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Ottobre-Novembre/2008 - Articoli e Inchieste
Società
Una vittima, tre imputati
di Eleonora Fedeli

E’ iniziato, lo scorso mese
il processo per l’uccisione
di Meredith Kercher, la studentessa
inglese uccisa a Perugia
nel novembre dello scorso anno

Due novembre 2007, la studentessa inglese Meredith Kercher (frequenta l’Università per Stranieri di Perugia) viene trovata morta con un profondo taglio al collo nella sua casa della città umbra. Era stata anche violentata.
Le indagini furono avviate e con rapidità gli inquirenti fermarono tre personaggi: Patrick Lumumba, Raffaele Sollecito e Amanda Knox (fu quest’ultima a chiamare in causa Lumumba). Nei giorni seguenti si scoprì però che Lumumba era estraneo ai fatti; invece fu arrestato un ragazzo della Costa D’Avorio, Rudy Guede, come complice dell’omicidio.
In circa un anno, i colpi di scena sono stati parecchi, compreso l’ipotesi del “quarto uomo”: nel maggio scorso, infatti, un quotidiano dell’Umbria rivelava che un ragazzo biondo, sui trent’anni, occhi azzurri, sarebbe stato visto intorno alla casa ove abitava la vittima. Il quotidiano riferiva di aver appreso la notizia quasi per caso quando, nel corso di un servizio giornalistico al Pronto Soccorso, riguardo al caso Meredith un medico ha chiesto notizie di quel ragazzo con le scarpe sporche di sangue. Al giornale, il medico ha spiegato che la mattina del ritrovamento del cadavere di Meredith, circa due ore prima che venisse dato l’allarme, un’ambulanza che transitava per Piazza Grimana l’ha incrociato. “Gli operatori - ha raccontato il medico - si sono fermati per chiedergli come stava e lui ha tagliato corto. Hanno notato però che aveva le scarpe da ginnastica sporche di sangue. Un centinaio di metri più avanti il personale del 118 ha incontrato delle persone che si accompagnavano con lui ed ha chiesto loro se fossero a conoscenza del motivo di quello strano comportamento. La risposta è stata: “Dice a tutti di allontanarci da qui, perché scoppierà l’inferno”.
Il cronista raccolse alcune testimonianze su questo giovane. “Certo che lo conosciamo, ha spacciato nella piazza per anni - disse uno dei testimoni - erano circa le sette del mattino del 2 novembre. Era sconvolto. Piangeva e urlava qualcosa come: ‘L’ho ammazzata, l’ho ammazzata’”. Un’altra persona sentita dal quotidiano ha raccontato che aveva i vestiti sporchi di sangue e in particolare era ferito ad una mano, la mano destra.
Secondo fonti investigative, tuttavia, si trattava di una vicenda già nota e verificata dagli inquirenti e quindi priva di riscontri oggettivi.
Nello scorso mese di settembre, l’udienza preliminare al processo per la morte di Meredith. Per la Procura i tre ragazzi sono gli autori dell’omicidio. I giorni precedenti l’udienza, si sono avute parecchie novità, dichiarazioni, accuse. In particolare, i genitori di Amanda, venuti a Perugia per essere accanto alla loro figliola, hanno sottolineato ai giornalisti (compresa una tv inglese), che la loro figliola va prosciolta, perché lei “non c’entra in alcun modo con quest’assassinio. E’ completamente innocente e la sua immagine è stata crudelmente distorta dai media”. Il padre alla Itv si mostra furioso: “Il bacio dato al fidanzato dopo l’omicidio? Era solo un bacio di conforto, le hanno rovinato la reputazione”. La madre, ancora di più: “Dopo quello che hanno fatto a mia figlia non credo più in nulla di quanto leggo sui giornali o vedo in tv”.
Per Raffaele Sollecito a parlare è il papà Francesco: suo figlio è innocente e “questa situazione è maledetta, ma bisogna solo avere pazienza”. E dopo un anno di quasi totale silenzio, ha deciso di parlare anche la famiglia della Kercher, la vittima: “Siamo soddisfatti di essere a una nuova fase, speriamo che si arrivi a una conclusione secondo giustizia per Meredith. Stiamo cercando di capire perché sia stata tolta in questo modo crudele dall’affetto della sua famiglia”.
