Cameron Macaulay ha 6 anni, è nato e vive con la madre, Norma, a Clydebank, nei pressi di Glasgow. Dall’età di 3 anni, il piccolo Cameron disegnava una grande casa bianca davanti al mare, e ne descriveva l’interno, il numero delle stanze e la presenza di tre bagni. A sua madre il bambino chiedeva di continuo che fine avessero fatto il cane maculato e la macchina nera, mentre i Macaulay non avevano mai avuto un cane di quel tipo e una macchina di quel colore. Con il passare del tempo, Cameron cominciò a raccontare le storie dei suoi compagni di Barra, un’isola a 300 chilometri di distanza dove né lui né i suoi erano mai stati, di suoi fratelli dai capelli lunghi e castani, di una madre che gli leggeva un grande libro su Dio, di un padre, di nome Shane Robertson, morto investito mentre attraversava la strada sulle strisce pedonali. La madre, i parenti, le maestre di Cameron cominciano a preoccuparsi seriamente quando, al sesto compleanno, Cameron ha continue crisi di pianto perché sente la mancanza della “sua famiglia di Barra”.
A questo punto, una storia che sembrava avere esoterici, ed esotici, legami con le dottrine induiste, assume un carattere più moderno, occidentale, e pratico: Norma Macauley, 42 anni, prende contatto con una casa di produzione cinematografica che è alla ricerca di storie di “reincarnati”, ed è subito interessata dal caso del bambino di Clydebank. Così, Cameron, la madre, e una troupe televisiva si sono recati a Cockleshell Bay, nell’isola di Barra; della spedizione faceva parte anche il professor Jim Tucker, direttore della clinica di psichiatria infantile della Virginia University, considerato un esperto in reincarnazioni. Sul posto sono state ritrovate le tracce dei luoghi e delle persone descritte dal bambino scozzese, compresa la grande casa bianca con i tre bagni: il tutto è stato ripreso in un documentario, e Cameron Macaulay, classe 2001, è diventato una star della reincarnazione.
|