Via dai supermercati e dai distributori
scolastici. Il governo francese rimpiazza
caramelle e dolciumi con frutta e verdura
I bambini francesi sono troppo grassi. Lo dicono ricerche svolte negli ultimi mesi, che riportano dati allarmanti: tra obesi e sovrappeso, un quinto della popolazione scolastica è in lite con la bilancia. Fenomeno che tenderà ad ampliarsi nell’età adulta, se è vero che un terzo dei francesi è in sovrappeso.
Contrariamente all’Italia, dove un piano anti-obesità è stato solo annunciato dal Ministero della salute e le iniziative “anti-merendine” sono state applicate solo da alcuni comuni, il governo francese è ricorso alle maniere forti. Il mese scorso, infatti, il ministro della Sanità francese Roselyne Bachelot ha ottenuto il primo sì al progetto di eliminare dolciumi e caramelle dalle casse dei supermercati. La prima catena di supermercati che ha accettato di sottoporsi al provvedimento è stata Leclerc, che dal primo giugno svuoterà tutti gli scaffali “tentatori”. A quanto pare, i due anni di campagne martellanti a danno di dolci e dolcetti hanno sortito il loro effetto. Tutto è cominciato nel 2006, quando Xavier Bertrand, predecessore della Bachelot, preoccupato dall’aumento dell’obesità fra i bambini francesi, ha lanciato il “Programma Nazionale per l’Alimentazione e la Salute”. L’iniziativa, alla quale hanno partecipato medici, pediatri e nutrizionisti, prevedeva l’applicazione di etichette salutiste sui prodotti, controlli nei supermercati e una campagna di sensibilizzazione. Il programma, però, non ha dato i risultati sperati: il numero di persone in sovrappeso non è diminuito e, tra i bambini, il fenomeno era in sensibile aumento. Così si è arrivati alle maniere forti: dai suggerimenti si è passati alle pressioni, dai consigli ai divieti.
L’adesione al progetto Bachelot è stata subito annunciata dal proprietario della famosa catena di supermercati, Michel-Edouard Leclerc, che ha tenuto a sottolineare come la scomparsa dei prodotti incriminati comporterà una perdita di 5 milioni di euro l’anno. Infatti, anche se le confezioni sottratte verranno spostate sugli scaffali delle corsie interne, il danno economico sarà notevole, considerando che una caramella su cinque viene adocchiata e messa nel carrello proprio alle “avancasse”.
Il segreto, del resto, è tutto lì. Quando i genitori sono in coda con i lori figli, sono disposti a comprar loro ogni cosa pur di farli stare buoni. Marion Nestle, docente di nutrizione e salute pubblica dell’Università di New York, conferma: «dico sempre ai genitori di non fare mai la spesa con i loro figli. Le scatole con i cartoni animati disegnati sopra sono posizionati sempre negli scaffali più bassi, dove anche i bambini più piccoli possono arrivare».
Il problema, però, non è legato solo alla quantità delle calorie contenute in dolci e dolcetti, ma anche alla loro qualità. I sostituti dello zucchero (dalla discutibile salubrità) e gli additivi che affollano le etichette sono sostanze che interferiscono con l’attività di tiroide e timo, oltre ad essere fra le cause dell’iperattività infantile. Secondo uno studio del British Medical Journal, il sorbitolo, una sostanza che si trova in diversi tipi di gomme e di dolciumi, è solo parzialmente assorbito dal corpo e quel che rimane fermenta nell’intestino, provocando, talvolta, dolori acuti e una grave diarrea.
Dolci e caramelle non verranno bandite solo dagli scaffali dei supermercati. Il ministero della sanità ha proposto anche l’eliminazione immediata delle pubblicità alimentari durante le trasmissioni televisive per bambini. Le scuole francesi, inoltre, stanno progressivamente sostituendo i distributori di “junk food” con quelli di frutta e verdura sporzionate. Un’iniziativa promossa dal ministro dell’agricoltura francese Michel Barnier, che sottolinea come i bambini di oggi mangino quattro volte meno frutta e verdura rispetto ai loro nonni.
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