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Maggio-Giugno/2008 - Articoli e Inchieste
Psicologia
Le nuove forme di dipendenza da Internet
di Marco Cannavicci - Psichiatra-Criminologo

Il termine copre un’ampia varietà
di comportamenti, generando anche problemi
di controllo degli impulsi: uno studioso
americano ne ha indivituati cinque tipi specifici


In ogni nuova tecnologia è possibile riscontrare degli elementi innovativi con ricadute applicative positive. Tuttavia spesso è impossibile separare dalle ricadute positive quelle negative, le complicazioni, gli effetti collaterali, gli usi impropri o indesiderati. Così come è avvenuto per quasi tutte le nuove tecnologie messe a punto nel XX secolo, anche con Internet e la multimedialità ad essa associata non è stato possibile disgiungere le due cose per cui accanto alle positive applicazioni sono comparse anche delle negative ricadute sociali e sanitarie. Parliamo di alcune forme di dipendenza da Internet o dalle possibilità che l’accesso al web permette.
La dipendenza da Internet (Internet addiction disorder - Iad) è un termine piuttosto vasto, dal punto di vista psicologico copre un'ampia varietà di comportamenti generando anche problemi di controllo degli impulsi. Inoltre la dipendenza da Internet e la dipendenza dal computer sono ormai inscindibilmente legate e a volte si usa il termine di dipendenza on line per indicare il fenomeno nel suo complesso. Secondo Kimberly Young, che ha fondato il Center for on line Addiction statunitense, sono stati infatti riconosciuti 5 tipi specifici di dipendenza on line:
- dipendenza cibersessuale (o dal sesso virtuale): gli individui che ne soffrono sono di solito dediti allo scaricamento, all'utilizzo e al commercio di materiale pornografico on line, o sono coinvolti in chat-room per soli adulti;
- dipendenza ciber-relazionale (o dalle relazioni virtuali): gli individui che ne sono affetti diventano troppo coinvolti in relazioni on line o possono intraprendere un adulterio virtuale; gli amici on line diventano rapidamente più importanti per l'individuo, spesso a scapito dei rapporti nella realtà con la famiglia e gli amici; in molti casi questo conduce all'instabilità coniugale o della famiglia;
- net gaming: la dipendenza dai giochi in rete comprende una vasta categoria di comportamenti, compreso il gioco d'azzardo patologico, i videogame, lo shopping compulsivo e il commercio on line compulsivo; in particolare, gli individui utilizzano i casinò virtuali, i giochi interattivi, i siti delle case d'asta o le scommesse su Internet, soltanto per perdere importi eccessivi di denaro, arrivando perfino ad interrompere altri doveri relativi all'impiego o rapporti significativi;
- sovraccarico cognitivo: la ricchezza dei dati disponibili sul world wide web ha creato un nuovo tipo di comportamento compulsivo per quanto riguarda la navigazione e l'utilizzo dei database sul web; gli individui trascorrono sempre maggiori quantità di tempo nella ricerca e nell'organizzazione di dati dal web; a questo comportamento sono tipicamente associate le tendenze compulsive-ossessive ed una riduzione del rendimento lavorativo;
- gioco al computer: negli anni '80 giochi quali il solitario e il campo minato furono programmati nei calcolatori ed i ricercatori scoprirono che il gioco ossessivo sul computer era diventato un problema nelle strutture organizzate, dato che gli impiegati trascorrevano la maggior parte del giorno a giocare piuttosto che a lavorare; questi giochi non sono interattivi né giocati in rete.
Trascorrere molte ore della giornata su internet, chattando o giocando, deteriora le relazioni reali della persona, generando delle false relazioni, dette relazioni virtuali.
Le relazioni virtuali differiscono dalle relazioni della vita reale: l'anonimato, la rimozione delle barriere geografiche, il miscuglio culturale sono le differenze più importanti che sono state notate.
Gli studiosi del problema della dipendenza da internet hanno individuato 4 categorie di elementi che contribuiscono all’insorgere, nei soggetti che trascorrono molto tempo on line, di psicopatologie legate all’uso di Internet:
1) le psicopatologie preesistenti. In più del 50% dei casi la Iad può essere indotta da alcuni tipi di disturbi psichici preesistenti; i fattori di rischio includono una storia di dipendenza multipla, condizioni psicopatologiche come depressione, il disturbo ossessivo-compulsivo, il disturbo bipolare, la compulsione sessuale, il gioco d'azzardo patologico, o fattori situazionali, come la sindrome da burnout, il contrasto coniugale o l’abuso infantile;
2) le condotte a rischio (“eccessivo consumo” di sostanze psicotrope o stupefacenti, la riduzione delle esperienze di vita e di relazione “reali”, ecc.);
3) gli eventi di vita sfavorevoli (come i problemi lavorativi, familiari, ecc.; in questo caso “Internet funziona come una valvola di sfogo”);
4) le potenzialità psicopatologiche proprie della rete (come l’anonimato ed i sentimenti di onnipotenza che possono degenerare in: pedofilia, sesso virtuale, creazione di false identità, gioco d’azzardo, ecc.).
Nel 2004 l'Esercito finlandese ha rivelato che permette ad alcuni coscritti di posporre per tre anni lo svolgimento del servizio militare a causa della loro dipendenza dai giochi per computer e da Internet. Le ricerche effettuate in argomento hanno evidenziato due fasi di sviluppo comuni a tutti gli utenti telematici. Ogni fase dello sviluppo telematico (il percorso evolutivo che il neofita di Internet segue per inserirsi in questa nuova realtà) comporta specifici rischi.
I fase - di osservazione e ricerca: nella prima fase il soggetto scopre e utilizza giornali, riviste e informazioni on line, casinò virtuali, trading on line, negozi virtuali, siti pornografici. I rischi sono quelli collegati ai già citati sovraccarico cognitivo, gioco d’azzardo on line, trading patologico on line, shopping compulsivo on line, porno dipendenza. I rischi maggiormente correlati a questa fase sono di tipo compulsivo. Il soggetto che inizia a navigare nella rete scopre le sue infinite offerte e inizia ad attivarsi nelle modalità che gli sono più congeniali. Alcune sono a maggior rischio di divenire vere e proprie compulsioni: lo shopping, il giocare in borsa, il gioco d’azzardo, la visione di materiale pornografico. Non sono attività che si trovano solo su Internet, con i rischi connessi, ma in rete sono facilitate dall’anonimato e dalla semplicità con cui è possibile praticarle in qualunque momento senza dover uscire di casa ed esporsi al giudizio altrui. In questo caso Internet non pone alcun limite all'impulso, che può facilmente tramutarsi in compulsione quando sfugge al controllo del soggetto e diviene il centro della sua esistenza.
