Nonostante l’opposizione agli Ebrei negli eventi culturali odierni, non dobbiamo ignorare la letteratura millenaria ebrea. Una serie di scoperte, alcune delle quali anche recenti, hanno portato alla luce scritti e documenti che formano un corpo abbastanza vasto della letteratura ebraica antica, al di fuori del Vecchio Testamento.
Tra questi vi sono:
una piccola tavola in pietra, conosciuta come Tavola di Gezar, risalente all’età di Saul e di David, contenente notizie agricole;
la stele del IX secolo a. C.;
le lettere di Lakis, Palestina meridionale, scritte con inchiostro, in perfetto ebraico biblico;
numerose iscrizioni su vasi, pietre di confine, tutte in ebraico aramaico.
Il “Talmud”, grande codice morale, sociale, politico, letterario, astronomico, religioso, filosofico e medico, degli Ebrei, che per la grande perfezione del linguaggio, conciso ed essenziale, per la profondità di pensiero e di osservazione si può considerare una delle grandi opere della letteratura mondiale.
Nel campo filosofico pensatori ebrei del Medioevo ebbero come scopo la difesa della loro religione. La letteratura moderna ebraica riflette essenzialmente i problemi del moderno ebraismo.
Gli Ebrei comparvero nella storia intorno al XV o XIV secolo a. C. Facevano parte di quel gruppo di tribù beduine di razza semitica che ancora oggi conducono vita nomade nelle regioni desertiche dell’Arabia.
A volte alcune di queste tribù, sia per la siccità che per aumento di popolazione o minacce nemiche, si spostavano dal loro territorio per raggiungere nuove terre. A seguito di una invasione egiziana, gli Ebrei emigrarono in una stretta regione mediterranea, la Palestina, dove si praticava l’agricoltura e si era raggiunto un alto livello di cultura. Gli Ebrei nella nuova patria non ebbero vita facile e, costretti a difendersi, si divisero in tribù.
Nella Bibbia si parla di 12 tribù, dai 12 figli di Giacobbe, e secondo la Genesi fu Giacobbe a cambiare il suo nome in Israele. Nacque così il regno di Israele con capitale Schem, poi Samaria. Dopo innumerevoli lotte per la sopravvivenza, gli Ebrei vennero deportati in varie località, fin quando Ciro, re dei persiani, concesse agli Ebrei il ritorno in Palestina.
Attraversando la storia, non sempre a loro favore, gli Ebrei rimasero un popolo culturalmente unico, legato alla religione degli avi e alle tradizioni. Quando si formò il cristianesimo la Palestina venne distrutta dalla potenza dei Romani e gli Ebrei dispersi nelle varie regioni dell’Impero.
Dal Medioevo, in Europa, la storia degli Ebrei è una tragica storia di intolleranze, furore religioso, fanatismo. Esclusi dal commercio ed ogni attività cominciarono ad investire capitali e così, segnati dall’odio popolare, come avidi usurai.
Dal XVI al XVIII secolo vi fu l’esodo di Ebrei dall’Europa alla Turchia, paese tollerante verso gli Ebrei. Dopo la Rivoluzione Francese, in Francia, con le idee di libertà, eguaglianza e fraternità, si abolirono le condizioni di segregazione razziale.
Via via gli Ebrei ebbero pieni diritti in Inghilterra, in Italia, in Austria, in Svizzera e in Romania. Ma alla fine del XIX secolo, malgrado le leggi d’eguaglianza, l’antisemitismo si rafforzò in Germania, Austria e Ungheria.
In Germania l’antisemitismo assunse le forme di una propaganda ideologica. Via via che le idee si una superiorità razziale germanica diveniva un mito insostituibile nella vita politica, l’antisemitismo fu il mezzo necessario ai nazionalisti per mantenere attuale, e dimostrare come vero, quel mito. All’avvento del nazismo aumentò la crociata contro gli Ebrei per poter affermare l’idea che “la razza è al centro della vita” ed i tedeschi avevano diritto per superiorità naturale ad “una pace senza giudei”.
Dopo lo sterminio nazista di circa 6.000.000 di Ebrei, questo popolo è raddoppiato di numero. Dal 1948 Israele è uno Stato circondato da Stati nemici che gli rendono una sopravvivenza difficile, boicottandolo in tutti i modi, come se tutti gli esseri viventi non avessero il diritto di sopravvivere.
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