C’è qualcosa che condiziona la vita di tutto il mondo: il petrolio. Sull’origine del petrolio sono state avanzate molte ipotesi, la più accreditata è quella secondo la quale il petrolio deriva dalla decomposizione catalitica e dall’azione di microrganismi su depositi organici vegetali e animali.
Il petrolio si rinviene nel sottosuolo a profondità diversissime: si è trovato a 50 metri come a 7.000 metri sotto la superficie terrestre; i giacimenti sono in sacche di terreni impermeabili che risalgono all’era terziaria e a quella secondaria.
L’estrazione dai giacimenti si fa trivellando un pozzo dal quale il petrolio fuoriesce, il più delle volte, spontaneamente per la pressione cui viene sottoposto, in caso contrario si ricorre al pompaggio. Il ritmo di ricerca del petrolio è divenuto febbrile negli ultimi anni, ed ha permesso di localizzare giacimenti di questo prezioso minerale nelle più diverse parti del mondo, compresa l’Italia, dove il petrolio viene estratto, anche se in quantità modesta, in Sicilia e altrove. In genere il petrolio si rinviene in aree dove sono presenti rocce sedimentarie, mentre è assente nelle zone vulcaniche. Grandi campi petroliferi si trovano in Arabia, Iraq, Iran, in Indonesia, nel Venezuela, nel Messico e negli Stati Uniti.
La corsa al petrolio è divenuta elemento fondamentale della civiltà industriale, caratterizzando la storia dell’ultimo secolo.
I petrolio era conosciuto e utilizzato specialmente dove esisteva in superficie, fin dall’antichità. I cinesi lo usavano per cucinare, per riscaldamento e come lubrificante. Col tempo essi impararono a scavare pozzi e a fabbricare rudimentali oleodotti di bambù. Così anche le tribù asiatiche che vivevano sulle rive del Mar Nero, che accendevano sulle spiagge fuochi che bruciavano per mesi.
Soltanto alla metà del 1800 ebbe inizio lo sfruttamento del petrolio. Un primo pozzo venne scavato nel 1859 a Titusville, Pensylvania, Usa. In poco tempo altre centinaia di pozzi cominciarono a funzionare in tutto lo Stato. All’inizio il petrolio era usato quasi esclusivamente per l’illuminazione. Ma con la diffusione dei motori a scoppio, nei primi anni del XX secolo, si ebbe il grande boom del petrolio. Negli Usa, folle di “ricercatori” di petrolio andarono scavando pozzi ovunque e presto cominciarono a scorrere fiumi del liquido prezioso.
Oggi il petrolio costituisce una grande industria con prodotti vari come: benzina, olio da gas, oli lubrificanti, paraffina, ecc.
Dalla distillazione del petrolio si ottiene la benzina che ha assunto, nella vita economica moderna, una importanza enorme, per questo, in molti Paesi, si conducono ricerche su vasta scala di nuovi giacimenti, allo scopo di aumentarne la produzione. Per capire l’importanza della benzina nella vita economica moderna basta pensare che al mondo circolano milioni di autoveicoli, aeroplani, macchinari industriali.
Se in un tempo non molto lontano venisse a mancare per esaurimento questa fonte di energia si avrebbe una catastrofe universale. Per questo c’è l’esigenza di sviluppare l’industria nucleare da parte dei vari Paesi industrializzati che libererebbe tutti dalla necessità di massicce importazioni, con relativa dipendenza, che può avere un grave peso sul piano politico ed economico.
Nell’Europa occidentale è sorto il Centro comune di ricerche nucleari Euratom, che coordina gli studi nucleari per scopi pacifici dei Paesi aderenti, così l’uomo potrà usare le immense energie offerte dalla disintegrazione del nucleo atomico per risolvere tutti i suoi problemi in una eventuale crisi petrolifera.
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