A Gerusalemme sono rappresentate tutte le religioni monoteiste. Una parte è ebraica, una musulmana e circa una ventina cristiane. Ci sono i greci ortodossi che hanno il possesso di tutti i luoghi santi, gestiscono il santo sepolcro, il carcere di Gesù, i getsemani, la Chiesa della Natività. Tutta la cristianità. Ognuno però ha il suo spazio e i suoi tempi, guai a “sgarrare”, le litigate tra preti a volte finiscono a colpi di scopa. Sono rappresentati oltre ai greco ortodossi, i siriano ortodossi, i copti, i cattolici, i maroniti, gli armeni, i protestanti e i messianici (gli ebrei convertiti al protestantesimo). Unica eccezione al predominio greco-ortodosso dei luoghi santi per i siriani che gestiscono la chiesa di S. Marco, che dichiarano essere il luogo dove avvenne l’ultima cena (e non nell’Abbazia della Dormizione), e dove c’è la più antica icona sacra al mondo, vecchia di 2.000 anni, secondo quanto affermato dal custode del luogo. Pare che questa icona sia stata rubata dagli armeni qualche tempo fa, per poterla mettere nella loro chiesa. Nel piano sotto alla chiesa c’è un’altra stanza, e pare che ancora più sotto ci sia la vera stanza del cenacolo; non lo potremo sapere: gli israeliani hanno bloccato gli scavi.
Le tre religioni si tollerano, e tolleranza non vuol dire che si amano ma non si attaccano a viso aperto, come la mosca che ci gironzola intorno quando dormiamo, ci dà fastidio ma non ci alziamo per ammazzarla. Così succede che durante la Via Crucis, i musulmani urlino che Gesù non è Dio, e gli ebrei ortodossi sputino a terra quando vedono il Crocefisso con l’immagine del corpo del Cristo. Non credo che i cristiani non rispondano a queste provocazioni.
Quella con i cristiani è comunque la relazione più amichevole. Ebrei ortodossi e musulmani non si parlano neanche per chiedere permesso nelle affollate vie di Gerusalemme vecchia, non si guardano, vivono su due mondi paralleli ma diversi, come se i primi fossero fantasmi per gli altri, e viceversa. Gerusalemme, nata per essere città santa è diventata meta di pellegrinaggi, turistici più che religiosi, i cristiani poggiano la mano sulla pietra del Santo Sepolcro e aspettano che l’amico scatti la foto, gli ebrei pregano muovendosi avanti indietro e prima della foto di rito, infilano rotolini di richieste personali a Dio nei resti del tempio di Salomone.
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