Il tempo attuale potrebbe chiamarsi l’era del turismo di massa. Il fenomeno è tipicamente moderno ed originato dall’estendersi e il diffondersi dei mezzi di trasporto e delle campagne promozionali attraverso le agenzie turistiche.
Le bellezze naturali ed artistiche del mondo ci spingono a cercare quanto di meglio ci possa offrire una regione, uno Stato, un continente.
Tra tante mete per il turismo, c’è il Perù, nella zona delle Ande, dove si può visitare una città situata a circa 300 metri di altitudine. La città è Cuzco, circa 300mila abitanti, che ha preso il nome da un vocabolo antico che significa “centro”, per la sua posizione nel territorio.
Nata come città mineraria si è trasformata in città turistica. Quella che gli Inca chiamavano la “città del sole” appare oggi con le antiche costruzioni, monumenti e leggende del passato. Tre cerchi di mura servivano alla difesa della città, e proteggevano la leggendaria fortezza di Puca Pucarà, e un grande anfiteatro.
Queste costruzioni, sfidando le regole delle tecniche moderne, furono realizzate con enormi blocchi di pietra che resistono ancora oggi, pur non essendo cementate da calce o altro materiale consimile. Né i terremoti né le devastazioni dovute alla conquista spagnola sono riusciti a distruggere questi monumenti. Per il turista è interessante ammirare anche le chiese barocche lasciate dagli spagnoli.
Spostandosi a nord-ovest di Cuzco c’è l’antica città di Machu Picchu, in posizione quasi inaccessibile, che sovrasta la vallata di Urabamba.
Secondo alcuni studiosi vi avevano la loro sede le vergini destinate al culto del dio sole. Probabilmente Machu Picchu fu fondata dagli Inca nel IX secolo d. C. a 1.600 metri sul livello del mare; abbandonata poi per un certo periodo di tempo, fu ricostruita nel XVI secolo per accogliere gli Inca che sfuggivano dall’invasione spagnola.
La sua esistenza e le sue rovine vennero scoperte da un esploratore americano, Hiram Bingham, durante una spedizione organizzata dall’Università di Havard, nel 1911.
La ricostruzione, per interessamento del re Pachacuti, tra le cime delle montagne che sorgono a nord e a sud erano viste come il luogo dove il cielo abbraccia la terra. Nella vallata scorre il fiume Urubamba che disseta e dà vita alla città.
Machu Picchu, con l’arrivo degli spagnoli, perse il suo prestigio di residenza invernale dei re e venne abbandonata.
La distruzione dei “conquistadores” fu quasi totale, nel tentativo di scoprire la ricchezza dell’oro custodito nelle miniere, ma Machu Picchu non fu trovata anche per la sua posizione geografica.
La piccola città rimase intatta sotto una fitta vegetazione che l’aveva protetta. Come per miracolo i suoi abitanti costruttori l’aveva edificata con i materiali fortini dalla natura, alzando edifici monumentali. Per la sua superficie Machu Picchu poteva accogliere non più di un migliaio di abitanti ospitati in pochi edifici collegati da lunghe scalinate.
Tra le costruzioni che si possono ammirare: una possibile residenza reale e il tempio dedicato al dio sole, su pianta circolare, che indica fasi astronomiche attraverso i raggi solari, nel solstizio d’estate. Ancora oggi qui viene celebrata la festa del solstizio di giugno per onorare il sole, la più grande divinità Inca.
In questo angolo di mondo è presente uno dei ppiù grandi centri archeologici mondiali, protetto da montagne, mura e dal grande fiume Urubamba.
Lasciando Machu Picchu si possono ammirare le coltivazioni di piante curative, mais e coca, realizzate dai contadini di oggi su grandi terrazzamenti.
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