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Novembre-Dicembre/2007 - Interviste
Pubblica Amministrazione
Statali fannulloni? No, se vengono motivati
di Intervista a cura di Leandro Abeille

Su iniziativa di una funzionaria
“civile”, della Direzione Centrale di Polizia
Criminale, è stato creato un progetto
formativo del personale, denominato
“Start”, utilizzando risorse interne sinora ignorate
e apporti esterni volontari: il tutto a costo zero


Nell’immaginario collettivo il dipendente pubblico è per definizione un “fannullone”, colui che il 27 di ogni mese, indossato il passamontagna d’ordinanza, “rapina” un munifico stipendio statale. Il “fannullone”, assenteista per natura e svogliato per tendenza, è l’ingranaggio malato di quella mostruosa macchina che è la burocrazia italiana. Del dipendente pubblico fa notizia il licenziamento, per quanto è raro, mentre ormai, il suo celebre ricorso alla finta malattia è diventato leggendario.
Un dipendente pubblico che migliora il proprio posto di lavoro, non abbellendolo con il classico ficus ma migliorando l’efficienza delle proprie risorse umane, attraverso una migliore formazione sembra fantascienza. Se poi questa formazione non costa nulla, perché utilizza risorse interne, diventa qualcosa di più: un falso. Invece è tutto vero, l’idea è nata all’interno della Direzione Centrale della Polizia Criminale. Un giorno, una “statale” laureata in Scienze della Formazione ha scoperto che alcuni dipendenti avevano competenze non conosciute né riconosciute dall’Amministrazione, ed altri dipendenti avevano bisogno di essere formati, nelle stesse competenze. Il gioco era fatto, degli impiegati ne avrebbero formati degli altri, senza ricorrere a costosi consulenti esterni, valorizzando le proprie risorse umane, a costo zero.
Franca Soldato è un Direttore Amministrativo Contabile, una “civile” che lavora all’interno di una struttura di Polizia, 30 anni di anzianità, coordina un gruppo di 8 “civili” ed un poliziotto: l’Ufficio Formazione.

Dott.ssa Soldato, sembra che questa iniziativa contrasti con la mitica indolenza degli impiegati statali…

Sono anni che mi batto contro questo preconcetto, la Pubblica amministrazione non è un luogo di “parcheggio”. I mass media ed i lavoratori del privato hanno sempre identificato lo statale con il cappuccino e la borsa della spesa, perseguitandoli con l’accusa di trascurare il lavoro e di essere affetti dalla sindrome del lavativo. Un popolo, insomma, eternamente in ricreazione.
Questo ritratto non si addice più alla totalità dei dipendenti statali, ma soltanto ad un’esigua minoranza, e anche per questa esigua minoranza le cose stanno decisamente cambiando. L’impiegato statale è una ricchezza per tutti e deve essere valorizzata giorno per giorno.

Come è venuta fuori l’idea di questa formazione che potremmo definire “inside”?

Dopo aver frequentato un corso per “formatori” della Scuola superiore dell’Amministrazione dell’Interno, nel luglio 2004, sono arrivata alla Direzione Centrale della Polizia Criminale; come primo approccio con i nuovi colleghi ho somministrato un questionario per conoscere la situazione lavorativa, fare un bilancio delle competenze, conoscere le potenzialità nascoste, nonché il fabbisogno formativo. Il risultato è stato deprimente: assenza di motivazioni, persone con grandi capacità di fare e quindi professionalmente competenti, ma un grande pessimismo sulla possibilità di cambiamento.
Attraverso il questionario abbiamo individuato colleghi fortemente demotivati che non conoscevano gli obiettivi del proprio lavoro, la propria missione, ma abbiamo rilevato risorse umane con caratteristiche attitudinali, comportamentali e professionali inespresse e mai utilizzate. Era anche percepibile un sottile desiderio di cambiare, di fare meglio, di dare di più, di crescere professionalmente e culturalmente. A questo punto nasceva un problema: non avevamo a disposizione risorse finanziarie per inviare le persone a frequentare un corso, pertanto era necessario organizzarlo in sede, a costo zero!
Un inciso: nel 2004, di fronte ad una politica di risparmio, fra i primi fondi ad essere tagliati, nonostante la direttiva Frattini, ci furono quelli riservati alla formazione, in quanto ritenuta un “optional”.
Non avevamo la possibilità di finanziamenti, ma avevamo un’altra ricchezza: le risorse umane interne all’Amministrazione, in possesso di grandi potenzialità mai conosciute e mai utilizzate. Abbiamo messo in piedi rapidamente un progetto formativo denominato “Start” proprio perché sentivamo che questo sarebbe stato solo l’inizio di una lunga serie di interventi didattici.
E’ nato così il 1° Seminario di Informatica a costo zero, tenuto da docenti e tutor appartenenti all’Amministrazione Civile dell’Interno, risorse che avevamo scoperto attraverso il questionario, con grandi capacità ed elevate competenze, acquisite nel silenzio della propria vita professionale.
Ognuno ha messo a disposizione le proprie competenze a favore di chi ne sapeva di meno, con quella tecnica largamente usata nella scuola, una sorta di cooperative learning, un metodo che si fonda sul concetto che il raggiungimento del successo personale non può che passare attraverso quello comune. Era finita l’era della diffidenza ed iniziava il tempo della collaborazione, del dialogo anche con gli altri. Di fronte al nostro entusiasmo e alla nostra determinazione, anche il personale appartenente della Polizia di Stato, Guardia di Finanza e Arma dei Carabinieri, interni alla Direzione Centrale della Polizia Criminale, ci ha offerto la massima disponibilità nella docenza. Più tardi abbiamo avviati delle joint venture anche con la Dia la Direzione Centrale dei Servizi Antidroga.
In concreto, abbiamo lavorato su tre fronti:
- dando formazione, abbiamo restituito al personale interesse per il proprio lavoro e motivazioni adeguate, con un conseguente aumento dell’efficienza e dell’efficacia;
- sono aumentate inoltre le competenze sia dei frequentatori sia dei docenti;
- utilizzando la competenza professionale dei colleghi nel settore informatico, abbiamo dato anche a loro motivazioni nuove utilizzando il loro potenziale addormentato.
Inutile sottolineare l’entusiasmo, il vigore ed il benessere che tale iniziativa ha portato all’interno dell’ufficio.
La maggior parte dei colleghi, incoraggiati dall’esperienza formativa, si sono rimessi in gioco, hanno integrato le nozioni ricevute e sostenuto con successo gli esami per il conseguimento del patentino europeo, la cosiddetta certificazione informatica Ecdl, presso una società privata, la Finsiel, che ha sponsorizzato gratuitamente i nostri dipendenti.

