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Aprile/2008 - Interviste
Intervista al Rabbino Capo di Roma Riccardo Di Segni
"L'antisemistismo accompagna la storia degli ebrei"
di a cura di Leandro Abeille

Il Rabbino Capo di Roma definisce alcuni punti
essenziali che caratterizzano la religione
e la comunità ebraica. E, a proposito di Israele
distingue tra confini “religiosi” e politici


Riccardo Di Segni è una di quelle persone che non dimostra l’età che hanno, persona cortese e attenta ai propri ospiti, è un medico e moderatamente tifoso della Roma. Parla con tono pacato ma con tutta la forza delle proprie idee: una cosa normale per il Rabbino Capo di Roma.

Credo non si nasca Rabbino, qual è il percorso formativo per diventare “maestro”?
In Italia c’e un istituto formale, il “Collegio Rabbinico Italiano”, che comprende una scuola media che dura 8 anni, sovrapposta grosso modo al liceo, ed un corso superiore che dura 4 anni. Alla fine di questo si consegue il titolo di rabbino, essenzialmente è un titolo di studio.

Sono anni in cui immagino si studi anche tanto…
Si inizia a studiare…
Perché ci sono più italiani che si convertono ad una religione nuova arrivata come l’Islam, rispetto ad una più antica come l’ebraismo?
L'ebraismo non cerca proseliti, anche se continua ad attrarre molte persone. E’ difficile diventare ebrei, perchè bisogna accettarne tutte le regole, e noi crediamo che un non ebreo per arrivare alla salvezza non abbia bisogno di sottoporsi a questa disciplina.

Approfitto di aver davanti una personalità religiosa per la prima domanda, è lecito dal punto di vista religioso uccidere in nome di Dio?
Bisogna parlare di questi argomenti senza retorica, le religioni hanno sempre ucciso in nome di Dio. Adesso fortunatamente, alcune religioni dicono che è proibito uccidere in nome di Dio e questo è un grande livello di maturità di cui dobbiamo compiacerci.
Ma alle radici delle religioni quest’ultimo concetto o non è menzionato o poco sviluppato, tanto da far prevalere la liceità dell’omicidio in nome del Signore. Per cui dire che le religioni siano un’istituzione democratica e pacifica è una mistificazione della realtà.
E’ anche vero che ormai da centinaia di anni alcune religioni stanno sviluppando una radice umanistica che porta inevitabilmente al profondo rispetto della dignità e della sacralità della vita umana.

Entrando più nello specifico, dal punto di vista dei testi sacri e della religione ebraica in particolare, è lecito morire o uccidere in nome di Dio?
Per quanto riguarda la morte in nome di Dio nel senso di martirio come testimonianza in nome di Dio sicuramente sì, sono innumerevoli i casi nella religione ebraica in cui dei martiri hanno preferito morire anziché rinnegare la propria fede. Esiste anche la possibilità che per affermare dei valori religiosi si uccida, questo è contemplato nell’Antico Testamento biblico. Esiste anche la possibilità che per affermare dei valori religiosi si uccida, questo è contemplato nella Bibbia ebraica (che i cristiani chiamano “vecchio testamento” n.d.r.).
C’è da dire che la religione ebraica non si basa solo sulla Bibbia ma anche su una tradizione rabbinica orale, che ha cercato sistematicamente di ridimensionare ed attualizzare determinati dei discorsi che con l’evoluzione del pensiero sono diventati anche imbarazzanti.
Nel diritto ebraico dal punto di vista teorico potrebbe ancora esistere la pena di morte, ma la nostra tradizione ci ha portato alla sospensione da parte del Sinedrio (il tribunale rabbinico) della pena capitale già 40 anni prima della distruzione del Tempio di Gerusalemme (70 d. C.). Questo perché l’effetto deterrente della pena di morte non aveva più forza già nella società di quel tempo.

Visto che parliamo di Sinedrio, sono stati veramente gli ebrei, nella scelta con Barabba, a far mettere a morte Gesù come sostengono i Vangeli?
E’ una questione estremamente complicata in cui da anni si confrontano gli studiosi. I Vangeli riportano delle versioni dei fatti, non tutti la stessa versione, e costituiscono un imprescindibile riferimento storico, anche se non sono l’unico riferimento e vanno letti dal punto di vista della critica storica. Per gli ebrei non sono testi sacri ma comunque sono documenti fondamentali su cui si deve discutere.
Per quanto riguarda la morte di Gesù c’è un’interferenza tra due diritti giudiziari: quello romano, che aveva il potere, e quello ebraico, che non lo aveva più, ed esiste una componente di emotività popolare che non sappiamo quanto ad arte manovrata. La scelta di Barabba va letta sul piano simbolico, in quanto in aramaico Barabba significa “figlio del padre”, lo stesso nome usato da Gesù, è come se ci fosse una sorta di duplicazione simbolica del personaggio.
Non bisogna vedere i Vangeli come “il” documento storico, poiché la vicenda narrata, e stata ricostruita in base a categorie teologiche ben precise, e allora ogni punto della narrazione ha un valore simbolico.

