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Aprile/2008 - Panorama sindacale
Le notizie dei sindacati
di

Siulp

La Segreteria provinciale di Roma comunica: “Pensavamo che, per il modo in cui era stato gestito il servizio di ordine pubblico in occasione della visita del presidente degli Stati Uniti, la nostra Amministrazione avesse già toccato il fondo. Credevamo fosse bastato lasciare sulla strada, senza cambio i colleghi per 16,18 ore. Eravamo convinti che fornire loro come primo ordinario una mela, una bottiglietta di acqua e due rosette di gomma farcite con prosciutto di pessima qualità e assolutamente nulla per cena, mentre i Comandi delle altre Forze di polizia si preoccupavano in ben altro modo dei bisogni dei loro uomini, avesse rappresentato una vergogna sufficiente per i nostri vertici.
Ebbene eravamo in errore. La capacità, da parte di costoro, di umiliare i lavoratori della Polizia di Stato ha veramente superato ogni limite con il pagamento (il mancato pagamento sarebbe meglio dire) delle ore di lavoro straordinario che i colleghi sono stati costretti ad effettuare in quella occasione. Infatti, abbiamo dovuto aspettare ben nove mesi affinché venissero pagati il compenso spettante per il servizio di ordine pubblico e gli straordinari effettuti.
Cosa dire? Poteva bastare come dimostrazione di insensibilità ed incapacità da parte della nostra Amministrazione? Riteniamo di sì, ma qualcuno, ancora non pago, ha voluto tirare un ultimo scherzo mandando in pagamento solo una tranche (pari al 50%) di quanto dovuto. Adesso basta.
Non possiamo nè vogliamo permettere questa ulteriore umiliazione perpretata ai danni della nostra categoria. Intimiamo pertanto all’Amministrazione di liquidare immediatamente quanto dovuto, riservandoci di porre in essere ogni iniziativa sarà ritenuta necessaria dal Siulp per garantire il sacrosanto diritto dei colleghi al risarcimento dei sacrifici effettuati”.
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Silp-Cgil

La Segreteria provinciale di Modena comunica: “La Sottosezione Polizia Stradale di Modena nord, negli ultimi mesi, vive in uno stato di grave sofferenza per quanto riguarda l’organico. Una situazione segnalata da questa organizzazione sindacale a più riprese, sia a livello provinciale, che regionale e nazionale, senza però trovare na giusta e reale soluzione del problema. Infatti da circa 60 operatori di cui dovrebbe disporre la Sottosezione, siamo giunti attualmente a 53 unità, di cui solo 48 effettivamente disponibili, i quali devono coprire i tratti autostradali più importanti e di maggior traffico d’Italia.
Le uniche scelte adottate dai vertici della Polizia Stradale sono state quelle di mandare un solo poliziotto distaccandolo da un ufficio già gravemente carente di personale come quello della Sezione di via Giardini. Al tempo stesso, non possiamo non segnalare che, unitamente alla carenza d’organico, si è venuto a creare presso la Sottosezione della Polizia Stradale di Modena nord, un forte malessere del personale che non vede riconosciute pienamente le proprie rivendicazioni da parte della dirigenza. Questa situazione ha portato il personale a disaffezionarsi e a ridurre la propria disponibilità a sopperire alle carenze d’organico.
Il Silp-Cgil ha più volte segnalato questa problematica, tenendo in considerazione anche i carenti risultati per quanto riguarda l’attività contravvenzionale e di Polizia giudiziaria degli ultimi mesi, che secondo noi necessita e necessittava di forti e radicali interventi. Amaramente dobbiamo prendere atto che tali situazioni non sono avvertite soltanto presso la Sottosezione Polizia Stradale di Modena nord, ma anche da altri Uffici periferici e dalla Sezione Polizia Stradale, dimostrando una inefficace gestione del personale da
parte del vertice della Polizia Stradale modenese”.
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Siap

La Segreteria Nazionale comunica: “In data 5 marzo si è svolta una riunione presso il Dipartimento della Pubblica sicurezza, tra una delegazione dell’Amministrazione, il Siap e i sindacati maggiormente rappresentativi sul piano nazionale, per ultimare e chiedere la trattativa, sui lavori afferenti i criteri per la ripartizione delle risorse contrattuali, finalizzate come è noto a ristorare la produttività collettiva e le altre indennità scaturite dall’accordo per il 2007. Dalle tabelle riepilogative si evince che la maggior parte degli emolumenti finalizzati al pagamento della reperibilità, cambio turno, indennità di alta montagna, ed il pagamento forfettario per i Reparti Mobili è rimasto invariato, ma c’è un incremento pari al 6,3% della sola produttività collettiva, che passa da 2,835 e del 2006 a 3,015 e per il 2007 per ogni giorno di effettiva presenza. Concretamente il pagamento per la sola produttività collettiva avverrà in due trance, un acconto in cui sarà erogato un compenso pari a 2,490 e ed in salto 0,525 e, tale procedura di pagamento è la conseguenza dell’impossibilità ad avere tutte le risorse disponibili in un’unica soluzione, come già accaduto nel 2006.
Si evidenzia che, con il passare degli anni le risorse disponibili lievitano di anno in anno, grazie alle vertenze poste in essere dall’azione sindacale, tanto che, per il 2008 la disponibilità finanziaria per la produttività e tutte le altre voci oggetto del negoziato con l’Amministrazione, potrà essere incrementata di ulteriori 10.000.000 di e circa rispetto al 2007. Inoltre è ormai acclarato come richiesto dal Siap, che ne ha fatto una battaglia già a partire dal primo contratto di secondo livello che oramai risale a qualche anno fa, che gli emolumenti spettanti devono essere liquidati entro e non oltre i primi sei mesi dell’anno successivo, di fatto anche quest’anno saranno pagati tra maggio e giugno”.
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Coisp

