Presentiamo Robert Spencer, un neocon
americano che ha raggiunto una notevole
notorietà con i suoi libri (sette) e un sito
estremamente combattivo aggiornato
quotidianamente. Personaggio più che
controverso e discutible, la sua campagna
contro l’estremismo islamico non conosce
sfumature. Fra i candidati alla presidenza
non simpatizza né con Obama né con MacCain
“Ti invito ad accettare la Bill of Rights ed a entrare nella fratellanza di Thomas Jefferson e James Madison. Il mio invito non riguarda la mia religione anche se lo estendo anche a quella, ma ad uno stato di diritto in cui le persone di fedi diverse possano vivere in pace, armonia e rispetto reciproco, a patto che nessun gruppo coltivi ambizioni di supremazia per sottomettere gli altri”. Questa è stata la risposta di Robert Spencer, autore di sette libri sull’Islam, all’invito ad aderire all’Islam che gli era stato rivolto nel settembre del 2006 da Adam Gadahn, portavoce di al-Qaeda. Non poteva che essere altrimenti visto che Spencer si è ormai buttato a peso morto a combattere l’estremismo islamico. Accusato di essere razzista ed islamofobo, Spencer cura il sito Internet Jihadwatch, il cui obbiettivo è documentare ed esporre tutte le attività, dalle più violente fino alle poco manifeste ma insidiose, degli islamisti. Una sorta di rassegna stampa quotidiana antislamica, con tanto di commento e di forum. Sicuramente non si può negare a Spencer di conoscere la materia. I versetti del Corano sono da lui snocciolati ed identificati con precisione certosina. Quello che colpisce è l’atteggiamento assolutista, condiviso da tanti altri neo-con statunitensi ma non solo. Spencer infatti divide il mondo in due parti: da una parte l’occidente e dall’altra il mondo islamico. Aderendo cosi’ alla visione manicheistica del mondo propugnata dagli islamisti. Ovviamente il posto dei buoni e dei cattivi cambia ma lo stile di pensiero improntato allo scontro “noi contro loro” rimane.
Colpisce inoltre il fastidio mostrato quando si prova a ricordare che, più spesso di quanto non si pensi, gli odiati islamisti fanno affari ed alleanze con gli odiati occidentali. Ad esempio per quanto riguarda il petrolio. Certamente Spencer e i suoi sostenitori possono desiderare l’indipendenza energetica ma a livello di azioni concrete in tal senso non si riscontra l’energia che invece tale tematica dovrebbe avere. A livello poltico, anche se questo è un appunto che si può fare più ai suoi sostenitori che a Spencer stesso, i politici democratici sono quasi sempre criticati in maniera feroce. Poco importa se invece abbiano mostrato coraggio e leadership in questioni delicate. Come è il caso della speaker della Camera dei rappresentati Nancy Pelosi che, nel suo ultimo viaggio in Medio Oriente, aveva chiesto a gran voce la liberazione dei soldati israeliani rapiti ed aveva indossato le loro targhette durante gli incontri con i diplomatici giordani e sauditi. E, ultimamente, durante il congresso di Hadassah, l’organizzazione delle donne ebree sioniste, ha ricordato a chiare lettere come il pericolo del nucleare iraniano non sia affatto da sottovalutare. Viene quasi il sospetto che la Pelosi non piaccia solo ed esclusivamente perché democratica e progressista.
In un altro caso Spencer dimostra la stessa incoerenza di cui accusa gli altri. Mettere sullo stesso piano il fatto che lui faccia alleanze con gruppi progressisti che sostengono l’aborto legale con l’alleanza fatta da gruppi cristiani con gli islamisti che uccidono gli apostati, le adultere, gli omosessuali, ecc., lascia francamente perplessi. Detto questo i contenuti del sito, specie quelli legati all’attualità, sono comunque degni di nota. Sicuramente è innegabile che molti politici occidentali si piegano alle richieste degli islamici. E che la campagna di violenza islamista non conosce tregua. Grazie anche, questo è davvero opportuno ricordarlo, ai proventi finanziari del petrolio.
