Mentre in un passato non troppo lontano (poco più di due decenni or sono) era persino vietato agli stranieri di importare in Cina singole copie della Bibbia, oggi se ne stampano e se ne vendono milioni di copie.
Si tratta naturalmente di un boom “alla cinese”, nel senso che una sola casa editrice (in buoni rapporti con i dignitari al potere), la Amity Printing, è autorizzata a stampare il libro, e attualmente non è in grado di soddisfare tutte le richieste. Per questo motivo – che in nome degli affari sembra aprire uno spiraglio alla libertà religiosa – la Amity sta aprendo una nuova sede nei pressi di Nanchino, dalla quale saranno stampate un milione di volumi al mese, diventando così la più grande casa editrice per sole Bibbie su scala mondiale.
Ufficialmente i cristiani in Cina sono circa 30 milioni, ma questa cifra non tiene conto dei cattolici e protestanti che praticano clandestinamente la loro fede.
Dal 1986 a oggi la Amity Printing ha già pubblicato 50 milioni di Bibbie: 41 milioni per il mercato interno, scritte in cinese e in altre lingue minoritarie, e il resto esportate in Russia e in Africa.
La versione che risulta maggiormente richiesta è quella formato tascabile.
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