La Polizia federale belga ha fatto irruzione in un albergo di Bruxelles per mettere fine allo stato di costrizione al quale erano costretti i domestici della vedova di un ricchissimo emiro degli Emirati Arabi Uniti. Il fatto è accaduto all’Hotel Conrad, uno dei più lussuosi della capitale belga, dove la signora occupava l’intero quarto piano – complessivamente 54 stanze -, con le sue quattro figlie e 17 domestici. Questi ultimi - marocchini, tunisini, egiziani, sudanesi, iracheni, siriani, filippini - erano stati privati dei passaporti, non potevano mai lasciare il quarto piano dell’albergo, strettamente sorvegliato da guardie del corpo, ed erano costretti a lavorare senza sosta, giorno e notte, per un salario di 500 euro mensili.
Malgrado la sorveglianza, due domestiche sono riuscite a fuggire dal Conrad. “Una di loro è rimasta nascosta prima di incontrare un avvocato – ha detto ai giornalisti il deputato Fouad Lahssaini, entrato in contatto con la ragazza – Dopo la sua testimonianza alla Polizia federale, le è stato concesso lo status di vittima di persecuzione, e una particolare protezione. L’altra domestica è stata intercettata all’aeroporto di Bruxelles, dove cercava di imbarcarsi per sfuggire alle guardie della vedova, che aveva ordinato il suo immediato rimpatrio a Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti”.
Altri domestici avevano già tentato di fuggire, ma erano stati sempre bloccati dai guardiani. L’ambasciatore degli Emirati a Bruxelles ha subito preso contatto con le autorità belghe per risolvere il caso nella maniera più discreta possibile, mentre la direzione dell’Hotel Conrad ha declinato ogni sua responsabilità nella vicenda. La vedova e le sue quattro figlie risiedevano nell’albergo da un anno: per il loro soggiorno avevano pagato un conto di 15 milioni di euro. Dopo aver ascoltato il personale di servizio, i giudici del lavoro hanno accordato lo status di vittime ad altre 14 cameriere.
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