L’intransigenza dell’autore rischia però di allontanare possibili simpatie, anche parziali. Le mie domande irriverenti sono state giudicate “ostili” nel corso dello scambio di mail che ha preceduto l’intervista. Inoltre il suo lavoro spesso assume davvero i contorni di un’ossessione e di una crociata nella sua monotematicità. Come se la povertà ed il riscaldamento globale fossero delle questioni insignificanti. O come se gli integralismi religiosi non islamici non esistessero. Infatti Spencer stesso riporta questa espressione tra virgolette nelle sue risposte e si mostra infastidito nei confronti di coloro che lottano contro tutti gli integralismi, senza fare sconti a nessuno. Fatte le dovute premesse Spencer è comunque un personaggio interessante ed il suo sito, sostenuto dalla David Horovitz Freedom Center, un’associazione conservatrice, merita certamente attenzione.
Nel sito che cura, lei racconta che la sua famiglia proviene dal mondo islamico e che da bambino è rimasto colpito dai racconti dei suoi nonni. Può dire qualcosa di più in merito?
I miei nonni erano esuli dall’Impero Ottomano. Erano soliti descrivere la loro vita lì in maniera appassionatamente positiva. Mia nonna parlava della bellezza della chiamata alla preghiera del muezzin quando la sentiva la mattina presto. Questi racconti mi hanno affascinato e hanno risvegliato in me la fame di conoscere di più quella parte del mondo.
Che impatto hanno avuto queste memorie della sua infanzia sul suo attuale lavoro?
Mi hanno portato a studiare la religione in generale e in ultimo allo studio dell’Islam.
Se può dirlo quale è la sua fede al momento attuale, se ne ha una?
Sono un cattolico Greco Melchita.
Ha mai pensato in passato che il problema della Jihad sarebbe diventato così importante? Ci sono stati in passato alcuni segni inquietanti che anche lei non aveva interpretato?
Nel 1979, durante la crisi degli ostaggi all’ambasciata Usa a Teheran, in Iran, ero all’Università. Questa è stata la prima indicazione dell’inizio del manifestarsi di forze politiche, come all’epoca avevo interpretato, che aveva contribuito all’esilio dei miei nonni, e che questo potesse avere qualcosa a che fare anche con la religione dominante del posto.
Mi è sembrato che il problema fosse molto grande e destinato ad aumentare. Ma all’epoca non avevo compreso l’ampiezza di questi “segni inquietanti” o di altri che sono accaduti in quegli anni.
E’ stato in passato interessato ad altri fondamentalismi religiosi?
Ero e rimango interessato alle religioni in generale.
Parla spesso di “equivalenza morale”. Può descrivere meglio cosa intende?
Non credo che gli insegnamenti di tutte le religioni siano uguali nella loro capacità di ispirare violenza, o nella loro capacità di ispirare qualunque cosa. Eppure è opinione comune che il problema che noi ci troviamo a confrontare riguarda il “fondamentalismo” in generale, non quello dell’ideologia della Jihad islamica o dela supremazia islamica in particolare. Ebbene dove è la versione cristiana di al-Qaeda? Gli attentatori cristiani del’11 settembre? I predicatori cristiani che esortano I loro fedeli ad uccidere?
Questo è quello che intendo per equivalenza morale. Fiacca la nostra volontà di confrontarci alla vera sfida e distoglie la nostra attenzione su problemi di gran lunga meno importanti.
Può fare una distinzione tra gruppi e individui che affermano che ogni religione può essere estremista e totalitaria ma non fanno nulla contro e coloro che fattivamente denunciano e si oppongono agli estremismi religiosi di tutti i tipi?
Non credo, come ho appena detto, che tutti gli “estremismi religiosi” siano uguali nella loro capacità di incitare i loro aderenti alla violenza. Ci sono stati più di 11.000 attacchi violenti in tutto il mondo perpetrati in nome dell’Islam dall’11 settembre. Quanti attacchi violenti sono stati commessi da altri “estremisti religiosi”?
Quale è la sua opinione personale sui terroristi antiabortisti o sugli estremisti Indù?
Mi oppongo a loro e noto che sono utili nel promuovere gli argomenti legati all’equivalenza morale che distrae la gente dalla realtà della Jihad globale.
La differenza è particolarmente visibile in riferimento agli omicidi dei medici che praticano l’aborto, quando si mette il numero limitato di questi omicidi e la condanna universale da parte dei leader cristiani contro le migliaia di attacchi jihadisti e le vaghe condanne del terrorismo (ma non della Jihad o della supremazia islamica) da parte dei leader islamici, e si pretende che entrambe sono esempi di “estremismo religioso”.