Sempre nel corso dell’udienza preliminare, al gip Paolo Micheli sono occorse parecchie ore per analizzare, fra l’altro, le numerose eccezioni degli avvocati dei tre imputati, le richieste di costituzione di parte civile e delineare lo scenario futuro del processo. Walter Biscotti e Nicodemo Gentile, gli avvocati di Rudy Guede, hanno puntato tutto sul rito abbreviato. Una scelta obbligata dato che sulla presenza dell’ivoriano nella casa del delitto non ci sono dubbi: le tracce trovate lo inchiodano. Biscotti e Gentile contano sulla riduzione di pena conseguente alla scelta del rito abbreviato. In aula però li attendeva una sorpresa: la Squadra Mobile ha rintracciato un nuovo testimone, un somalo conosciuto come Momi, compagno di Rudy, che è pronto a giurare che l’ivoriano è un bugiardo matricolato. E non solo. “Spesso era fuori di testa per la droga che consumava - ha rivelato agli investigatori Momi - e soprattutto molestava pesantemente tutte le ragazze che gli capitavano a tiro”.
Amanda Knox ha seguito tutte le fasi dell’udienza chiedendo di tanto in tanto all’interprete di chiarirle dei punti e dei passaggi tecnici che le sarebbero oscuri anche nella sua lingua. Ha ascoltato in assoluto silenzio: i suoi legali produrranno una documentazione da cui risulta che lei aveva in un suo conto in banca Usa la cifra di 4.500 dollari, da cui il 5 novembre aveva prelevato i 350 dollari per l’affitto, a smontare l’accusa di furto ai danni di Meredith. E gli altri capi di imputazione? Il concorso in omicidio volontario, la violenza sessuale, la simulazione di reato, la calunnia? Amanda sembra dire che spiegherà tutto, uscirà da questo guaio, non è stata lei a sgozzare Meredith. I suoi avvocati ne sono sicuri.
Durante l’udienza, Amanda ha evitato di incrociare lo sguardo dei familiari di Meredith Kercher. E non ha nemmeno volto lo sguardo verso Rudy Guede. Nei momenti di pausa ha cercato di rilassarsi canticchiando canzoni di Feist, cantautrice canadese. Al di là di questi particolari, ci sono da capire alcune cose. Prima fra tutte, perché la Knox accusò Lumumba, risultato poi estraneo? Nessuno sa cosa passi per la testa di quella ragazza. Forse lo si potrebbe capire con una perizia psichiatrica.
Il biondino, Raffaele Sollecito, anche lui imputato, ha preferito non essere presente all’udienza preliminare. Si è presentato, invece, alla seconda delle udienze preliminari. E c’era anche il “testimone a sorpresa”: Ekuran Kokomani, albanese; felpa scura fino al mento e berretto azzurro calato sul volto. Ha trentotto anni ed è il cardine dell’accusa. Se dice la verità, per i tre imputati si prospettano momenti difficili. Un mese dopo il delitto di Perugia, infatti, l’albanese si presentò in Procura dicendo di aver visto i tre ragazzi, oggi sul banco degli imputati, nei pressi della casa del delitto e Amanda, sempre secondo la sua versione, aveva un coltello in mano.
In aula Kikomani ha confermato tutto, tranne una cosa: non è in grado di dire con certezza quando è avvenuto questo incontro fortuito con i tre accusati. Insomma ha visto Amanda con il coltello ma non sa quando.
Nel momento in cui scriviamo l’accusa ha chiesto l’ergastolo per Rudy Guede.


___________________________________
I personaggi

Amanda Knox, americana, coinquilina della vittima, accusata dell’omicidio di Meredith.

Raffaele Sollecito, ex fidanzato di Amanda Knox, accusato di essere coinvolto nel delitto di Meredith.

Rudy Guede, ivoriano, sospettato dell’omicidio di Meredith.

Diya Patrick Lumumba, congolese, scagionato dall’accusa di aver preso parte all’omicidio, si è costituito “parte civile” contro la studentessa Amanda Knox che lo aveva chiamato in causa per la morte di Meredith.


FOTO: Meredith Kercher

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