Una missione promossa dal Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I, dall’insegna “The Artic. The Mirror of Life”, ha portato dodici leader religiosi di diverse fedi a pregare insieme, l’11 settembre scorso, sulla costa occidentale della Groenlandia, a 250 chilometri dal circolo polare artico, davanti all’immenso icefjord Sermeq Kujallek, che ogni anno perde 35 chilometri cubi di ghiaccio. Uno dei tanti effetti dei disastrosi mutamenti climatici provocati dall’inquinamento atmosferico.
I religiosi, a bordo di una nave, erano cristiani (cattolici e protestanti), musulmani (sunniti e sciiti), ebrei, buddisti, induisti, shintoisti: Shirat, Gran Rabbino di Parigi, Krishnemurti Panchakapesan, induista, Lee Young, buddista coreano, Theodore McCarrick, arcivescovo emerito di Washington, Jim Ball, pastore evangelico, Musharraf Hussein, imam sannita, Mohajerani Abbas, ayatollah sciita, Sofie Petersen, vescovo luterano di Groenlandia, Gorge Lemopoulos, rappresentante del Consiglio delle Chiese mondiali. E Bartolomeo I, il Patriarca ortodosso promotore della missione.
“E’ compito delle nostre generazioni conservare questa Terra sacra, in tutta la sua anima e bellezza per le generazioni future. Lavoriamo insieme per proteggere il pianeta”, è scritto nel documento comune letto dal Patriarca. Commentando un documento del National Oceanic and Atmospheric Administration, secondo cui se dovesse continuare a sciogliersi al ritmo attuale, nel 2050 la superficie ghiacciata dell’Artico si ridurrebbe del 40%, Sofie Petersen ha dichiarato: “Ci sono effetti non solo per gli uomini, ma anche per gli animali, per i pesci. E la situazione danneggia anche l’economia. Siamo molto preoccupati per l’inquinamento che giunge in questa regione, soprattutto dagli Stati Uniti e dall’Europa. Tutto quello che possiamo fare dobbiamo farlo. Non possiamo dire ‘non mi riguarda’, tutti abbiamo una responsabilità”.
Alla preghiera interreligiosa ha partecipato anche una delegazione di bambini scelti in rappresentanza dei vari continenti, ai quali si sono uniti dei ragazzi eschimesi giunti con una barca intonando un’antica canzone groenlandese.
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