Nuovo contratto
Il sottosegretario per le Riforme e Innovazioni nella Pubblica amministrazione Gian Piero Scanu, ha inviato ai Ministeri competenti questa lettera: “Con la sottoscrizione, in data 31 luglio 2007, dell’accorso sindacale e dei provvedimenti di concertazione per il personale del Comparto Sicurezza e Difesa, relativi al quadriennio normativo 2006-2009 e al biennio 2006-2007, si è positivamente conclusa una fase estremamente impegnativa, alla quale tutte le Amministrazioni interessate hanno partecipato assiduamente, fornendo ciascuna il proprio indispensabile contributo:
Ritengo, pertanto, doveroso ed utile rendere alcune informazioni in ordine allo stato del procedimento di formazione dei decreti del Presidente della Repubblica che, per espressa previsione normativa, recepiranno i predetti accordi sindacali e di concertazione.
Nei primi 10 giorni dello scorso mese di agosto, l’accordo sindacale e i provvedimenti di concertazione, nonché i relativi schemi di decreto del Presidente della Repubblica, sono stati approvati dal Consiglio dei Ministri, formalmente bollinati dal Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato ed inviati alla firma del Presidente della Repubblica.
Attualmente i dpr di recepimento, firmati dal Presidente della Repubblica in data 11 settembre 2007, sono all’esame della Corte dei Conti per la loro registrazione, cui seguirà la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
Pur confermando l’intendimento, più volte manifestato, di fa sì che gli incrementi contrattuali siano attribuiti già a partire dal mese di settembre, si deve, tuttavia, constatare che, nonostante l’impegno di tutti i referenti del procediment ad accelerare il più possibile l’iter formativo dei decreti, i necessari tempi tecnici per gli adempimenti prescritti, con ragionevole probabilità, non consentiranno di erogare entro il corrente mese gli emolumenti previsti.
A tal riguardo, quindi, ritengo importante che le singole Amministrazioni, nell’ottica collaborativa che ne ha sempre contraddistinto il lavoro, diano fin da ora tutte le disposizioni utili per il pagamento sollecito, non appena concluso l’iter dei dpr, nei nuovi importi, comprensivi anche di quelli relativi al corrente mese di settembre”.
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Silp-Cgil
Il commissario straordinario di Roma comunica: “A seguito della denuncia del Silp per la Cgil, riguardo al diffuso e incontrastato aumento della criminalità di questa Provincia, sottolineata dalla mancanza di mezzi e risorse destinate alla prevenzione e controllo del territorio, prendiamo atto con soddisfazione che il questore di Roma, in data 11 settembre 2007, ha emanato una circolare evidenziando che l’attività di controllo del territorio sia ‘un’esigenza non solo primaria, ma improrogabile’.
Sostenendo la tesi del Silp per la Cgil che da sempre ha denunciato le gravi lacune dell’apparato di prevenzione e sicurezza.
Del resto era ed è inevitabile sostenere la politica di sicurezza basata sulla contraddizione numerica delle risorse messe in campo. Appariva fuorviante indicare la Capitale come città con la percezione di sicurezza elevata quando si mettevano in campo mediamente nove o dieci Volanti per turno. Appariva miope non rilevare l’aumento demografico specularmente alla diminuzione delle Volanti sul territorio, tant’è che quindici anni fa la città di Roma, e la sua cinta urbana, contava 2,8 milioni di abitanti, e la questura metteva in strada 25 Pantere per turno, oggi con quattro milioni di abitanti, come già indicato, solo nove-dieci Volanti”.
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Sappe
Il Segretario generale aggiunto Martinelli ha rilasciato questa dichiarazione: “Auspichiamo che il governo, prima di adottare iniziative in materia di criminalità, realizzi un momento di confronto con il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria e le altre organizzazioni del Comparto Sicurezza delle Forze di polizia perché riteniamo che rappresentando le donne e gli uomini delle Forze dell’ordine, possiamo fornire utili spunti nell’ottica di una riorganizzazione sanzionatoria contro la criminalità diffusa. Per altro, dipendendo noi dal ministero della Giustizia, riteniamo che un incontro con il guardasigilli Clemente Mastella sia necessario per definire il fuolo e l’operatività del Corpo di Polizia Penitenziaria, alla luce delle modifiche dei Codici Penali e di Procedura penale, ipotizzate dalle Commissioni Riccio e Pisapia.