Il Segretario generale Franco Maccari comunica: “Siamo rimasti esterrefatti innanzi agli arresti del maresciallo Ravera e del sovrintendente di Polizia Saluzzo, particolarmente ci ha colpito il provvedimento legislativo e le accuse ad un operatore delle Forze dell’ordine che, come agente sotto copertura dei Ros, ha messo le manette a Totò Riina.
Rispetto alle accuse di aver trattato con i ladri per il recupero della refurtiva della palazzina di caccia di Stupinigi, tutti noi poliziotti sapiamo bene che le indagini spesso richiedono fonti di informazione allargata per individuare gli stessi autori del reato e provvedere soprattutto al recupero della refurtiva, ovvero al maltolto in difesa e a vantaggio della collettività. Nel caso specifico attendiamo maggiori informazioni, ma siamo certi che il maresciallo Ravera si sia comportato in modo professionale, degno e in accordo con la catena del suo comando. Ancor più ci sembra assurda l’accusa di concorso in estorsione verso uno dei più brillanti e virtuosi operatori delle Forze dell’ordine.
Ci auguriamo che la vicenda venga presto chiarita e conclusa, e non venga ascritta al già accaduto desiderio e strategia di semplice notorietà che in questi ultimi anni sembra aver pervaso alcuni pubblici ministeri. Crediamo fermamente nell’innocenza e nel buon operato di Ravera; certo è che quando, come auspichiamo, il maresciallo ne uscirà a testa alta, si dovrà procedere ad una riflessione profonda fra istituzioni e Forze dell’ordine sulla sempre più difficile serenità nella quale quest’ultime vengono costrette ad operare”.
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Usp

Il vice segretario nazionale Roberto Boni ha dichiarato: “I recenti assalti ai furgoni portavalori, dapprima a Grosseto con l’uccisione di una guardia giurata e di recente a Treviso, palesano ancora una volta la presenza, sempre più incisiva sul territorio nazionale, di gruppi di delinquenti militarmente organizzati, in possesso di un nutrito quanto micidiale armamento da guerra. I poliziotti, invece, continuano ad avere in dotazione, per la pistola Beretta d’ordinanza, un solo caricatore con 15 proiettili, assolutamente insufficienti a sostenere un eventuale conflitto a fuoco con banditi armati, come nella fattispecie, di kalasnikov o armi simili.
Una situazione inaccettabile, che mette quotidianamente a rischio la vita degli uomini delle Forze dell’ordine, costretti a convivere con la consapevolezza che, dopo avere esploso il quindicesimo colpo, nessuna altra difesa è possibile. L’Unione Sindacale di Polizia è più volte intervenuta su tale vergognosa carenza, richiedendo l’assegnazione a tutti i poliziotti di un secondo caricatore con 15 proiettili, ma finora dal Viminale nessuna risposta, nemmeno su che fine abbiano fatto quei centinaia e centinaia di caricatori supplementari per le pistole Beretta Sb/Fs, con relativo munizionamento, che erano stati dati in dotazione a taluni Uffici di Polizia operativi e poi inspiegabilmente ritirati.
E’ ormai del tutto evidente l’ignavia di chi, pur avendone il compito istituzionale, non è stato in grado di garantire ai poliziotti quella necessaria politica della sicurezza che, spesso, costituisce la differenza tra la vita o la morte, lasciandoli invece soli a contrastare possibili situazioni emergenziali che impongono un armamento superiore e certamente più funzionale”.
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Sappe