Sostiene la separazione della religione dalla politica e, in caso affermativo, solo quando c’è l’Islam di mezzo o in ogni caso?
Dipende da cosa si intende per separazione della religione dalla politica. Se si intende il bando di tutte le religioni dal dibattito pubblico, non lo sostengo per tutte le religioni. In una repubblica pluralistica le persone religiose dovrebbero avere gli stessi diritti di chiunque altro di portare avanti le loro idee nella sfera pubblica.
Se, ad ogni modo, si intende che lo Stato non dovrebbe avere una religione stabilita, sostengo fortemente il principio di indipendenza dello Stato dalla religione come stabilito dal primo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti.
Nel caso particolare dell’Islam, non esiste nessuna tradizionale separazione tra la sfera religiosa e quella pubblica e non esiste il pensiero secondo cui i governi dovrebbero essere organizzati secondo altro se non le linee guida dettate dalla religione. Questa è una minaccia al principio di indipendenza dello Stato dalla religione, che ritengo abbia contribuito a permettere a persone con visioni diverse di vivere in armonia le une con le altre senza cercare di stabilire un’egemonia l’una sull’altra o di usare la violenza su altri. Questo dovrebbe essere riconosciuto.
Lei afferma di voler proteggere la civiltà giudeo-cristiana. Posso immaginare che gli Stati laici non le piacciono molto o semplicemente pensa che la laicità non sia abbastanza forte?
Mi piacciono molto gli stati laici ad esempio quelli in cui non vi è una religione di Stato. Questo è un prodotto dei principi giudeo-cristiani che si rifanno al detto di Gesù che ha detto “Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”. Non è un caso che questo principio non abbia attecchito nel mondo islamico se non sotto l’influenza occidentale. Ho scritto che gli occidentali, anche gli atei e i laici, hanno bisogno di riappropriarsi del sentimento di essere figli ed eredi di una civiltà, quella giudaico-cristiana, che ha valore e necessita di essere preservata e difesa. Invece, se per “laicità” si intende il relativismo culturale e l’odio per la propria civiltà che pervade così tanto l’Occidente oggi, allora sì, certamente, non credo che abbia la benché minima possibilità di fronteggiare la sfida della supremazia islamica.
Molte persone e tra questi molti politici, specie tra i cattolici e gli evangelici, stanno riscoprendo ora la loro identità di fede. Pensa che si tratti di un atteggiamente sincero o è solo un altro modo di mischiare la religione con la politica, una sorta di “mia identità contro la tua identità”? Non sarebbe meglio se la religione fosse semplicemente qualcosa di intimo e personale?
Non si può generalizzare senza sapere a quale politico in particolare ci si riferisce. In ogni caso l’ostacolo principale, anche se largamente non riconosciuto al fatto che la religione sia un fatto privato non è costituito dalla politica identitaria occidentale ma dall’ideologia totalitaria islamica.
Che cosa pensa della rigida legge laica francese? Almeno può ammettere che in quel caso il problema islamico è meno forte che non in Olanda o nel Regno Unito.
Non penso sarebbe un’ammissione del tutto accurata, vista la violenza della “gioventù” francese. Le leggi laiche francesi non hanno fatto nulla per fermare questa violenza, anche se il fallimento della Francia di rispondere adeguatamente al problema non ha nulla a che vedere con la laicità in sé.
Lei crede che i diritti umani siano universali?
Sì
Lei ha amiche femmiste o amici gay e lesbiche?
Sì.
Che cosa pensano del suo lavoro?
Mi sostengono completamente. Mi permetto di riferirle il lavoro della mia amica e pioniera femminista Phyllis Chesler. Nel suo libro The death of feminism presenta una personale e tormentata vicenda e una prospettiva femminista unica sulle donne e l’Islam. Lo scorso anno io e lei abbiamo scritto una monografia intitolata The Violent Oppression of Women in Islam. Sono stato anche onorato di aver potuto contare come mia amica la grande Oriana Fallaci, che era una femminista nel senso più vero e profondo del termine.
