V orrei solidarizzare con il collega Giuseppe Scaletta, autore della dignitosa lettera sulle mancate dimissioni del candidato Oronzo Cosi e mi piacerebbe che ricevesse la mia nota. Io ho sempre sostenuto che molti, nel Siulp, le regole non sanno cosa siano, perché valgono solo quelle che ognuno sceglie di far valere.
Quando nel 1997, da componente del direttivo provinciale e regionale di Napoli e della Campania, fui candidato alle elezioni amministrative di Caserta, presentai, come lo Statuto prevedeva, le dimissioni dalle cariche sindacali. Gli amici di Oronzo Cosi subito si affrettarono a sostituirmi anche nelle cariche più basse come quella di delegato di base e senza neanche procedere ad elezioni, ma nominando ad horas il sostituto. In quel periodo ero anche compobente del collegio dei Probiviri del Siulp nazionale, mi dimisi anche da quella carica. Da quelle dimissioni derivarono una serie di cose spiacevoli che non sto qui a raccontarvi (sarebbe troppo lungo, ma seguirono denunce e querele contro di me ed altri colleghi...).
Sono d’accordo con il collega che chiede a Cosi di dimettersi dalle cariche sindacali: la sua dovrebbe essere una legittima scelta individuale, ma lui come ha fatto in tutti questi anni, non fa altro che appiattire il Siulp sui suoi amici e compari del centro-destra, salvo poi accusare gli altri di essere funzionali a partiti e sindacati. Lui si definiva unitario e intanto prendeva in giro tutti.
La cosa che mi dispiace è che come il collega ve ne sono pochi nel Siulp a chiedere il rispetto delle regole. Ma cosa sono le regole per questa gente? Perché migliaia di poliziotti accettano un tale stato di fatto? Cosa spinge ad accettare che un soggetto pieghi le regole di una organizzazione (che è stata anche gloriosa) ai suoi personalissimi interessi?
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