Nasce in India il Fronte Unito Femminile, un partito per sole donne che si propone come la nuova risposta ai gravi problemi dell’India. Perché le donne sono più oneste e lavorano di più.
Da anni in Italia si parla di “quote rosa” e della necessità di incrementare la partecipazione delle donne alla vita politica del nostro paese. In India, dallo scorso novembre, dalle parole si è passati ai fatti. E così, cento donne hanno deciso di fondare un partito politico esclusivamente femminile. Si chiama United Women Front (Fronte unito delle donne) ed è guidato da Suman Krishan Kant, vedova dell’ex vicepresidente indiano Krishan Kant e una tra le principali attiviste della più grande democrazia del mondo. Anche il comitato direttivo della nuova formazione politica vanta note intellettuali, attiviste e donne di cultura, che hanno alle spalle anni di lotte per l’emancipazione femminile.
Nonostante più di cinquant’anni di battaglie per la causa, in India il numero delle donne che sono vittime di violenze è rimasto drammaticamente inalterato. Nessun partito politico, sia a destra che a sinistra, ha preso seriamente la questione né ha adottato misure adeguate per ridurre i problemi che affliggono la condizione femminile. Donne che contano nella politica indiana ci sono state e ci sono, basti pensare a Indira Gandhi o a Pratibba Patil, eletta alla carica (seppure onorifica) di Presidente dell’India. Ma anche una donna come Sonia Gandhi, che da anni è alla guida del Partito del Congresso, non è in grado di fare molto, considerando che sono gli uomini a prendere le decisioni.
Il nuovo movimento di Suman Krishan Kant, però, non si accontenta di qualche posto in parlamento, ma ambisce a una reale parità. Al centro della sua attività politica la lotta alla povertà, alla violenza domestica e alle molestie sessuali. Inoltre, si propone di mettere fine alla consolidata pratica dell’aborto selettivo dei feti femminili e di eliminare una volta per tutte la pratica sociale della dote, che condiziona il destino di molte donne indiane. In pratica, tutte quelle tematiche in cima alle promesse elettorali dei partiti tradizionali, puntualmente accantonate in tempi di normale gestione politica. Ma soprattutto, il nuovo partito vuole distinguersi dallo stile delle altre formazioni politiche, rifiutando la corruzione e non ricorrendo alle pratiche di compravendita del voto. Le donne, dichiara la Kant, sono più oneste degli uomini e lavorano di più.
La strada per cambiare la politica e la società indiana è ancora molto lunga. Da un recente sondaggio dell’International Institute of population studies risulta che il 40% delle donne sposate subisce le violenze dei mariti e il 41% di queste giustifica il comportamento dei consorti qualora sia venuto meno il rispetto verso i suoceri o vi sia negligenza nella cura della famiglia e della casa. Inutile aggiungere che il 51% degli uomini indiani considera legittimo bastonare la moglie quando lo merita. Retaggi di una tradizione dura a morire, spiega la Kant: alle ragazze indiane, infatti, viene insegnato che è giusto essere punite dal marito. Non stupisce, allora, che quelle contrarie alle botte, abbiano fondato un partito politico.
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