II fase - relazionale-comunicativa: nella seconda fase il soggetto scopre e utilizza chat e altri giochi di ruolo on line. I rischi sono rappresentati da incontri al buio pericolosi, isolamento sociale e dipendenza, dipendenza da sesso virtuale (CyberSex Addiction), perdita dei contatti reali, sentimenti di onnipotenza.
In questa seconda fase si manifestano le cosiddette net-dipendenze, per le quali le persone maggiormente a rischio sono quelle con difficoltà comunicative-relazionali. In questi casi la dipendenza costituisce un comportamento di evitamento attraverso cui il soggetto si rifugia nella rete per sfuggire alle sue problematiche esistenziali.
Non esistono ancora delle terapie validate a livello medico o psichiatrico, quelle ritenute più efficaci per curare la Internet dipendenza sono sostanzialmente le stesse impiegate per gli altri tipi di dipendenza: tra esse la terapia cognitivo comportamentale, il tradizionale gruppo di supporto "dei 12 passi" e la terapia coniugale o familiare, a seconda dei casi.
Negli Stati Uniti viene utilizzata anche la psicoterapia on line, o per meglio dire il Counseling on line. Tale pratica tuttavia è attualmente vietata in Italia agli psicologi, per disposizione dell'Ordine professionale degli Psicologi, in attesa di una regolamentazione normativa.
La dipendenza dalla Rete, che fa parte dei disturbi del controllo degli impulsi, presenta molte somiglianze con altri tipi di dipendenze, come il gioco d’azzardo patologico, il compulsive shopping, ed anche con i veri e propri abusi di sostanze. L’Internet Addiction condividerebbe infatti con queste dipendenze alcune caratteristiche essenziali:
- la dominanza - l’attività alla tastiera (come la sostanza stupefacente) domina costantemente pensieri e comportamento;
- la instabilità dell’umore - l’inizio dell’attività (come l’assunzione della sostanza) induce dei cambiamenti nel tono dell’umore;
- la tolleranza - è presente nel tempo la necessità di incrementare la quantità di attività (o di sostanza) per ottenere l’effetto piacevole, il quale tende altrimenti ad esaurirsi;
- l’astinenza - quando s’interrompe o si riduce il comportamento (o l’uso di sostanze) compare un senso di malessere psicofisico;
- il conflitto - è conseguenza del comportamento disturbato, e determina evidenti conseguenze sull’armonico adattamento familiare, sociale, scolastico e lavorativo;
- la negazione del problema - è presente, come in tutte le dipendenze, soprattutto nella fase della ‘luna di miele’, cioè quando il comportamento (come l’uso di sostanze) determina ancora prevalentemente una sensazione piacevole;
- le ricadute - vi è la frequente tendenza a ricominciare l’attività (come l’uso di sostanze) dopo averla interrotta.
Altre manifestazioni non specifiche, e perciò più subdole, possono essere rappresentate da alterazioni del ritmo sonno-veglia e stanchezza cronica (per la frequente preferenza per i collegamenti notturni), ridotta efficienza del sistema immunitario, alterazioni dell’appetito, scarsa cura di sé, cefalea, alterazioni della vista, comparsa di problemi ortopedici come un frequente mal di schiena e la sindrome del tunnel carpale al braccio o alla mano (per l’uso continuativo del mouse). Alcuni soggetti predisposti possono addirittura presentare vere e proprie crisi epilettiche che si verificano per l’incessante stimolazione visiva dovuta alla lunga permanenza di fronte allo schermo del computer.
Lo stato attuale delle conoscenze non permette di indicare con certezza quali siano le alterazioni neurochimiche coinvolte nell’insorgenza del disturbo, e quali ne siano le conseguenze.
Le ipotesi più accreditate suggeriscono l’esistenza di uno squilibrio tra il sistema della serotonina, della dopamina e degli oppioidi endogeni, sostanze fondamentali per il funzionamento del sistema nervoso, la cui modifica determinerebbe un alterato funzionamento dei cosiddetti “centri del piacere”. Con il passare del tempo, questa alterazione tenderebbe a cronicizzarsi, causando una sorta di anomalo “reset” cerebrale.
Tra le numerose varianti con le quali l’Internet Addiction può presentarsi, una è rappresentata dalla cosiddetta Cyber-relation Addiction. Questa si caratterizza per la tendenza ad instaurare rapporti d’amicizia o amorosi con persone conosciute on-line, principalmente via chat, forum o newsgroups. Si tratta di una forma di relazione nella quale gioca un ruolo fondamentale l’anonimato, il quale permette di attribuirsi specifiche fisiche e caratteriali anche molto lontane da quelle che il soggetto presenta nella vita reale. Da ciò deriva che il numero di incontri che si realizzano in seguito a da questo tipo di conoscenza non è in realtà elevatissimo.
Le relazioni virtuali divengono progressivamente più importanti di quelle reali ed il soggetto va incontro ad un progressivo isolamento, vivendo in un mondo parallelo, popolato da persone idealizzate e nel quale la comunicazione avviene attraverso quella forma linguistica, grammaticale e visiva del tutto speciale, chiamata “irachene” dalla sigla Irc (Internet Relay Chat) e comprendente i ben noti emoticons e smiles.
Tra gli Internet-addicted si possono evidenziare due tipologie di soggetti: coloro che avevano già manifestato altri disturbi psicologici in precedenza (tra i più frequenti, disturbi dell’umore, d’ansia, della condotta alimentare, del controllo degli impulsi, ma anche disturbi di personalità fino a veri e propri quadri psicotici), e coloro che non avevano mai presentato, almeno apparentemente, alcuna psicopatologia.
Nel primo caso, sappiamo che aver già sofferto di altri disturbi rappresenta un fattore che facilita ogni tipo di assuefazione, dalla droga, all’alcool, al gioco d’azzardo, al sesso, al web: in altre parole, si diventa dipendenti da un certo tipo di stimolazione esterna.
Nel secondo caso, invece, sono i primi contatti con la “sostanza” (la Rete) ad accendere il bisogno, il quale successivamente si alimenterà, si automanterrà e si intensificherà ad ogni successiva assunzione, cioè ad ogni collegamento.
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Sindrome Internet
Addiction Disorder - Iad

