Emergenza rifiuti
Egregio Direttore,
l’emergenza rifiuti in Campania, dopo quattordici anni di commissariamento, è rapportata a una mancanza di reale volontà nel voler risolvere la problematica in modo programmatico, proficuo, ecologico, duraturo. La drammaticità della situazione è dovuta ad un intreccio di cause, a volte agevolate, che vanno da infiltrazioni della camorra a interessi elettorali e partitici. Dalla tolleranza di troppe illegalità alla poca trasparenza nelle scelte progettuali. Dalla mancanza di controlli e sanzioni per le inefficienze gestionali. Ciò ha determinato un sistema di potere inadempiente e connivente con clientelismi e tangenti, esploso di fronte a una situazione ormai insostenibile. Centinaia di discariche abusive dove si seppelliva di tutto. Avvelenamenti di torrenti e fiumi. Costruzioni edilizie abusive in zone verdi non edificabili, sanate dai condoni. Inquinamento di vaste aree in territori provinciali. Indifferenza o quasi per le periodiche proteste della gente. E’ in simile contesto di pressione ambientale che in circa duecento Comuni analizzati in un recente studio da Cnr, Istituto Superiore Sanità e Oms, che tumori, cancri (a polmoni, fegato, stomaco) oltre a diabete nelle donne e malformazioni congenite, sono in aumento. Per cui parte della classe dirigente locale imprenditoriale (Fiat, Impregilo, Consorzio Fibe) e politici di vario colore sono messi sotto accusa dalla pubblica opinione, e 23 persone, compresi i commissari succedutisi, sono sotto inchiesta della magistratura. Altro che non assumersi le proprie responsabilità dando strumentalmente la colpa ai movimenti ambientalisti per le lotte contro inceneritori e discariche degli scorsi anni!
A Napoli e dintorni la situazione sarà difficilmente governabile se non ci sarà solidale collaborazione tra Istituzioni e popolo. Nell’immediato urge gestire correttamente la bonifica per depotenziare il sistema camorristico e la criminalità ambientale presenti in appalti, trasporti e stoccaggio dei rifiuti. E in contemporanea ristabilire un clima di legalità progettando soluzioni transitorie in accordo con gli Enti locali. Ricordando che la soluzione prioritaria, come affermato dall’Unione Europea, non sono affatto i “termovalorizzatori” in quanto strategicamente nella filiera hanno una funzione integrativa come per altro le discariche regolari.
Ma in realtà, sia lì che in tutta Italia le priorità fondamentali sono: 1) produrre meno rifiuti alla fonte e diminuire gli sprechi; 2) attivare la raccolta differenziata di qualità in ogni Comune, separando frazioni secche dall’umido e dagli imballaggi; 3) costruire catene di poli tecnologici per smaltire e riciclare i rifiuti, favorendone il riuso.
A corollario di ciò, naturalente, conta avere supporti economici e legislativi dal potere centrale. Insomma occorre essere consapevoli dell’importanza strategica di questo razionale percorso progettuale rispetto alla cosiddetta immondizia e agli scarti delle nostre attività. Controllando, stimolando, partecipando, pretendendo impegno e informazione da chi di dovere, modificando distorte abitudini personali.
Solo se lieviterà da parte della popolazione, una nuova cultura e sensibilità civica che comprenda il valore fondamentale di produrre meno rifiuti - raccolta differenziata - riciclaggio - riuso - si salvaguarderà al meglio ambiente, salute, portafoglio. Questo vale anche per il Biellese, dove la situazione rispetto alla tematica accennata - seppure da potenziare e migliorare molto - non è minimamente paragonabile a quella Campana.
Grazie per l’ospitalità
Guido Lanza e Aldo Fappani
Cons. prov. Prc - Biella
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Corsi professionali
Gentile Direttore,
preliminarmente mi piace sottolineare che condivido pienamente l’iniziativa della dr.ssa Franca Soldato che ha creato un progetto formativo del personale denominato “Start” che ha ottenuto dei risultati lusinghieri e sicuramente questa brillante iniziativa non mancherà di essere emulata da altri funzionari che tengono particolarmente alla formazione del personale, del resto senza la formazione, non ci può essere professionalità. Credo di avere dato anch’io un piccolo contributo quando insieme ai colleghi Barresi e Lattanzi costituimmo il Comitato scientifico del Coisp, che organizzava gratuitamente corsi di Criminologia anche con l’apporto esterno di docenti come il dr Marco Cannavicci.
Ricordo che l’aula magna della questura di Roma, era gremita di colleghi che, entusiasti delle lezioni che seguivano, si appassionarono alla Criminologia, e molti di loro si iscrissero alla Facoltà di Scienze Criminologiche del capoluogo abruzzese. Nell’occasione venne invitato il prof. Franco Sidoti, Presidente della Facoltà. Tutto ciò fu possibile grazie ad una brillante funzionaria di Polizia, che allora era anche segretario generale del Coisp, la dr.ssa Rachele Schettini. Si tenne nel 1999 un Convegno all’Università Federico II di Napoli sul mobbing e successivamente, grazie al collega Lattanzi, un convegno sullo stalking, argomento di grande attualità.
Queste brillanti iniziative devono spingere l’Amministrazione della Ps a dare un maggiore impulso all’aggiornamento professionale, che deve essere mirato e diverso tra i vari ruoli, come del resto sono diverse le funzioni tra l’agente e il sovrintendente.
L’idea è quella che i sovrintendenti almeno ogni due anni devono seguire un corso mirato di una settimana, con relativo rilascio di un’attestato di frequenza, con la trattazione di argomenti spendibili nella quotidianità del servizio in cui opera il sovrintendente: Squadre Volanti, Ufficio Denunce (querela, denunce, competenza per territorio, informativa, verbali di arresto, reati contro la persona, contro il patrimonio, ecc.). Lo stesso discorso vale per gli ispettori capo, che recentemente sono stati promossi ispettori superiori, che hanno acquisito la qualifica di ufficiale di Ps (la trattazione dell’esposto da parte del cittadino, art. 1 Tulps, lo scioglimento di una riunione, le autorizzazioni di Polizia, la conoscenza della Criminologia, ecc.).
Mi piacerebbe sentire in proposito il parere dei colleghi, che peraltro sono esposti in prima persona ad affrontare situazioni nuove per cui occorre sempre un aggiornamento continuo e mirato. Credo inoltre che discipline come la Psicologia Giuridica e la Criminologia dovrebbero avere posto nella formazione per l’agente di Polizia, ed in particolare per gli ufficiali di Pg.
Un cordiale saluto a tutta la redazione.
Vincenzo Di Maria
della Polizia di Stato
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