In America è già un libro di culto. In Italia
ha fatto il suo debutto il 30 aprile. “Musicophilia”, scritto
dal neurologo inglese Oliver Sacks, analizza
la relazione tra mente e parole.
Chi non ricorda Risvegli, il film con Robert de Niro e Robin Williams che narrava le storie di venti pazienti di un ospedale del Bronx riportati alla veglia dopo un lunga letargia? Forse non tutti sanno che l’autore del libro dal quale fu tratto è Oliver Sacks, un mito vivente della neurologia. Non un medico qualunque, ma colui che, a detta del New York Times, è riuscito a dare una dimensione letteraria alla scienza, raccontando il lato umano dei suoi pazienti. Con una prosa avvincente, scevra da tutti quei dati clinici che ne escluderebbero i non addetti ai lavori, Sacks fa entrare i suoi lettori nella mente di chi vive in un mondo di immagini e di suoni sconosciuti ai più.
Dopo una lunga attesa, è uscito qualche mese fa negli Stati Uniti il suo nuovo libro, Musicophilia, arrivato anche in Italia il 30 aprile, edito da Adelphi. Nel suo nuovo lavoro si incontrano due grandi passioni del neurologo anglosassone, la scienza e la musica. L’incontro con la scienza è legato a un ricordo ben preciso, quando sua madre, un’oncologa, gli mostrò che versando su un cavolfiore rosso qualche goccia di ammoniaca, il colore dell’ortaggio come per magia cambiava. La meraviglia di quella metamorfosi compiutasi sotto i suoi occhi si impresse per sempre nella sua mente. La seconda grande passione, la musica, è sempre stata, a detta di Sacks, una fonte di forti emozioni e di stati d’animo intensi.
In questo ultimo libro, attraverso una galleria di vicende umane ben narrate e non di casi clinici, Sacks analizza proprio il rapporto fra la musica e la malattia. A volte questa può essere parte del problema, come nei casi di amusia (l'incapacità biologica di comprendere, eseguire ed apprezzare la musica) o di allucinazioni musicali. Altre è parte della soluzione, come componente di una terapia mirata a curare o a limitare i danni di un disturbo neurologico. Come è accaduto per una trentina di persone affette dalla sindrome di Tourette, che Sacks ha incontrato un giorno a New York insieme a un batterista. Riuniti tutti in una stanza, ognuno era in balia dei proprio tic, ciascuno in preda ai movimenti involontari del proprio corpo. Poi il batterista inizia a suonare e tutti in cerchio si sintonizzano su quel ritmo. Come per incanto i tic scompaiono e il gruppo si fonde in una perfetta sincronia ritmica. Questo stupefacente esempio, spiega Sacks, è solo una particolare variante della “neurogamia”, che si verifica ogni volta che il nostro sistema nervoso si “sposa” con quello di chi ci sta accanto attraverso il medium della musica.
Suggestivo è l’episodio di Harry S., un paziente che Sacks ha avuto in cura per circa trent’anni. Harry, un brillante ingegnere meccanico, aveva quarant’anni quando fu colpito da un aneurisma cerebrale provocato da una brusca caduta. Rimase in coma per diverse settimane, durante le quali sua moglie divorziò da lui, perse il lavoro, l’uso delle gambe e una cospicua parte della sua mente e della sua personalità. Sebbene, uscito dal coma, riacquistasse lentamente le sue facoltà intellettuali, sul piano emozionale rimase gravemente compromesso: inerte, freddo, indifferente, apparentemente incapace di qualsiasi sentimento. Tutto questo, però, cambiava repentinamente non appena Harry iniziava a cantare. In quel momento, infatti, mostrava tutte le emozioni appropriate alla musica (il gioviale, il malinconico, il tragico, il sublime). Era come se la musica potesse sbloccarlo, come se fosse una “protesi” per i suoi lobi frontali danneggiati, che gli fornivano meccanismi emozionali che altrimenti sembravano venirgli meno. Ma quando il canto finiva, in pochi secondi tornava come prima, nuovamente inerte, freddo e indifferente.
Il caso di Harry e dei trenta pazienti con la sindrome di Tourette sono solo un paio di esempi della suggestiva galleria umana di Sacks che, con la sua consueta capacità di immedesimazione, esplora in questo libro la “straordinaria forza neurale” della musica e i suoi nessi con le funzioni e le disfunzioni del cervello.
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