Ancora una volta il Silp-Cigl si trova ad affrontare temi che altri preferiscono sottacere o derubricare in “spiacevoli incidenti professionali”.
Con sempre più frequenza assistiamo alla sospensione dal servizio di operatori di Volante a seguito della commissione di ipotetici reati per lo più legati al tipo di intervento sostenuto. Sembra che l’imbarbarimento abbia pervaso gli operatori delle Volanti di Roma e che tanti anni di professionalità e stima cittadina siano svanite di colpo. Se così fosse riteniamo irrinunciabile apporre dei correttivi e domandarsi anche attraverso un’analisi sociologica perché ciò è accaduto.
Sarebbe come impostazione mentale una forma infantile di evitare il problema sostenendo l’assioma “siccome la società è violenta anche i poliziotti lo sono”.
Pensiamo invece che il moltiplicarsi delle sanzioni riconducibili a fatti legati all’attività stessa del servizio dipenda da una inflessibilità con cui il Dipartimento tratta i colleghi oggetto di accertamenti processuali. Il non entrare nel merito di atti della magistratura è per noi più che una tradizione, anzi un valore, ma condannare aprioristicamente il collega con la sospensione immediata dal servizio ci sembra una risposta esagerata ad un ipotetico danno d’immagine che potrebbe anche non concretizzarsi mai.
E’ singolare che per tutti gli altri cittadini, l’avviso di garanzia è riconosciuto come un estensione di diritti mentre per il poliziotto viene considerato da parte dell’Amministrazione come precondizione di colpevolezza e dunque censurato.
In un sistema di garantismo, gli unici a non esser garantiti sembrano essere i poliziotti. Tale prassi oltre a colpire i singoli operatori risulta diseducativa a livello lavorativo per l’intero reparto.
E’ superfluo sottolineare che basta una semplice denuncia sporta dall’ultimo ubriaco per mettere in difficoltà economica interi nuclei familiari senza considerare il logoramento affettivo e di rapporti di chi vive queste situazioni.
Da sempre sosteniamo che il lavoro delle Volanti è complesso e rischioso, a dire totalizzante non si esagera, poiché comporta resistenza fisica e psichica, approcci con segmenti della società che molti escludono e con vantaggi economici risibili, ma nonostante tutto, con impegno e capillarità ogni notte ed ogni giorno, a Natale, a Capodanno, a Ferragosto, al compleanno dei nostri figli, cerchiamo di assicurare tranquillità cittadina.
Rivendichiamo non un affidavit incondizionato, ma un sistema di garanzie che non si fermi alla fase embrionale per poter censurare comportamenti e azioni di chi giocoforza si trova in una situazione di esposizione.
Questi sono i motivi che ci inducono a chiedere che l’azione disciplinare segua l’azione penale solo quando questa dimostra ineqivocabilmente la responsabilità dell’operatore evitando di comminare sanzioni che potrebbero poi dimostrarsi ingiuste.
|