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Aprile/2008 - SOLO ON LINE SU POLIZIA E DEMOCRAZIA
Un viaggio a New York
di Veronica Rodorigo

Vediamo alla tv Ratzinger, un uomo a New York, tra ali di folla acclamante. Un uomo vestito di bianco che tutti attendono per ascoltarlo. E quest’uomo, nel Palazzo di Vetro dell’Onu, sarà ascoltato da tutti mentre parla dei drammi del mondo e dei mali che sono causa di violenze e dolore. Sono lontane tutte le contestazioni ed è applaudito in uno Stato laico, nella sede delle Nazioni Unite, anch’essa istituzione laica.
Quest’uomo è chiamato Benedetto XVI, ha portato la sua parola per ammonire il mondo occidentale. “Le vittime degli stenti e della disperazione, la cui dignità umana viene violata impunemente, divengono facile preda del richiamo alla violenza e possono diventare in prima persona violatrici della pace”. Un incitamento a regole e strutture per promuovere il bene comune e difendere la libertà umana. Le giuste regole non limitano la libertà, ma la promuovono quando proibiscono comportamenti e atti che operano contro il bene comune, difendendo i diritti umani. Quanto alla scienza e alla tecnologia, il Papa ha detto che sono studi che devono rispettare la vita e l’ambiente.
I giornali di tutto il mondo hanno parlato di un viaggio trionfale, anche noi, qui in Italia, dimenticando che lo stesso uomo, ora osannato, questo filosofo del bene, venne cacciato pochi giorni fa dall’Università di Roma La Sapienza. Sessanta docenti avevano firmato di non desiderare la visita del Papa. Una percentuale minima di docenti di questa Università, che sono 4.500 più tecnici e amministrativi.
Ma quale è stato il motivo della censura? Così l’hanno giustificata: l’anno 1990 Ratzinger disse: “Il processo della Chiesa contro Galileo fu ragionevole e giusto”, citazione purtroppo appartenente a Karl Feyesabend, filosofo austriaco della scienza, completata dal papa con questa frase: “Ecco il giudizio umano come spesso sbaglia”. I sapienti della Sapienza non hanno dimostrato troppa sapienza estrapolando frasi senza completare il contesto della citazione.
Questo Papa ha fatto molte citazioni “pro scienza”, mai evidenziate, forse perché a volte mostra di sapere quanto e più di tanti. Con questo evento alla Sapienza è stata negata la sapienza, contrapponendo l’Università all’universalità.
Ci siamo dimenticati che l’atto di fondazione dell’Università, dove gli attuali professori tengono le loro lezioni, deriva da una decisione pontificia del 20 marzo 1303, e il fondatore è stato Bonifacio VIII.
Dobbiamo rammentare che il presidente Ahmadinjad, considerato simpatizzante del terrorismo internazionale, ha parlato all’Onu, assemblea universale dei popoli per la pace e la giustizia, mentre alcuni di noi non desiderano ricevere alla Sapienza un uomo di pace e di giustizia, dimenticando quella frase di Voltaire da loro ammirata: “Mi batteròò fino alla morte perché ognuno possa dire il contrario di quello che io penso”.
Ricordiamo che in Italia le radici storiche e culturali ci parlano di un papato importante, e quel piccolo uomo vestito di bianco non era un estraneo all’Università di Roma, infatti l’invito contestato era per l’inaugurazione del 705mo Anno Accademico.
Ci siamo domandati perché la presenza di Benedetto XVI non offende la laicità americana? Perché l’America è nata anche dalle migrazioni di minoranze religiose, perseguitate e ostacolate dalle proprie patrie europee. Lì la laicità non è il contrario della religione.
Se poi vogliamo parlare dell’Onu, sappiamo che un Papa lì non è un estraneo, poiché c’è qualche storico che ricorda che la prima idea pubblica di organizzazione internazionale che guidasse al raggiungimento di un bene comune di tutti i popoli è stata di un uomo che si chiamava Benedetto XV.

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