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Agosto-Settembre/2008 - Articoli e Inchieste
Investigazioni
L'identikit
di Domingo Giorgio Magliocca - Associated International Accademy Investigative Psicology

Il Geographic profiling nasce dagli studi
di criminologia ambientale, dallo studio
del crimine e della delinquenza in rapporto
ai luoghi. Attualmente le tecniche di analisi
spaziale si servono di sistemi scientifici qualitativi
e quantitativi particolarmente innovativi,
in gran parte elaborati dalla Scuola
di Criminologia di Chigago


Un elemento che ha avuto sempre una fondamentale importanza in una indagine criminale è il luogo interessato dal crimine: il luogo dove la vittima del reato è stata vista per l’ultima volta, dove la vittima è stata avvicinata, dove è stato ritrovato eventualmente il cadavere e più in generale il luogo ove è stato consumato un delitto. Ognuno di questi luoghi rivela la dinamica dell’evento criminis nonchè il comportamento spaziale dell’offender; infatti l’analisi spaziale dei siti criminali può fornire delle utili informazioni per risalire alla possibile area di residenza del criminale, dati che confluiscono nel geographic profiling, profilo geografico, ossia una tecnica di analisi criminale il cui scopo è fornire, attraverso lo studio dei luoghi interessati dal crimine (luogo di incontro vittima/criminale, luogo di attacco, dell’uccisione, di ritrovamento del cadavere), delle indicazioni di massima circa la probabile zona di residenza del criminale abilitando l’investigatore a capire dove il criminale potrebbe risiedere.
Quindi, il profilo geografico è un procedimento investigativo che, applicato ad omicidi seriali, stupri seriali, atti di piromania in serie, attentati dinamitardi, rapine in banca, consente di delimitare un’area geografica quale possibile luogo di residenza di un offender autore di una serie di crimini, un metodo che investiga i dati geografici dei luoghi in cui è avvenuta l’offesa fornendo alle Forze dell’ordine un’area di priorità dove poter meglio investire e gestire ogni risorsa investigativa. Una volta messa a punto, tale tecnica, innestandosi con i dati del profilo psicologico, conterrà oltre alle indicazioni socio-demografiche dell’offender, anche informazioni di tipo geografico che, a seguito di una analisi dei luoghi coinvolti nel crimine, procureranno agli investigatori notizie apprezzabili dal punto di vista investigativo circa la probabile zona di residenza nonché il pattern di movimento dell’autore di reato nello spazio geografico.
Il geographic profiling affonda le sue radici negli studi di criminologia ambientale, cioè lo studio del crimine e della delinquenza in rapporto ai luoghi. Tuttavia solo con la Scuola di Criminologia di Chigago (Shaw, McKay, Burgess), con gli studi sistematici rivolti agli ambienti urbani degradati ad alto tasso di criminalità, lo spazio assume maggiore visibilità in ambito criminologico anche se è importante sottolineare che il legame tra i primi studi criminologici in materia ed il profilo geografico è meramente storico in quanto attualmente le tecniche di analisi spaziale fanno riferimento ad approcci scientifici qualitativi e quantitativi innovativi, come l’utilizzo di sistemi Gis nonché di speciali software (Dragnet, Rigel, Crime Stat) che, per mezzo di complessi algoritmi e formule matematico-statictiche, tracciano un profilo geografico.
Da un punto di vista teorico, l’applicazione delle indicazioni geografiche all’investigazione parte dal fatto che l’ambiente esercita una certa azione sul comportamento spaziale umano poiché la valutazione della scelta dei siti criminali da parte di un offender si basa su un principio chiamato in psicologia del minor sforzo, che traslato in ambito criminologico-investigativo è definito principio di prossimità o vicinanza: un individuo, qualora dovesse scegliere tra le diverse possibilità per raggiungere un determinato obiettivo/scopo sceglierà l’opzione che gli comporterà il minor dispendio di fatica, e nel caso di un qualsiasi percorso stradale per compiere un crimine un offender sceglierà la strada più breve ed un obiettivo di facile accesso nelle vicinanze dell’area di residenza.
Infatti i luoghi dove vengono commessi i crimini, dove i corpi delle vittime vengono disposti o depositati non sono per niente casuali in virtù del principio della “legge di decadimento” secondo cui i reati commessi da un criminale decrescono all’aumentare della distanza del luogo del reato dall’abitazione del reo. Pertanto un offender commetterà crimini nelle aree circostanti a dove vive ma non troppo vicino all’abitazione. Infatti molti studiosi ipotizzano l’esistenza di una zona di sicurezza o cuscinetto, buffer zone, ossia un’area all’interno della quale la vittima/obiettivo è considerato poco “attraente” da un criminale a causa della vicinanza alla propria abitazione ed al rischio di essere scoperti.