Il Sappe ribadisce l’orientamento di rinnovare il sistema carcerario con l’adozione più estesa di pene alternative alla reclusione per una più efficace prevenzione dei delitti. Sarebbe troppo semplicistico invocare ‘più carcere’ senza tenere nel debito conto l’attuale delle nostre carceri, in cui oggi sono ristretti circa 46mila detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 43mila posti e si sono vanificati in un anno gli effetti dell’indulto del luglio 2006, per effetto del quale sono state scarcerate quasi 27mila persone. Non auspichiamo, per reati con pene brevi, un potenziamento dell’area penale esterna piuttosto che la detenzione in carcere e, contestualmente, la trasmigrazione delle competenze sui controlli di Polizia dei soggetti in esecuzione penale esterna ai penitenziari da altri Corpi di Polizia alla Polizia Penitenziaria. Ciò oltre a rappresentare la giusta attribuzione di compiti all’organo appropriato, consentirebbe il recupero di unità alla Polizia di Stato ed all’Arma dei Carabinieri permettendo una migliore razionalizzazione delle risorse umane fra tutti i Corpi di Polizia. L’istituzione di articolazioni autonome della Polizia Penitenziaria, oggi per altro finalmente dotata di proprio personale del ruolo direttivo, eluderebbe sovrapposizioni di competenze e renderebbe giustizia al ruolo del Corpo di Polizia Penitenziaria. Ed è naturalmente opportuno che si preveda un adeguamento degli organici del Corpo per espletare questi compiti fondamentali per la sicurezza del Paese’”.
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Sap
La Segreteria nazionale comunica: “A 13 mesi dall’entrata in vigore del provvedimento di indulto voluto dall’attuale governo e appoggiato da una fetta importante dell’opposizine di centrodestra, anche le statistiche ufficiali sono costrette a confermare i dati e le cifre che il Sap sin da subito aveva fornito e denuciato.
Rispondendo ad un question-time alla Camera dei Deputati, il ministro Santagata ha ammesso che la percentuale di detenuti arrestati in flagranza di reato o destinatari di provvedimenti cautelari, dopo essere stati scarcerati a causa dell’indulto, è pari al 22%. In sostanza, un detenuto su quattro è rientrato in prigione. Numeri che smentiscono il sottosegretario alla Giustizia Manconi, il quale non molto tempo fa aveva parlato di una cifra attorno al 15% e che nelle settimane successive all’emanazione del provvedimento di clemenza, confrontandosi in tv proprio col Sap, aveva indicato percentuali ancora inferiori.
Tutto questo stride fortemente con i proclami di chi, nell’attuale governo, chiede maggiore sicurezza per i cittadini, salvo aver fatto poco o nulla per impedire, lo scorso anno, l’approvazione dell’indulto. Senza contare che uno studio pubblicato da alcuni quotidiani dimostra come questo provvedimento non sia stato vantaggioso neppure dal punto di vista economico per lo Stato e i cittadini... Un detenuto costa infatti circa 70mila euro l’anno allo Stato. Ma i crimini che può commettere una volta uscito, come è capitato, sono costosi per la società e secondo la ricerca a cui ci riferiamo, si può valutare in 150mila euro l’anno per ognuno degli interessati. Numeri che fanno il paio con il disastro dei tempi della Giustizia...
Cifre, dati numeri noti da tempo a chi, come noi, opera sul campo e che, anche sulla scorta di analoghi provvedimenti di clemenza elaborati in passato, era possibile prevedere.
L’unico obiettivo vero, quello di scuotare le carceri sovraffollate, è tragicamente fallito, visto che gli istituti di pena sono tornati a riempirsi come prima. La classe politica e chi costituzionalmente ha la prerogativa di elaborare le leggi non poteva non sapere queste cose”.
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Coisp
Il Segretario generale Franco Maccari si dichiara preoccupato per le affermazioni del Ministro dell’Interno, in occasione dell’incontro con Confindustria, che ha trattato le misure da adottare contro il racket dell’usura. “Con la Finanziaria che stiamo preparando - ha detto Amato - doteremo il territorio di alcune migliaia di uomini in più. Parte del personale amministrativo verrà utilizzato per funzioni operative, il recupero del personale del ministero dell’Interno da altri dicasteri e amministrazioni dello Stato, l’utilizzo degli esuberi della Difesa e infine il trattenimento in servizio del personale anziano. Si procederà, da una parte ricollocando sul territorio personale che ora assolve altre funzioni, che sarà sostituito con personale civile da altre amministrazioni e, dall’altro, riaprendo il turn-over anche allo scopo di far funzionare la legge sull’Esercito professionale che, in assenza di un incisivo assorbimento da parte di Polizia, Carabinieri e GdF, non dà ai giovani gli sbocchi cui hanno diritto per legge”.
