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Luglio/2008 - Lettere
Le vostre lettere
di

Il “fuori ruolo”

Gentile Direttore,
desidero ringraziarla per la pubblicazione della mia lettera, relativa ai corsi di aggiornamento professionale e la formazione permanente. Il tema che vorrei affrontare oggi, è quello di dare la possibilità al personale di Polizia, che ha compiuto 60 anni e desidera prolungare la permanenza in servizio per almeno 2 o 3 anni, con l’istituzione di un fuori ruolo. Attraverso la lettura di alcuni articoli apparsi mesi or sono su questo giornale, mi sono reso conto che molti colleghi non desiderano andare in pensione, e si sentono ancora nelle condizioni di poter dare ancora qualcosa alla Polizia di Stato.
La mia idea è di coinvolgere i colleghi attualmente segretari generali di organizzazioni sindacali e gli ex alti dirigenti generali della Polizia di Stato, di attivarsi per la presentazione di un disegno d legge che preveda, per il personale che non vuole essere collocato a riposo, di poter restare in questo fuori ruolo almeno 2, 3 anni. Peraltro non bisogna dimenticare che alla fine del 2008, ogni 4 poliziotti che andranno in pensione ne verrà assunto solo uno. A questo bisogna aggiungere la legittima aspirazione dei colleghi appartenenti al ruolo degli ispettori in possesso di laurea, che transiteranno nel ruolo dei commissari con un’età superiore a 50 anni, e desiderosi di poter permanere nel nuovo ruolo almeno una decina di anni.
Le funzioni del fuori ruolo potrebbero essere quelle di consulente del giudice di pace, in materia di incidenti stradali, immigrazione, ecc. Potrebbero rafforzare le Sezioni di Polizia Giudiziaria; tenere conferenze, lezioni nelle scuole; tenere almeno una lezione agli aspiranti al conseguimento della patente di guida presso le scuole guida, ovvero presso la Polizia Stradale, con dimostrazioni pratiche e proiezioni di incidenti stradali come deterrente. Infine la docenza nei corsi di aggiornamento professionale, e nelle Scuole di Polizia. Supplementi nei consolati italiani all’estero e nelle carceri. Queste proposte sono frutto di lunghe discussioni che ho avuto con molti colleghi, ma possono indubbiamente essere aggiunte altre proposte che i colleghi potranno far giungere alla redazione di Polizia e Democrazia, che ovviamente coinvolgano anche l’Arma dei Carabinieri, la Guardia di Finanza, e le altre Forze di polizia. Un caro saluto a tutta la redazione.
Vincenzo Di Maria
della Polizia di Stato
___________________
I problemi dei periti

Egregio Direttore,
appartengo alla categoria dei periti, esperti che, chiamati dai magistrati, sono il cardine necessario e indispensabile per fornire la prova, elemento imprescindibile, specie nei processi penali. Anni addietro feci presente i nostri problemi all’allora sottosegretario alla Giustizia che ebbe la bontà di prendere contatti con me e discutere sul da farsi. L’unica cosa che ottenni fu l’adeguamento Istat che, tra l’altro era già previsto, e null’altro. Devo dire che a allora la situazione è notevolmente peggiorata, essendo i tempi dei pagamenti delle parcelle di noi tutti periti penali, arrivati a tre anni e più.
Mi permetto pertanto di segnalare in modo sintetico i punti dolenti, perché, essendo la speranza l’ultima a morire:
- aggiornare in senso reale i compensi previsti al decreto ministero della Giustizia 30 maggio 2002;
- aggiornare l’art. 29 dello stesso decreto, in quanto ora, formandosi in aula la prova, il perito deve necessariamente tornare in aula, nel caso più fortunato e raro una volta, ma spesso accade per le ragioni più varie che esso torni più e più volte (diversa composizione del Collegio, difetti di notifiche, assenza dell’avvocato difensore, ecc. Dette presenze debbono essere pagate a vacazioni con separate richieste di liquidazione, come avviene normalmente e con gli idraulici, i muratori. Non si capisce infatti perché se si chiama un operaio e lo si fa aspettare fuori della porta per mezza o tutta la giornata esso debba essere pagato per le ore perse, mentre un professionista che ritorna a vuoto più volte al Tribunale e deve aspettare fuori dell’aula come previsto, nulla sia dovuto, in quanto espressamente sancito dal citato art. 29 Inoltre, i magistrati, devono motivare le decurtazioni che essi operano sulle parcelle nonostante le tariffe siano stravecchie e mai aggiornate. E’ inoltre assurdo che i periti e consulenti dei pm debbano anticipare da loro, le spese autorizzate (treni, aerei, analisi, foto, collaboratori e quant’altro) e vedere i propri soldi dopo anni. Spero di essere stato abbastanza chiaro nel rappresentarle la situazione. Cordiali saluti
Vero Vagnozzi
Perito balistico – Roma
_________________
Il “dio denaro”