La figura di Gesù non è negativa nell’ebraismo o mi sbaglio?
Per la teologia ebraica Gesù non è Dio incarnato, non è il messia, non è un profeta: è un maestro dissidente.
Questo ci pone in contrasto con il cristianesimo. Quanto questo contrasto sia più o meno accentuato dipende da come il cristianesimo si relaziona all’ebraismo: nel momento in cui il cristianesimo si pone in maniera aggressiva c’è una proiezione di questa aggressività ricevuta da parte ebrei sullo stesso Gesù. Quando il Cristianesimo si pone in maniera, sorridente, tollerante e protettiva nei confronti dell’ebraismo, gli ebrei possono anche ammirare Gesù.

Il porsi in un modo o in un altro nei confronti dell’ebraismo ci porta all’antisemitismo. Chi fu il primo antisemita della storia dell’uomo? Fu un cristiano o un musulmano?
Per avere una risposta basta aprire il primo capito del libro dell’Esodo e scoprire che fu un Faraone egiziano (più di un millennio prima di Maometto n.d.r.) il primo a usare la violenza contro gli ebrei.
L’antisemitismo accompagna la storia del popolo ebraico fin dalle sue origini e poi si è manifestato in diversa maniera e virulenza nel corso dei millenni anche in ambito religioso. Vorrei precisare che la parola anti-semitismo è della fine dell’800 la si usa per definire l’ostilità contro gli ebrei che come sappiamo e molto più antica.

Ma perché ce l’hanno tutti con voi?
Ci sono tante risposte a questa domanda da chi dice che avevano ragione gli antichi egizi a chi sostiene motivi di carattere economico o politico.
A me sembra che una ragione fondamentale sia stata quella che il popolo ebraico abbia portato al mondo una novità fondamentale, il Dio unico, inaccettabile per tutto il resto del mondo pagano anche attraverso la sua ultima espressione: il nazismo.

Facciamo un salto nel tempo ed arriviamo in Terrasanta al giorno d’oggi, dove esiste una contesa territoriale tra Israeliani e Palestinesi. Quali dovrebbero essere, al di là delle conquiste militari o politiche, i confini d’Israele?
Non sono certamente i confini dell’armistizio del 1949 o del 1967.
Il territorio israeliano attuale è quasi al contrario, come se fosse un negativo-positivo della pellicola fotografica, rispetto quello dell’Anp, di quello che era ai tempi della presenza ebraica antica.
Dal punto di vista biblico si può discutere dei confini meridionali e settentrionali, ma sostanzialmente i confini religiosi d’Israele sono dal fiume Giordano al mare Mediterraneo (in pratica l’attuale Israele più i territori dell’autorità palestinese n.d.r.). E’ curioso perché su questo punto i palestinesi sono perfettamente d’accordo, anche per loro i confini della Palestina dovrebbero essere dal fiume Giordano al mare.
E’ anche vero che avere dei confini “religiosi” non necessariamente prevede di conquistarli a scapito di altri.

“Sionismo” è una parolaccia?
E’ il movimento politico di rinascita nazionale del popolo ebraico. Per me è una parola molto importante.

Un aggettivo per le persone che le elenco… Bush?


Sharon?


Yassin (fondatore di Hamas n.d.r.)?
Una persona che ha creato un’organizzazione fondamentalista e che ha avuto una grande intuizione, come convogliare le tensioni del suo popolo, una eccezionale personalità carismatica, tanto eccezionale quanto pericolosa.

Nasrallah (leader di Hezbollah n.d.r.)?
Una personalità inquietante, ex leader della gioventù comunista libanese.

Il rabbino Kahane (Fondatore del gruppo estremista e terrorista ebraico Kach n.d.r.)?
E’ morto ammazzato qualche anno fa, non esprimeva esattamente il mio modo di pensare.

Come lo vede il Bin Laden religioso?
Terrificante.

Tra Obama e la Clinton chi sceglierebbe?
Non sono cittadino americano. Bisogna esserlo per capire tutti i problemi interni che i candidati propongono di risolvere. E poi non ci sono solo loro come candidati.

Berlusconi o Veltroni?
Veltrusconi.

Ha amici cristiani o musulmani?
Cristiani tantissimi.

Musulmani?
No, ma gli amici si fanno col tempo e loro sono appena arrivati.

Finale dei mondiali di calcio: Italia contro Israele, lei per chi tiferebbe?
Credo che dovranno passare ancora secoli prima che Israele arrivi a una finale dei mondiali di calcio. Anche per l’Italia, negli ultimi tempi, potrebbe essere difficile...

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