“Il Ministro - ha continuato Maccari - dovrebbe ben sapere che buona parte delle indagini e degli accertamenti si svolge a tavolino, oltre alla funzione operativa esterna. Se Amato intende distogliere personale cosiddetto amministrativo dai ruoli e renderlo visibile per la strada, lascerà sguarnita una funzione di indagine da ufficio, che non potrà essere svolta da personale civile. In assenza di un incisivo assorbimento da parte della Polizia, come dice il Ministro - prosegue Maccari - è del tutto fuori luogo tentare di rappezzare una coperta che tutti sanno troppo stretta. Non possiamo continuare, a solo beneficio dell’immagine politica, nel far credere che usura, mafia, microcriminalità, grande criminalità e terrorismo si possano combattere con il gioco delle tre carte, usando stratagemmi di spostamenti e comandi in un miscuglio aleatorio ed eticamente errato di personale amministrativo, di operatori di Polizia e finanche di personale dell’Esercito; i buchi resteranno sempre...
Per far l’occhiolino di qui e far piacere di là, non crediamo sia opportuno millantare ciò che non si possiede o quello che erroneamente può essere messo in campo, perché questo significa ingannare l’opinione pubblica e promettere, allo stato attuale, ciò che non si può dare”.
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Uilps
Il Segretario generale provinciale di Lecco Gennaro Buonocore comunica: “ La Uilps da tempo chiede misure adeguate per la sicurezza degli operatori della Polizia Stradale di Lecco, che operano sulla Strada Statale 36, e per gli stessi cittadini; misure che se applicate, sicuramente servirebbero ad evitare tragedie. Il fatto che i ventilatori non siano di tipo automatico, ma che in caso di incidente devono essere attivati manualmente dalla squadra di emergenza, è un fatto di inaudita gravità perché i naturali ritardi costano vite umane. La Uilps, già nel maggio del 2006, ha segnalato tutta una serie di problematiche come: il mancato funzionamento dei pannelli a messaggio variabile, l’inadeguatezza dell’asfalto in alcuni punti a percorrenza veloce, il nalfunzionamento dei ponti radio Anas all’interno delle gallerie, anche nel nuovo tratto denominato SS36 Dir., inaugurato solo nell’autunno del 2005. In quest’ultimo tratto di strada non c’è neanche la copertura del segnale di telefonia mobile e, per finire, in tutte le gallerie è stato segnalato il completo annerimento della segnaletica stradale la cui visibilità è praticamente nulla.
Siamo certi che il Compartimento Polizia Stradale Lombardia ha rappresentato all’Anas tutte queste problematiche che, ovviamente, rimangono ancora irrisolte”.
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Usp
Il vice Segretario generale nazionale comunica: “Il cosiddetto pugno di ferro contro l’illegalità dilagante, sbandierato ai quattro venti dall’attuale esecutivo di governo, rappresenta solo l’ennesima farsa di chi finora non ha fatto altro che creare le condizioni affinché tale illegalità prosperasse invece impunita.
Dapprima l’opiabile provvedimento dell’indulto, che ha posto in libertà migliaia e migliaia di pericolosi delinquenti incalliti, innalzando oltremodo il tasso di criminalità e gli omicidi. Poi l’annunciata cancellazione delle disposizioni restrittive della legge Bossi-Fini e la ipotetica chiusura dei Cpt, che ha riversato sulle strade italiane una miriade di disperati provenienti da ogni parte del mondo. In seguito, l’ingresso nella Comunità Europea della Romania, frettolosamente accettato dal governo italiano senza adottare alcuna precauzione contro la prevedibile invasione di decine di migliaia di rom. Nel mezzo, partiti di governo che dichiarano palesemente a favore del consumo di droghe leggere o pseudo-tali e praticano una politica di assoluta tolleranza e di giustificazione contro chi devasta e deturpa le nostre città per rivendicare farneticanti diritti. A corollare il tutto, un buon numero di ex terroristi, ex assassini, ex leoncavallini e ex disubbidienti che occupano immeritatamente ruoli importanti nelle Istituzioni del Paese, percependo stipendi milionari.
Il governo Prodi, anziché perseguire una cultura della legalità, ha preparato una micidiale ‘bomba’ pronta a esplodere e, ora, del tutto tardivamente, si appresta a varare un cosiddetto ‘pacchetto sicurezza’ per disinnescarla. Dall’Unione sindacale di Polizia incondizionato sostegno all’iniziativa del ministro dell’Interno Giuliano Amato, ma anche la consapevolezza che nessun concreto provvedimento di adeguate risorse per le Forze dell’ordine e, quindi, per la Polizia di Stato. Risorse che, invece, lo stesso governo Prodi ha pesantemente e gravemente tagliato, lasciando i cittadini italiani indifesi dinanzi ad una criminalità sempre più dilagante.
Ripristinare la legalità costituisce una priorità, non un provvisorio quanto ridicolo ‘escamotage’ di fine estate per recuperare consensi. Subito gli stanziamenti per risollevare il Comparto Sicurezza e porlo in condizioni di poter vigilare sulle città e contrastare il crimine, altrimento avremo la conferma che i proclami dell’esecutivo di governo sulla sicurezza altro non sono che l’ennesimo bluff”.
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