Egregio Direttore,
si da troppa importanza al dio soldo, al denaro. Tanti episodi di mal costume della nostra società italiana, sono legati dal potere economico. Le situazioni sociali, economiche, etiche, vanno analizzate le cause e poi risanate. Dagli incendi estivi, causano distruzione dell’ambiente e morti nei boschi, in maggioranza al sud dove continua ad imperversare, in questo e in altri ambiti tradizionali, la malavita organizzata. Grande l’aumento del consumo di droghe, non solo da gente comune e giovani sempre più in bassa età, ma anche in ambienti borghesi e benestanti, soprattutto nelle città del nord d’Italia. L’evasione fiscale di massa, con punte impensabili, na non sorprendenti, come i sessanta milioni di euro che sarebbero stati sottratti al fisco dal grande motociclista italiano, sembrano siano stati diluiti dai suoi manager nei paradisi fiscali, come sembra facciano tanti altri personaggi dello sport, dello spettacolo, e di tanti ricchi e benestanti economicamente.
Anche l’aumento inquietante degli infortuni mortali sul lavoro, e quella non meno tragica degli incidenti stradali, provocati da guidatori ubriachi o drogati. E nel frattempo è in crescita il numero di poveri, in particolare anziani, e i ricchi diventano sempre più ricchi. Il filo che lega direttamente o indirettamente tutti questi tristi e altre cose, è il denaro, pur di fare soldi non si salvaguarda la persona, la vita, fermiamoci un momento a riflettere. Ma per fortuna in Italia c’è ancora tanta, tanta, gente onesta, per bene, sincera, leale, mi viene spontaneo invitare (gente onesta di tutta Italia unitevi) per battere tutte le mafie, la malavita organizzata, illegalità, gli egoismi. Gente onesta bisogna partecipare in ogni campo della vita pubblica e privata, essere protagonisti, per elaborare e portare avanti progetti, per far crescere la cultura della legalità, dell’onestà, dell rispetto della persona, della solidarietà e della giustizia sociale.
Dobbiamo darci tutti degli scatti concreti di responsabilità, per contribuire a costruire una società piena di valori veri per la persona. Per questo rivolgo un appello a tutte le associazioni, a tutte le istituzioni nazionali e locali, alle scuole di ogni ordine e grado, a tutta quella parte sana del Paese, alla politica quella lta, se ci metteremo tutti più impegno, con più coraggio, riusciremo sicuramente a far avanzare la società italiana verso l’obiettivo da raggiungere, di una società più giusta, più onesta, dove la persona, la vita, sia messa al primo posto nella scala dei valori umani. Contribuiremo a costruire una società dove ci sarà rispetto per l’ambiente, rispetto del Codice stradale e con meno morti, meno spaccio e consumo di droghe e bevande alcoliche, meno mafie e malavita organizzata, una società dove si rispettano le leggi dello Stato. Una società dove la persona onesta sia vista la migliore, la più in gamba. Una società in cui saremo tutti più felice, e tante famiglie più serene.
Cordiali saluti.
Francesco Lena
Cenate Sopra Bergamo

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