E’ stato solo “un sasso nello stagno” o il progetto è continuato?

Direi che è andato ben oltre le nostre aspettative. Abbiamo organizzato corsi base di lingua tedesca, inglese e araba di livello, presso il Centro Polifunzionale di Spinaceto ed il Polo Anagnina ed inoltre 3 corsi di lingua spagnola, dal livello base, all’avanzato. Un punto d’orgoglio è stato che la quasi totalità dei frequentatori ha superato i test finali previsti.
Sono stati realizzati 5 corsi, di livello base, di 36 ore ciascuno, finalizzati al miglior utilizzo del pacchetto Ms Office (Word, Excel e Power Point) e all’utilizzo delle reti quali efficaci strumenti di comunicazione (posta elettronica ed Internet). Si è svolto un Corso sulla comunicazione Pnl (Programmazione Neuro Linguistica), e nell’ambito del “Progetto Dialogo”, finalizzato all’accrescimento della capacità di comunicazione interpersonale e interculturale per favorire il dialogo e l’integrazione tra le risorse umane appartenenti a carriere e ad esperienze professionali diverse, sono stati realizzati 2 corsi sulla comunicazione e sulle metodologie del lavoro di gruppo
E’ stato organizzato, un seminario informativo sul Decreto legislativo 626/1994 in materia di sicurezza degli ambienti di lavoro con la realizzazione, sempre a cura dello staff della Formazione, di un opuscolo informativo sui contenuti del d.lgs. 626/94, che è stato distribuito al personale.
Si è svolto anche il seminario sulla cultura araba che ha potuto contare sul contributo professionale offerto dal dott. Ciro Re, della questura di Ascoli Piceno, e dal prof. Vasco Fronzoni, della Facoltà di Studi Arabo-Islamici e del Mediterraneo dell’Università l’Orientale di Napoli.

Sarà costato qualcosa alle casse dello Stato?

No, tutto a costo zero. Sono state erogate, senza oneri per l’Amministrazione, 478 ore di formazione indirizzate a 316 appartenenti sia al personale interforze che a quello dell’Amministrazione civile in servizio presso la Direzione Centrale, la Direzione Investigativa Antimafia e la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga.
L’attività formativa, alla luce di una stima fondata sul costo dei corsi gestiti dalla Direzione Centrale per gli Istituti di istruzione, avrebbe comportato, una spesa di circa 60.000 euro in caso di finanziamento.

Nessun docente è stato pagato?

No e spesso sia nel caso dei docenti sia dei discenti, la presenza ai corsi è stata assicurata anche fuori dall’orario di servizio.

Come scegliete i docenti?

Verifichiamo i dipendenti attraverso i loro curricula. A volte dei dipendenti pubblici esterni al Ministero si propongono gratuitamente. Dopo aver verificato le loro competenze li inseriamo volentieri nel corpo docente.

Dipendenti pubblici, per giunta preparati ed esperti in vari settori che lavorano… gratis?

Sì, spesso ci propongono di essere utilizzati per poter condividere delle conoscenze e delle potenzialità finora inespresse. In questo modo si sfugge alla demotivazione che assale le risorse umane mal utilizzate. In molti casi i dipendenti si propongono per spirito di servizio, sembrerà strano ma lo fanno per “amore” verso la propria Amministrazione.

Il problema maggiore che avete incontrato?

A volte alcuni dirigenti che, evidentemente, non considerano la formazione del personale indispensabile, non “liberano”, quando in servizio, i dipendenti per la frequenza o la docenza dei nostri corsi.

Questa cooperative learning, sarebbe esportabile anche ad altre Ministeri?

Non vediamo l’ora di illustrare questo processo anche ad altri.


FOTO: Franca Soldato (seduta a destra) con il suo team

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