Come Giano bifronte, il progresso ha sempre due facce: una positiva, e un’altra negativa. Il boom del biocarburante derivato dal mais, che la Casa Bianca presenta come la soluzione ai futuri problemi energetici, ha provocato l’aumento di richiesta, e quindi di prezzo, del granturco; anche di quello utilizzato per l’alimentazione dei bovini. La conseguenza diretta è stata negli Usa l’aumento del prezzo del latte, passato nel luglio scorso da 2,80 a quasi 5 dollari per un contenitore da un gallone (quasi quattro litri). Questo rincaro si è riportato sui derivati del latte, latticini, formaggio, burro, yogurt, e in modo particolarmente sensibile sui gelati, un prodotto del quale gli americani sono grandi consumatori.
La Coldstone, una catena di negozi di gelati estesa su tutto il territorio nazionale, ha aumentato di 50 centesimi il prezzo di un cono piccolo. La medesima operazione è stata effettuata da altre aziende, come Ivanna’s Cone, di Lincoln nel Nebraska, e la Chinatown Icecream Factory: aumenti effettuati a malincuore, perché è prevedibile che i rincari portino a un calo dei consumi, e in definitiva a una diminuzione dei guadagni.
L’aumento del prezzo del latte (in alcuni Stati americani un litro di latte costa quanto un litro di benzina) ha costretto a far salire i prezzi anche di produttori di cioccolata, e di pizza, un settore di larghissimo consumo. E, secondo gli economisti, anche il settore delle carni bovine è destinato in breve ad essere toccato dal caro-mais, con la conseguenza di rincari di hamburger e bistecche, e della chiusura degli allevamenti meno competitivi.
A tenere alto il prezzo del mais hanno concorso anche le accresciute richieste di Cina e Medioriente, e la siccità in Australia, che ha portato a una diminuzione delle scorte mondiali di granaglie. E infine anche la campagna elettorale per le presidenziali del 2008 ha il suo peso: lo Iowa, lo Stato dal quale ha inizio la corsa alla Casa Bianca, è il granaio d’America, e i politici di tutti i colori sono attenti a solleticare gli appetiti dell’agro-business, tenendo alti i prezzi del granturco, e sbarrando la strada, con tasse di importazione di 54 centesimi al litro, dell’etanolo brasiliano ricavato dalla cana da zucchero, più economico del biocarburante ricavato dal mais.
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