Il processo di analisi geografica dei siti criminali prende spunto dal concetto che un criminale, seriale o no, pone in essere le azioni delittuose all’interno di una certa area, cosiddetta area di consapevolezza (awareness space), ovvero un’area di cui ognuno di noi ha una conoscenza minima. L’area di consapevolezza include lo spazio o area di attività (activity space) la quale comprende la zona che frequentiamo abitualmente nonché i percorsi di collegamento alle altre zone. E’ ragionevole pensare che all’interno dello spazio di attività le persone si sentano più sicure di agire in quanto hanno una dimestichezza con la zona in cui si trovano.
Un offender che commetterà un crimine fuori dal proprio spazio di attività potrebbe correre il rischio di essere scoperto poiché non è pratico di eventuali vie di fuga ne è a conoscenza di eventuali posti sorvegliati dalle Forze di polizia.
L’area di attività svilupperà indirettamente, in ognuno di noi, delle mappe mentali o cognitive, che sono rappresentazioni mentali che ci consentono di orientarci in un determinato luogo, immagini cognitive che ci facciamo del mondo che ci circonda, di un ambiente per percorrerlo, dei suoi oggetti utili ai nostri scopi o degli ostacoli presenti.
Nel 1960 Lynch trovò che gli elementi di un’area geografica utili all’individuo per la costruzione di una mappa cognitiva erano da individuarsi in:
• segnali territoriali: tutti gli edifici che posso essere riconosciuti da lontano;
• itinerari: le vie transitabili (in genere le strade) che possono essere percorse;
• nodi: gli incroci di diversi itinerari;
• distretti: regioni o zone di una città caratterizzate da una qualche proprietà culturale o geografica facilmente riconoscibile, come un quartiere finanziario, quartiere cinese;
• margini: confini visibilmente definiti dai distretti o da altri elementi della geografia urbana come fiumi, ferrovie, ecc...
Tutte queste considerazioni hanno portato gli esperti dell’Fbi a sottolineare, specie nell’analisi di casi con carattere di serialità, l’importanza dei luoghi dove vengono commessi i primi crimini della serie perché sono siti criminali che maggiormente possono fornire informazioni per la cattura dell’offender in quanto tali luoghi, ben stampati nella “mappa mentale”, rientrano nello spazio di attività dell’offender al cui interno sono fissati specifici “punti d’ancoraggio” rappresentati per l’offender dai luoghi di maggiore importanza (luogo di residenza o di lavoro, punti di ritrovo) e che sono determinanti per la scelta del luogo del delitto: se il criminale visita gli stessi luoghi, questi diventeranno dei punti di ancoraggio attorno ai quali potrebbe costruire un’attività criminale.
Per concludere sembra opportuno ricordare che in molti casi di omicidio quasi sempre vi è un certo legame, una relazione diretta o indiretta tra la vittima e l’assalitore, ma negli omicidi o aggressioni seriali capita che la vittima sia sconosciuta al suo assalitore, di conseguenza la vecchia regola poliziesca “dearest and nearest”, cioè sospettare delle persone più care e più vicine alla vittima, poco si adatta all’analisi di tali reati. Da qui l’esigenza, evitando tuttavia che la scienza criminologica suggestioni l’investigazione, di creare e sperimentare nuove metodologie investigative e di analisi criminale come il profilo geografico che rappresenterà una nuova tecnica investigativa nella lotta al crimine efferato e senza una apparente motivazione, un metodo multidisciplinare per la realizzazione di un valido profilo criminale di un autore ignoto di reato in cui si fondono studi criminologici, di criminalistica, di psichiatria, psicologia criminale ed ambientale e di statistica.
________________________________________
Distance decay function
(legge di decadimento)

Attraverso un’analisi delle distanze percorse da un offender per portare a termine un crimine, è emerso che la possibilità di commettere un crimine decresce all’aumentare della distanza del luogo del crimine dall’abitazione del reo (distance decay fuction). Alcune ricerche scientifiche hanno dimostrato che nelle vicinanze dell’area di abitazione del reo, ci sono scarse probabilità che un criminale commetta un crimine perché troppo vicino alla sua residenza. Tuttavia ciò non significa che in questa zona non saranno compiuti atti criminali da uno stesso offender ma che la probabilità che questo accade risulta statisticamente poco rilevante.

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