Piotr Kusnetzov, il “santone” aveva annunciato che la fine del mondo era fissata per il 27 maggio scorso, e all’inizio del novembre 2007, sotto la sua guida 37 persone (uomini, donne, bambini) si erano raccolti nel villaggio Nikolskoie, nel sud-est della Russia, dopo essersi liberati di ogni accessorio della vita moderna, compresi i documenti d’identità, per attendere così purificati l’Apocalisse. La Polizia, allertata dagli abitanti del villaggio, si era recata a Nikolskoie, ma i “millenaristi” avevano lasciate le abitazioni dove alloggiavano per asserragliarsi in una grande caverna della quale avevano bloccato l’accesso. L’unico presente era Kusnetzov, che aveva spiegato di essere rimasto fuori perché destinato a “un’altra missione”.
Dato che con i membri della setta vi erano anche dei bambini di pochi anni, i poliziotti si erano avvicinati alla grotta chiedendo di poter entrare, ricevendo un deciso rifiuto. Da allora era cominciato un lungo assedio, mentre i “millenaristi” minacciavano di darsi fuoco con il kerosene portato per riscaldarsi in caso di irruzione. Il 25 marzo dalla caverna erano stati sparati dei colpi di fucile, e qualche giorno dopo all’interno si producevano dei crolli. Due donne erano morte, una di stenti e l’altra per un cancro, altre sette erano fuggite spaventate, una ventina di persone avevano seguito il loro esempio. Infine, il 16 maggio, la pPolizia è riuscita a entrare nella caverna, dove erano rimasti solo nove adepti.
Il “santone”, dichiarato malato di mente, è stato ricoverato in ospedale gravemente ferito alla testa, forse aggredito da alcuni suoi “millenaristi” furiosi per essere stati ingannati; comunque è stato accusato di istigazione all’odio religioso, e di aver messo in pericolo la vita dei suoi seguaci.
In Russia, dalla caduta del regime sovietico, il fenomeno dei “santoni”, che ripropongono il modello del famigerato Rasputin di epoca zarista, e delle sette da loro guidate, è in piena espansione, malgrado che per contrastarle sia stata varata un’apposita legge. Qualcuna però gode della benevolenza del potere, come quella che si proclama “La Russia che risorge”: i suoi adepti venerano Vladimir Putin, ritenendolo una reincarnazione di San Paolo.
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