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Maggio-Giugno/2008 - Interviste
Israele/Palestina
“Una Missione internazionale sarebbe un fatto positivo”
di Intervista a cura di Leandro Abeille

Khaled Osaily è il sindaco di Hebron eletto dalle liste di “Terza via”, il partito di centro guidato da Salam Fayyad, che si propone come alternativo al duopolio Hamas, Al-Fatah. Ex uomo d’affari è persona affabile e parla un inglese impeccabile. Lo incontro nel suo ufficio nel Comune di Hebron che i palestinesi chiamano Al-Khalil.

Sindaco, quale è il problema che Hebron deve affrontare nell’immediato per iniziare lo sviluppo?
Il nostro unico problema ed ostacolo allo sviluppo sono i coloni. Tutto nasce da loro, compresa l’occupazione militare, 400 coloni e 1.000 soldati di guardia decidono della vita dei palestinesi della mia città.

Come possono materialmente impedire il vostro sviluppo?
Grazie alla presenza dei coloni, Hebron è frammentata, l’esercito israeliano ha chiuso decine di strade e case, trasformando questa città un tempo viva nella “città dei fantasmi”. I palestinesi non possono più muoversi all’interno di Hebron con gravi ricadute sul tessuto socio-economico cittadino.
Dopo gli accordi tra Israele e Anp si era deciso di aprire molte vie di comunicazione chiuse da anni, gli Usa hanno stanziato 3.000.000 di dollari per i lavori di sgombero ma ancora è tutto fermo per ordine dei militari israeliani. Io che sono il sindaco non ho possibilità di avere accesso ad una parte della mia città.

Progetti?
Vorremo costruire una zona industriale che potrebbe dare lavoro a centinaia di persone, ma siamo in zona “C” (controllo civile e militare israeliano) e non ci danno i permessi per iniziare i lavori. Non riusciamo neanche a costruire la zona sportiva per i nostri giovani, pur avendo già in progetto, 2,2 ettari di parchi giochi per bambini, piscina e campi da calcio, tennis e polivalenti e i fondi elargiti da Usaid, non riuscendo ad ottenere le autorizzazioni dall’esercito non possiamo iniziare la costruzione.

E’ un problema quello dei giovani?
Il 60% degli abitanti della mia città sono sotto i 18 anni, voglio per loro una vita normale. Abbiamo poche scuole e assolutamente nulla per impegnarli nel doposcuola. Hanno solo la strada che a volte li conduce al crimine, alla droga o al fanatismo religioso.

Il versante lavoro?
La disoccupazione è oltre il 40% dalle nostre parti, a Gaza ad esempio a causa della chiusura sfiora il 90%, avremo bisogno di investitori, ma nessuno fa affidamento su di noi, viviamo sotto occupazione militare straniera e non abbiamo libertà di movimento. Il problema è di carattere logistico, non avendo strade percorribili in tempi ragionevoli il trasporto merci diventa impossibile.

Riuscirete a mettervi d’accordo con i coloni?
Non avremo mai accordi con i coloni, la popolazione non vuole cooperare con loro. Hanno chiuso la nostra città, passando vicini alle loro case si viene investiti di qualsiasi cosa, spesso gettano l’immondizia dalla nostra parte. Non ci vogliono nella nostra terra dicono che sono qui al posto degli arabi che devono essere rispediti in Giordania.
Qui ad Hebron c’è la tomba di Abramo, dicono che questo prova che la terra è loro.

Come si esce da questa situazione?
Premendo per accelerare dei processi di pace stabili e duraturi che vengano rispettati da tutti, fornendo supporto economico e politico al popolo palestinese.

Sarebbe favorevole ad una missione internazionale?
Certamente, potrebbe garantire il rispetto delle risoluzioni e degli accordi di pace. Abbiamo bisogno di tutto il possibile, nessuno al mondo più del popolo palestinese, conosce cosa vuol dire la mancanza di sicurezza e di libertà.

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