nel momento in cui viene attivato l’allarme.
Non è questione di privacy, ma è la volontà di realizzare un sistema che sceglie gli strumenti più adeguati e oggettivi al servizio del bene di tutti.

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