Per quanto riguarda una prospettiva gay sul totalitarismo islamico, posso raccomandare il lavoro di Bruce Bawer, in particolar modo il suo ottimo libro While Europe slept. Non lo conosco bene, ma abbiamo avuto dei contatti amichevoli nel corso degli ultimi anni dopo esserci incontrati ad una conferenza a L’Aja e ammiro molto il suo lavoro.
Le suggeriscono di costruire ponti, di fare alleanze?
Le femministe e i gay che si oppongono al totalitarismo della Jihad islamica non comprendono quanto questa li renderà vittime.
Lei sostiene la libertà riproduttiva per le donne? Dopo tutto in quasi tutti i Paesi islamici l’aborto è illegale o fortemente limitato, la contraccezione non molto sviluppata, l’assistenza pre e post natale non riceve molti fondi e la salute delle donne incinte e delle neo-mamme lascia a desiderare. Trovo strano che in merito a queste tematiche le stesse persone che denunciano l’estremismo islamico come il Vaticano o i gruppi evangelici si alleino con gli Sstati islamici solo per mantenere l’aborto illegale. Possibile che questa tematica sia per loro così importante da far dimenticare tutto il resto e da farli andare a letto col nemico? Cosa ne pensa?
Sono contro l’aborto ma credo che la sopravvivenza delle società libere sia in gioco e non ho esitato ad allearmi con quei gruppi che lottano contro il totalitarismo islamico e la Jihad globale. I gruppi che si alleano con le nazioni islamiche fanno alleanze simili con coloro con i quali sono in disaccordo su altre tematiche.
Ad ogni modo, i sostenitori dell’aborto legale brancolano nel buio se pensano di riuscire a convincere ampi numeri di musulmani a legalizzare l’aborto se le autorità islamiche si oppongono.
Ormai è una decina di anni che l’Islam è sempre presente nei media. Tutti sono ossessionati dall’Islam sia dal punto di vista positivo sia negativo. Perchè?
Perchè ci sono movimenti violenti legati al totalitarismo islamico dedicati all’asservimento dei non-musulmani come inferiori in tutto il mondo, dall’Indonesia fino all’Asia e in Africa, in particolare in Nigeria e ovviamente anche in Europa.
I giornalisti che si occupano di cultura e religione scrivono anche loro sempre di Islam. Ci si chiede se esista altro degno di importanza. Perché cosa dice una ragazza musulmana è considerato più importante di cosa dice una ragazza mennonita o una signora luterana?
Perché non esistono gruppi armati mennoniti o luterani nel mondo il cui scopo è la sottomissione dei non-mennoniti o dei non-luterani sotto la legge mennonita o luterana.
Non crede che l’importanza del cosiddetto mondo islamico sia stata dettata, almeno in parte, dai media occidentali?
No. Anzi, i media occidentali hanno fatto tutto il possibile per ignorare o minimizzare tutto ciò che era correlato all’elemento islamico della violenza jihadista.
Parlando del mondo islamico, lei crede davvero si tratti di un gruppo uniforme come un monilite?
No, e non ho mai dichiarato il contrario.
Parliamo dei musulmani moderati. Ancora una volta ritengo che la stampa abbia le sue colpe. I giornalisti e gli esperti parlano in continuazione dei musulmani moderati senza che nessuno abbia ancora definito in qualche modo cosa sia un musulmano moderato. Perché?
Perchè tutte le sette ortodosse dell’Islam e le scuole della giurisprudenza islamica insegnano la guerra e l’assoggettamento dei miscredenti. Cosa è allora un moderato? Qualcuno che al momento non pratica la Jihad? Un jihadista che pratica il detto di Maometto “la guerra è inganno” e cerca di far credere agli infedeli che non c’è nessuna minaccia legata alla Jihad? Un musulmano lassista o tale solo di facciata che non si cura di praticare la Jihad? Un musulmano ignorante che non conosce il significato di Jihad? Un musulmano sinceramente riformista che rigetta gli elementi totalitari e violenti dell’Islam tradizionale? Molti giornalisti ed esperti usano il termine “musulmano moderato” in maniera vaga e senza dare una definizione perché non conoscono abbastanza dell’Islam per chiedere le domande opportune a questi moderati e anche solo per sapere che cosa ci si dovrebbe attendere da loro.