Nel 1995 lo psichiatra Ivan Goldberg propose provocatoriamente l’introduzione nel Dsm (il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) di una nuova sindrome, che potremmo definire al passo con i tempi, denominata Internet Addiction Disorder.
Oggi l’esistenza del disturbo non è più in dubbio e la diagnosi viene posta utilizzando un test specifico, che risulta positivo nel caso in cui l’intervistato risponda affermativamente ad almeno cinque delle seguenti domande:

- Ti senti eccessivamente assorbito da Internet (pensi al collegamento precedente o pianifichi già la prossima sessione on line)?

- Senti il bisogno di passare sempre più tempo collegato alla Rete per ottenere la stessa soddisfazione?

- Hai ripetutamente tentato di controllare, ridurre o interrompere l’uso di Internet, ma senza successo?

- Ti senti irrequieto, nervoso, depresso o irritabile quando tenti di ridurre o interrompere l’uso di Internet?

- Rimani on-line più a lungo di quanto originariamente intendessi?

- Hai mentito ai familiari, al terapeuta o ad altri per nascondere l’entità del tuo coinvolgimento nella Rete?

- Usi Internet come mezzo per scappare dai problemi o per alleviare l’umore disforico (per esempio, sentimenti di impotenza, colpa, ansia, depressione)?

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