La Segreteria Generale di Roma comunica: “Forlì, un carcere in condizioni indecenti, con i detenuti che dormono per terra ed agenti sotto organico, senza una mensa di servizio ed un bar interno. Un carcere che deve essere chiuso. E’ impietoso il giudizio di Donato Capere, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, la prima e più rappresentativa organizzazione della categoria, che lo scorso mese ha incontrato gli agenti del penitenziario romagnolo.
‘Mi sono trovato davanti ad una situazione allucinante - dice Capece. -Agenti che prestano servizio nelle sezioni detentive senza servizi igienici, detenuti che dormono su materassi piazzati sul pavimento, la mensa agenti chiusa e neppure un bar interno dove poter bere un caffé. Altro che salubrità dei luoghi di lavoro: questo carcere, così com’è, è da chiudere! Questa è un’indecenza ed è gravissimo che l’Amministrazione Penitenziaria dell’Emilia Romagna non abbia preso alcun provvedimento per sanare questa scandalosa situazione. In una struttura sovraffollata ben oltre la capienza regolamentare, in cui la carenza dei poliziotti penitenziari è particolarmente marcata, mancano le condizioni minime di salvaguardia della dignità di chi ci lavora 24 ore su 24, come le donne e gli uomini del Corpo, ma anche degli stessi detenuti, che in queste situazioni di disagio, accentuano l’insofferenza verso la detenzione. Affronterò l’argomento con il capo del Dipartimento Ettore Ferrara,- dichiara Capece - al quale chiederò anche di prendere i dovuto provvedimento verso il Provveditore regionale dell’Emilia Romagna che, pur consapevole delle criticità di Forlì per le numerose segnalazioni sindacali del Sappe, non ha fatto assolutamente nulla’”.
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Fps-Cisl

Il coordinatore responsabile Marco Mammuccari comunica: “Abbiamo a più riprese denunciato che il trasferimento della Sanità penitenziaria al Servizio sanitario nazionale è una scelta sbagliata, e oggi nella consapevolezza del parere favorevole della Conferenza Stato-Regioni, dimostra che si tratta di una soluzione inopportuna e affrettata. Un provvedimento che per la Cisl non può essere paventato come panacea per il miglioramento nella qualità dell’assistenza sanitaria ai detenuti, così come affermato a sostegno di questo passaggio dall’Ufficio stampa del ministero della Salute; anzi la stessa affermazione rasenta l’offesa alla dignità ed alla professionalità che attualmente il personale sanitario penitenziario dimostra quotidianamente, fornendo ed assicurando una adeguata assistenza sanitaria, nonostante mezzi e strumenti a disposizione assolutamente carenti. Uno schema di Dpcm che - inoltre - non salvaguarda i rapporti di lavoro del personale sanitario che oggi opera per l’Amministrazione Penitenziaria. Sono circa 2.500 lavoratori che si troverebbero ad essere sostanzialmente licenziati; viceversa il ministero della Salute afferma che il rapporto di lavoro verrebbe salvaguardato. Ciò appare essere una affermazione utopica poiché nel provvedimento nulla è specificato. La scelta invece dimostra che l’unica esigenza, per tutta la fretta dimostrata, è riconducibile solo ed esclusivamente a esigenza politico-partitica.
La Cisl insisterà nel contrastare questo metodo di ipotizzare una riforma, perché questo provvedimento è sbagliato, nella forma e nel merito, ed è capace di minare fortemente la sicurezza del sistema penitenziario e, conseguentemente, la sicurezza dei cittadini”.
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Comunicato congiunto Fsp-Ugl e Usp

La Polizia Postale ottiene ovunque grandi riconoscimenti, ma nei Compartimenti e nelle Sezioni della Specialità spesso è difficile anche spedire un fax.
La Polizia Postale e delle Comunicazioni in questi ultimi anni è cresciuta professionalmente e ha saputo farsi apprezzare per gli importanti risultati conseguiti nello specifico settore, ma suo malgrado continua a scivolare sulla classica “buccia di banana” e cioè proprio sull’esigenza di... comunicare! Infatti, sebbene appaia incredibile, ancora oggi in molti Compartimenti e Sezioni mancano o sono insufficienti i collegamenti alla rete Internet, come anche difettano i Pc di ultima generazione e le stampanti. Permangono situazioni paradossali, come ad esempio presso il Compartimento di Roma, dove esiste un unico fax, spesso malfunzionante, che riceve e invia ogni giorno centinaia di note, nonché un centralino che accusa anomalie di funzionamento e non è nemmeno dotato dell’opzione per l’identificativo del chiamate, di indiscussa utilità e che l’Usp ha ciesto più volte invano.
Sarebbe interessante comprendere come mai molti uffici della “futuristica” Polizia delle Comunicazioni debbano ancora utilizzare veri e propri “pezzi di antiquariato”.
Gli operatori della Specialità sono consapevoli che gli opinabili tagli al Comparto Sicurezza hanno la loro parte di responsabilità nell’attuale carenza di mezzi di comunicazione, ma si chiedono per quanto tempo ancora dovranno sopperire di tasca propria, come ora spesso fanno, per acquistare quei pc e quei telefoni senza i quali l’attività dell’Ufficio si fermerebbe o verrebbe gravemente rallentata.
E’ ora che il Dipartimento della Ps apra gli occhi e restituisca efficienza alla Polizia delle Comunicazioni, perché il rendimento di un ufficio dipende anche dalle sue dotazioni.

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