Nel forum del suo sito i progressisti e le persone di sinistra sono continuamente attaccati. Anche se è vero che molti progressisti sono incoerenti, alcuni invece non lo sono. Perché quindi fare di tutta l’erba un fascio?
Ho ribadito molte volte che la resistenza anti-Jihad non è una lotta tra liberali e conservatori o tra destra e sinistra ma una questione di sopravvivenza della civiltà. Ad ogni modo è stata da più parti notata l’alleanza tra i gruppi della sinistra radicale e il rifiuto dei progressisti in generale di vedere qualunque problema al di fuori del cosiddetto imperialismo americano.
Anche in politica I democratici sono descritti come cattivi ragazzi più spesso che i repubblicani. Hillary Clinton, Nancy Pelosi e Edwards, ad esempio, hanno un record di voto perfetto su Israele. Cosa c’è di così sbagliato in loro?
Nessuna delle persone citate ha dimostrato di aver compreso la reale gravità della Jihad globale.
Parlando di politica immagino le piaccia Mc Cain.
Immagina male.
Le piaceva Clinton?
No.
E perchè non Obama? Se fosse stato così pericolo per Israele sarebbe mai andato a parlare ufficialmente all’American Israel Political Commitee? Molti ebrei a cui Israele sta a cuore lo sostengono.
Non credo che Obama abbia compreso la gravità della Jihad globale più di McCain. O della Clinton.
A parte questo quale sarebbe un buon candidato alla vicepresidenza per i due contendenti?
Non è un argomento che mi interessa e non ho risposte da dare. Nessun partito negli Stati Uniti ha mostrato come entità politica di aver compreso la minaccia della Jihad globale, o ha alcun piano per fronteggiarla. Lo stesso dicasi per entrambe i candidati alla presidenza.
Parliamo del Medio Oriente. Perché il fattore religioso islamico è così raramente preso in considerazione dagli esperti e dai diplomatici? E perché quello che è un conflitto a bassa intensità tra Israele e i palestinesi è considerato il problema più importante al mondo?
Temo che molti esperti e diplomatici non prendano in considerazione il fattore religioso islamico perchè non comprendono la natura del richiamo religioso in generale e sottostimano il suo potere nel mondo islamico. L’importanza della questione palestinese nella scena politica mondiale è un omaggio agli sforzi propagandistici che gli stessi palestinesi ed il mondo islamico ha condotto con grande abnegazione fin dagli anni ’60.
Perchè coloro che soffrono veramente come gli abitanti del Darfur in Sudan e i vari popoli indigeni in tutto il mondo ricevono così poca attenzione? Come hanno fatto i palestinesi a diventare “le vittime” per eccellenza che meritano tutta l’attenzione ed il sostegno?
Gli abitanti del Darfur sono vittime della Jihad, una Jihad condotta da “autentici” arabi musulmani contro africani neri culturalmente musulmani.
Le vittime della Jihad non hanno difensori, le Nazioni Unite sono alla mercè delle nazioni islamiche, e l’Occidente non vuole inimicarsi il mondo islamico ulteriormente dicendo qualcosa contro l’Islam o agendo in difesa delle vittime, anche se esse stesse sono musulmane. I palestinesi arabi, invece, sono al centro di una vasta ed immensa propaganda che va avanti da decenni e che è stata intrapresa dagli jihadisti per perorare la causa della Jihad islamica.
Crede che il movimento pro-Israele stia diventando efficace? O a volte è esageratamente sospettoso e paranoico?
Non penso sia molto efficace in questi ultimi anni, ma non lo accuserei di paranoia o di eccessivo sospetto. Si sta confrontando contro un avversario estremamente sofisticato, ben collaudato e i cui scopi sono poco compresi.
I plaestinesi hanno il sostegno dell’intero mondo islamico e i numeri contano. Lo stesso dicasi per le attività jihadiste o i movimenti islamisti. Si può dire: “Sono i numeri, stupido!” Cosa può essere fatto per bloccare o rendere meno pericoloso un modo di pensare che ha così tanti seguaci?
Per prima cosa: dirlo. Mostrare agli occidentali cosa sta accadendo. Cosa fare dopo seguirà.
Lei riceve molte mail dagli stessi musulmani. A parte quelle cariche di odio e quelle di sostegno, cosa dicono le altre?
Il panorama delle mail che ricevo può essere così descritto. Da quelle cariche di odio fino a quelle di sostegno.
