Un appartenente
alla Guardia di Finanza risponde
alle domande sulla presenza
degli omosessuali
nelle Forze dell’ordine
Nicola Cicchitti in questa intervista spiega le ragioni per cui è stata costituita l'associazione Polis Aperta la cui nascita risale al 5 febbraio 2005.
Dopo l'articolo apparso su Il Corriere della Sera nello scorso 2 settembre, dove si annunciava che il 26 settembre ci sarebbe stata a Bologna la riunione del direttivo per darsi uno statuto, si è scatenata la curiosità delle altre testate e dei lettori.
Polis Aperta esiste in molti Paesi europei e gli iscritti sono gay e lesbiche che lavorano nelle Forze dell'ordine. Queste strutture hanno premuto affinché fosse costituita anche in Italia una simile associazione, con lo scopo di comunicare che non deve e non può esistere una discriminazione di tipo sessuale all'interno delle nostre Polizie.
Intervistare Cicchitti è una maniera per porre l'attenzione su un problema sommerso, che è necessario risolvere. Uomini gay e donne lesbiche all'interno delle nostre Forze dell'ordine chiedono il sacrosanto diritto di non essere giudicati in base alle preferenze sessuali, ma solo per la loro professionalità. Per questa ragione hanno deciso di uscire allo scoperto.
Chi vuole sapere di più su Polis Aperta, può consultare il sito Internet www.web.tiscali.it/polisaperta/ dove ci sono anche i link di riferimento di omologhe associazioni europee.
E' stata una scelta coraggiosa, che merita rispetto e attenzione.
Nicola Cicchitti è un finanziere scelto in forza a Treviso e ha accettato volentieri di rilasciare questa intervista.
Nicola, parlaci della nascita dell'associazione italiana Polis Aperta.
Premetto che durante il concepimento di Polis Aperta non c'ero, perchè sono entrato dopo il 2005. E' comunque nata non solo per condividere un orientamento sessuale, ma soprattutto per il fatto di svolgere un lavoro particolare.
All'inizio era un gruppo virtuale, poi si è dato uno statuto e la riunione del 26 settembre di quest'anno è servita a modificarlo per correggere alcune parti ambigue e renderlo più fruibile.
I soci sono un centinaio in tutta Italia, la maggior parte appartenenti alle Forze dell'ordine, ma anche civili.
Chi del direttivo si espone, facendosi riconoscere?
Oltre a me si espone anche Vito Raimondi, anch'egli finanziere in Piemonte.
Una giornalista su Io Donna ha scritto un articolo sui gay europei in divisa. In seguito Il Corriere della Sera ha voluto approfondire l'argomento per sapere se esistesse un'associazione simile in Italia e il 2 settembre, per le pagine nazionali, è uscita un'intervista di Raimondi che parlava della prima riunione in Italia, che avrebbe avuto luogo a Bologna il seguente 26 settembre.
Qual è lo scopo di Polis Aperta?
Polis Aperta è un'associazione culturale apolitica, priva di fini di lucro e non sindacale, vuole fare cultura e dare conoscenza, perchè solo attraverso la conoscenza si può capire e affrontare un problema. La conoscenza deve essere trasmessa per prima cosa verso l'interno, poi verso l'esterno.
Io credo che il nostro ambiente sia omofobo come altri, penso ad esempio a una fabbrica, ma anche ad altri luoghi di lavoro. Insomma, è necessario abbattere gli stereotipi.
Puoi raccontarci la tua esperienza personale?
Io mi ritengo fortunato, perchè sia i miei dirigenti, che i miei colleghi, hanno voluto riconoscere solo le mie capacità professionali. Anche se ho sentito storie di discriminazioni pesanti. Una lesbica, però, credo venga discriminata due volte: per quanto riguarda i suoi gusti sessuali e in quanto donna. Siamo ben lontani dall'avere una parità.
Gay e lesbiche in divisa, quindi, devono lavorare in serenità, consapevoli che il loro è non motivo di discrimine, ma un valore aggiunto.
Gay e lesbiche devono avere pari opportunità, e perchè sia così, deve essere combattuto il più grande nemico dell'uomo: l'ignoranza.
In Spagna e in Inghilterra hanno fatto una campagna contro l'odio verso le diversità. Per combattere l'omofobia si deve agire anche su questo terreno.
Chi è al servizio dello Stato deve essere in grado di conoscere e capire le diversità.
Quali sono state le espressioni pubbliche giunte dal nostro ambiente?
Un sostituto commissario della Polizia autostradale di Bologna ha rilasciato dichiarazioni piuttosto severe, per poi aggiungere in un secondo tempo, che le aveva espresse solo a titolo personale.
Altri hanno dichiarato che si può essere gay, ma solo all'interno delle mura di casa nostra. Non sono d'accordo, perchè non è solo un fattore sessuale, ma soprattutto sociale. Ad esempio, quando il lunedì i miei colleghi raccontano di come hanno passato il week end con la moglie, nello stesso modo io devo poter contribuire alla conversazione parlando però del fine settimana con il mio compagno.
Infine voglio ricordare l'art. 3 della Costituzione, che parla non solo di uguaglianza e libertà, ma anche di formazioni sociali.
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FOTO: Nicola Cicchitti - Segretario del Comitato Arcigay Arcobaleno, consigliere nazionale, oltre che presidente dell'Associazione delle Forze armate omosessuali Polis Aperta. Originario della Calabria, è un finanziere trentenne in servizio da dieci anni a Trieste, laureato in economia aziendale e molto attivo nel mondo del volontariato; ha fatto della lotta ai pregiudizi radicati nelle caserme e nelle questure del Paese una vera e propria missione.
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