Riceve mail di odio da parte di non musulmani?
Sì.
Si è mai trovato in situazioni pericolose?
Sì.
La sua sicurezza e protetta?
Di solito ho con me una o due guardie del corpo quando parlo in pubblico.
Questo condiziona la sua vita familiare?
Non parlo in pubblico della mia vita personale e familiare.
Soprattutto vale la pena il rischio?
Certo. Non è che morirei se non lo facessi. Ha mai sentito il detto “Datemi la libertà o datemi la morte?”. Ha mai sentito che i firmatari della dichiarazione americana di indipendenza hanno legato le loro vite, le loro fortune, ed il loro sacro onore alla loro causa? Ha mai sentito che Martin Luther King ha detto che se non hai nulla per cui valga la pena di morire, non hai motivo di vivere?
Come sono, stando alla sua esperienza, le modalità di reagire al problema dell’islamismo da parte degli atei e degli agnostici, dei cristiani conservatori, degli ebrei e di persone di altre fedi? Vede reazioni simili in ognuno di questi gruppi?
Gli atei e gli agnostici generalmente tendono a pensare che si tratti di un problema generalizzato di fondamentalismo, e sono indifferenti o pensano che il tutto si risolverà con cambiamenti della politica estera statunitense. Lo stesso vale per i cristiani progressisti e gli ebrei liberali.
I cristiani conservatori e gli altri ebrei, con alcune notevoli eccezioni, hanno generalmente una coscienza maggiore del pericolo.
Passiamo ai politici europei. Perché sono così ossessionati nell’accomodare le richieste dei musulmani radicali? Alcune volte vanno ben oltre le richieste degli islamici stessi. Si tratta di uno stato di offuscamento mentale o cosa?
Vedono i segni. Sanno quale gruppo avrà la maggioranza elettorale fra non molto.
Passando alla questione della politica estera, gli Stati islamici possono dettare legge a causa del petrolio ed il petrolio è una tematica raramente menzionata dagli attivisti anti-islamisti. Perché?
Lo ripeto di continuo. Dobbiamo liberarci del petrolio. Avremmo dovuto cominciare ad avere un Manhattan Project per trovare fonti di energia alternative anni fa.
Lei sostiene lo sviluppo delle energie rinnovabili? Recentemente Israele si sta muovendo in questa direzione. Buono per l’ambiente e buono per la nostra sicurezza. Non sarebbe perfetto?
Sostengo qualunque cosa liberi l’Occidente dalla dipendenza dal petrolio.
A parte lottare con gli islamisti, ci sono altre tematiche che le sono care? Quali?
Nessun’altra tematica è importante per me e non impiego tempo in nessun’altra tematica.
Può descrivere il suo giorno tipico?
Scrivo.
In cosa trova ristoro?
Mi piace molto la musica, anche se non la pratico più.
Che opinione ha dell’Italia, stando alle notizie che le arrivano?
La situazione è tremenda, come lo è in tutta Europa, ma non così grave come nel nord-Europa.
Quali sono gli sStati che le danno più speranza all’interno del mondo islamico o in occidente. E quali quelli che le sembrano senza speranza?
Semplificherei al massimo fino al punto di essere poco accurato se dessi esempi. Ci sono situazioni incoraggianti e scoraggianti ovunque. Ad esempio in Turchia la laicità è gravemente minacciata, ma ci sono anche grandi manifestazioni in suo favore.
Secondo lei le Forze di polizia stanno rispondendo adeguatamente agli islamisti? C’è una differenza tra i poliziotti in servizio che si confrontano con la realtà e la gerarchia? Vede dei trend di comportamento? Che cosa suggerirebbe?
In generale i responsabili delle Forze di sicurezza non riconoscono il problema e traggono spunto da coloro che vogliono essere accomodanti o dagli jihadisti furtivi. Se c’è un trend questo va verso una correttezza politica estrema e l’incapacità di vedere il problema. Suggerirei che i responsabili delle Forze di sicurezza abbiano il coraggio di confrontarsi con la realtà, per quanto politicamente scorretta questa possa essere, e licenziare i consulenti che si occupano di questa tematica per sostituirli con persone che invece sanno che cosa sta succedendo e sono pronti ad esporre loro la situazione.
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